Ucciso capo militare, Hamas si vendica con tre esecuzioni
di Riccardo Noury
Due impiccagioni e una fucilazione. Così ieri a Gaza Hamas ha fatto “giustizia” per l’omicidio di Mazen Faqha, un suo alto comandante militare, avvenuto il 24 marzo.
Il processo in corte marziale, quattro brevi sessioni nel giro di una settimana, è stato puramente di facciata. Le condanne a morte per “collaborazionismo” con Israele, ritenuto il mandante dell’omicidio di Faqha, erano state già decise, utilizzando come paravento legale il Codice rivoluzionario dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, del tutto in contrasto con la più recente Legge fondamentale palestinese del 2003.
Come in occasione delle precedenti altre 25 esecuzioni avvenute da quando, nel 2007, Hamas ha assunto il potere nella Striscia di Gaza, le condanne non sono state ratificate, come invece sarebbe stato necessario, dal presidente dell’Autorità Nazionale palestinese.
Quest’anno, come ricorda il Centro palestinese per i diritti umani, sono già 15 le condanne a morte emesse, cui vanno aggiunte altre otto confermate in appello.
Thanks to Progetto Dreyfus