SEGNALAZIONI DALLA RASSEGNA STAMPA DEL 7/2/2008
La calunnia è un venticello… Per fortuna ogni tanto c’è chi cerca di bloccarlo. L’Avvenire pubblica oggi una chiara smentita del CdA della Fiera alle illazioni diffuse da Tarik Ramadan, che stanno diventando il Vangelo dei contestatori, tra i quali il filosofo Gianni Vattimo. Primo: non è vero che l’Egitto doveva essere l’ospite di quest’anno, e poi si è optato per Israele, per festeggiareil 60°anniversario della fondazione . L’Egitto sarà ospite nel 2009, in concomitanza con una grande mostra a Venarla. L’ospite doveva essere il Cile, che però ha declinato in quanto già impegnato altrove. Il 60° di Israele è un pura coincidenza, e comunque non si celebra uno Stato, ma i suoi letterati.
C’è però una insospettata difesa di Ramadan da parte di Sergio Romano, nella risposta a una lettera pubblicata sul Corriere: Ramadan, sostiene Romano, si starebbe impegnando per creare un Islam europeo. Ci si chiede a questo punto quale Islam: quello dei Fratelli Musulmani, di cui Ramadan è l’erede spirituale, essendo il nipote dei fondatori, ed avendo scritto sul di esso la sua tesi di laurea?
Intanto imperversano le polemiche, riprese anche dalla stampa straniera, sulla nuova versione della preghiera pasquale, che è stata riformulata, sostituendo l’auspicio di una “conversione” degli ebrei, con l’auspicio che essi “riconoscano Gesù Cristo Salvatore”. Ieri avevano protestato i rabbini Laras e Di Segni, oggi è la volta dell’Assemblea Rabbinica italiana che denuncia (Corriere, Luigi Accattoli) un “salto indietro di 43 anni” (cioè da quando Paolo VI aveva totalmente eliminato l’idea di conversione) e prevedono un raffreddamento del dialogo con il Vaticano.
Da non perdere l’analisi di Pio Pompa sul Foglio, circa il ruolo di Saddam Hussein nel porre le basi del nuovo antisemitismo europeo. Secondo l’esperto di servizi segreti, Saddam già nel 2002 avrebbe infiltrato suoi agenti in Europa, facendoli passare per contestari del suo regime, e quindi molto credibili. Il loro obiettivo: diffondere odio verso Israele e Stati Uniti. Gli agenti sarebbero riusciti ad arrivare anche ad ambienti poco inclini a Bin Laden e avrebbero pesantemente influenzato anche l’Unione Europea, tant’è vero che nel rapporto della UE del 2003, che denunciava il crescente antisemitismo in Europa, la prefazione di Bob Purkiss e Beate Winkler venne rimossa di punto in bianco e sostituita con un disclaimer in cui se ne confutavano i risultati.
Il Corriere della Sera pubblica una lunga intervista con Tony Blair, da poco inviato dal Quartetto in medio Oriente per accelerare il processo di pace. Secondo Blair, dieci mesi (cioè entro il mandato di Bush) sono pochi, ma si può riuscire. Bisogna però cambiare prospettiva: non prima l’intesa, poi le azioni concrete, ma viceversa. Israele deve ritirarsi e avere fiducia nella sorveglianza palestinese, Hamas deve riconoscere Israele e abbandonare il lancio dei razzi, allora ci saranno le premesse per siglare l’intesa. Annuncia che Bush tornerà in Medio Oriente a maggio, e critica la politica di Israele a Gaza, che “isola la gente e aiuta di fatto i terroristi” mentre dovrebbe essere il contrario”.
Infine, un preoccupato articolo del Financial Times, che denuncia l’aumento della povertà in Israele, e l’aprirsi della forbice tra ricchi e poveri, in completo contrasto con le premesse socialiste con cui nacque lo Stato di Israele. Mentre il paese è in buona crescita economica, una famiglia su cinque (soprattutto tra ortodossi e minoranze arabe) è sotto la soglia della povertà, e siccome in queste due enclaves è maggiore il numero dei figli, un terzo dei bambini sono indigenti: dieci anni fa erano il 22%.
Viviana Kasam