La storia delle Alture del Golan
di Arnold Flick
La storia delle alture del Golan è un po’ diversa da come la raccontano l’Onu e molti mass-media. Durante l’era ottomana al posto della Siria c’era un distretto siriano. All’indomani della prima guerra mondiale, le alture del Golan vennero assegnate dalla Francia al nuovo paese chiamato Siria. Israele prese il Golan nel 1967, nel corso della guerra che dovette combattere per difendere la sua stessa esistenza dall’escalation di minacce e aggressioni innescate da Siria ed Egitto.
La risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite stabilisce che il cessate il fuoco dopo la guerra del 1967 richiede un ritiro di Israele da una parte dei “territori” (non “da tutti i territori”) in cambio di pieni accordi di pace tra gli stati. Israele fu tra i primi a sottoscrivere, e restituì alla Siria la città di Quneitra. La Siria sottoscrisse solo nel 1972, e ponendo condizioni. Un anno dopo, la Siria si associò all’Egitto nel lanciare contro Israele la guerra di Yom Kippur dell’ottobre 1973. Nonostante tutto, anche quella volta Israele vinse sul campo. E dopo la vittoria, cedette un ulteriore porzione di territorio alla Siria (con gli accordi di disimpegno del 1974). Pertanto, nonostante la clamorosa violazione del cessate il fuoco e della risoluzione da parte della Siria, Israele restituendo “territorio conquistato” ha ottemperato alla risoluzione 242 dell’Onu.
La Siria aveva tenuto il territorio per 49 anni. Israele lo ha tenuto per i 52 anni successivi. Sul Golan non vive nessun arabo siriano. Oggi la maggior parte dei residenti sono israeliani. Il resto sono drusi, caratterizzati da un atteggiamento misto e piuttosto ambiguo rispetto a Israele e Siria. Su eventuale richiesta, Israele potrebbe anche offrirsi di organizzare un referendum fra i drusi del Golan per sapere se desiderano davvero che il confine dell’area in cui vivono (quattro villaggi concentrati nel nord del Golan, ai piedi del Monte Hermon) venga ridisegnato in modo da ricongiungerli alla Siria, o se preferiscono rimanere parte di Israele.
(Fonte: The Times of Israel, 24 Marzo 2019)