Unesco, nuovo colpo di mano
In gioco la sovranità di Gerusalemme e le tombe dei Patriarchi e di Rachele
di Gianpaolo Santoro
Quell’incredibile vergognosa risoluzione Unesco sui luoghi santi, che decise di far indicare in arabo l’area del Monte del Tempio, quella sporca operazione di revisionismo storico che portò il primo ministro israeliano Netanyahu ad affermare: “dire che Israele non ha alcun collegamento al Monte del Tempio è come dire che la Cina non ha alcun legame con la Grande Muraglia o che l’Egitto non ha alcun collegamento con le piramidi…” rischia di avere una maledetta appendice, rischia di avere un secondo atto. Infame quanto il primo.
Come abbiamo anticipato ieri l’Unesco si appresta ad un nuovo colpo di mano. Un ennesimo scippo alla storia, alla verità e alle coscienze. Il Comitato esecutivo dell’Unesco, infatti, intende votare il prossimo 2 maggio (Giornata dell’Indipendenza d’Israele) una risoluzione contro la sovranità israeliana su tutta Gerusalemme.
Le diplomazie sono in fermento, i contatti si susseguono e si rincorrono. Diplomatici israeliani e americani stanno tentando di convincere i 58 paesi che compongono il Comitato esecutivo a votare contro la risoluzione. Ma sembra di essere di fronte ad una impresa disperata, una missione quasi impossibile. La risoluzione, infatti, è molto probabile che passi per via della maggioranza automatica dei paesi arabi che fanno fronte compatto contro Israele.
L’anno scorso l’Unesco approvò, come detto, una risoluzione che disconosceva i legami ebraici (e cristiani) con il Monte del Tempio di Gerusalemme, indicato solo con il termine musulmano Al-Haram Al Sharif. Solo sei paesi votarono contro. Ed è bene ricordare che l’Italia clamorosamente si astenne.
Questa volta la risoluzione allarga ancora di più il suo attacco a Israele: non parla del Monte del Tempio, pur chiedendone però la riaffermazione, per dare più forza dopo una manciata di mesi a quel voto scellerato e che non ha rispettato la verità e la storia. Questa volta con la risoluzione si attacca frontalmente la sovranità israeliana su tutta la città Gerusalemme (e quindi non solo la parte est e la Città Vecchia).
La risoluzione stabilisce inoltre che è nulla qualsiasi decisione presa su Gerusalemme da qualunque autorità israeliana (Knesset, Corte Suprema ecc.). Il disconoscimento totale. La follia.
Una risoluzione che avrebbe qualcosa di storico visto che è la prima volta che l’Unesco col suo comitato esecutivo (dove siedono anche undici paesi dell’Unione Europea -Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Regno Unito, Slovenia, Spagna e Svezia- e gli Stati Uniti) viene chiamato a pronunciarsi sulla sovranità di Gerusalemme ovest dove sono presenti Parlamento, Governo e Corte Suprema, in pratica i principali organi di governo israeliani.
La bozza di risoluzione, sempre da quanto trapelato, poi si occupa della moschea Ibrahimi e moschea Bilal bin Rabah, così come sono chiamate dai musulmani, che poi sarebbero la Tomba dei Patriarchi a Hebron e la Tomba di Rachele a Betlemme, cioè due fra i luoghi santi ebraici più importanti. La risoluzione pretenderebbe che la Tomba dei patriarchi e quella di Rachele diventassero “parte integrante della Palestina”.