La scelta di Hillary, no al vertice Onu che irrita Israele
GERUSALEMME — «Inaccettabile ». La prima, netta scelta mediorientale dell’amministrazione Obama è nel giudizio della sua segretaria di Stato. Racconta la stampa israeliana che Hillary Clinton aveva già le valigie pronte, primo decollo verso il Medio Oriente, quando il dossier Durban 2 le è finito per le mani. «Bisogna decidere che fare», l’urgente richiesta dei diplomatici: andare o no alla Conferenza sul razzismo, in aprile, sotto la presidenza del leader libico Gheddafi? Una mezza decisione in realtà era già stata presa da Bush, ma s’attendeva la ratifica.
Il no, ancora più duro del previsto: «Il documento preparatorio di quella conferenza è inaccettabile — ha avvertito la Clinton —, mandare una nostra delegazione sarebbe un pessimo inizio». Il primo presidente nero che boccia la seconda conferenza sul razzismo.
Si chiama Wcar (World Conference Against Racism), è organizzata dall’Unesco, ma tutti già la chiamano «Durban 2», anche se si terrà nella neutrale Ginevra. Perché ricalca la famosa conferenza sudafricana di Durban, anno 2001, quella che spinse l’allora neopresidente Bush a sbattere la porta, assieme a Israele, per i forti «toni antisemiti» di molti interventi.
Ad agosto, da Gerusalemme, c’erano già state le avvisaglie: Itzhak Levanon, inviato israeliano a Ginevra, aveva ascoltato le riunioni preparatorie della conferenza e aveva invitato il governo Olmert a chiamarsi subito fuori. Il boicottaggio era stato deciso in poche settimane, in compagnia del Canada.
Gli americani avevano preferito aspettare e i due delegati, Betty White e Felice Gaer, ambasciatori d’esperienza, s’erano sorbiti una trentina d’incontri, prima di confermare: non solo la maggioranza dei Paesi presenti vuole recepire il documento del 2001, quello dove si paragonò il sionismo al razzismo, non solo a indirizzare i delegati sono Cuba e Iran, ma è sicuro che il documento finale di Durban 2 sarà, dopo Gaza, ancora peggiore del precedente.
Gli israeliani sfruttano il primo, aperto assist di Obama: «Con la scusa della lotta al razzismo — dice Tzipi Livni —, questa conferenza è francamente antisemita e antisraeliana ». E girano la palla agli altri Paesi europei: «Che faranno, quelli che condividono i nostri valori»? Più che un atto di forza degli Stati Uniti, che alla vigilia della conferenza egiziana su Gaza non potevano far altro, l’idea d’una Durban 2 appare in Israele come «l’ulteriore prova dell’incapacità dell’Onu di mostrare una minima obiettività su certi temi», dice una fonte diplomatica. In realtà, di «Durban» ce ne sono state altre due nella Storia: nel 1978 e nel 1983. Pure quelle si tennero a Ginevra. Ma c’era ancora il Sudafrica. E non c’era ancora Obama.
Nella tappa israeliana del viaggio, Clinton dovrebbe incontrare Benjamin Netanyahu e Livni. La possibilità di un governo di unità nazionale sembra naufragata dopo l’incontro di venerdì tra il leader del Likud e il ministro degli Esteri. «Il corteggiamento è finito — ha detto una portavoce di Netanyahu —. Se Livni e Kadima cambiano idea, ci possono contattare ».
di Francesco Battistini
(Fonte: Corriere della Sera, 28 Febbraio 2009, pag. 15)
Nella foto: una manifestazione antisraeliana tenutasi a Durban nel 2001