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Orrore a Duma (Giudea e Samaria): data alle fiamme casa di palestinesi, muore un bimbo di 18 mesi
Odio e violenza in Cisgiordania: bruciato un bambino palestinese Dopo l’attacco perpetrato da un ebreo ortodosso contro i partecipanti al gay pride a Gerusalemme, dove 6 persone sono state ferite a coltellate – una ragazza di 16 anni è in seguito deceduta – di nuovo un assalto dovuto all’odio in Israele. Un bambino palestinese di 18 mesi è morto, arso vivo nella sua casa data alle fiamme da ebrei che lo stesso premier Nethanyahu non ha esitato a definire “terroristi”. Anche tre membri della famiglia del piccolo hanno riportato ustioni gravissime. L’atto terroristico è stato compiuto nel villaggio palestinese di Duma, vicino a Nablus. Secondo la ricostruzione dell’esercito israeliano, la casa della famiglia è stata attaccata, insieme ad un’altra, da ebrei residenti in un vicino insediamento, Migdalim o Ma’aleh Ephraim, che hanno agito a volto coperto, verso le 4 del mattino di venerdì 31 luglio. Dopo aver tracciato graffiti inneggianti alla venuta del Messia e alla vendetta, gli uomini hanno rotto i vetri delle finestre e gettato all’interno delle bottiglie incendiarie. Una delle case era vuota, mentre nell’altra si trovava con la sua famiglia il piccolo Ali Saad Dawabsheh, suo padre Sa’ad, la mamma Reham e il fratellino Ahmed di quattro anni. La famiglia è stata trasportata nell’ospedale di Nablus in Cisgiordania e poi nel reparto grandi ustionati dell’ospedale israeliano di Tel Hashomer. “Questo attacco contro civili palestinesi è un atto barbaro di terrorismo”, ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano Col. Peter Lerner.Continua a leggere
Attentato al Gay Pride di Gerusalemme: mele marce e avvelenate
Mele marce e avvelenate di Deborah Fait Si chiama Yishai Shlissel, un criminale, è stato in galera 10 anni per aver ferito tre persone durante il Gay Pride del 2005. Scontata la pena, è stato rilasciato da poco e oggi (ieri)lo ha rifatto, ha coltellato 6 persone, di cui due in gravi condizioni. Adesso spero ardentemente che, dopo averlo rinchiuso, gettino le chiavi e lo lascino marcire in galera fino a quando sarà tanto vecchio da non riuscire nemmeno a reggere un coltello. Rai3, La7 e altri telegiornali hanno dato la notizia, per fortuna senza commenti, ma aspettiamo perchè oggi avevano il problema del caos di Fiumicino che ha tenuto banco. Come ogni Paese del mondo anche Israele ha le sue mele marce che puzzano tanto di più proprio perchè questo è un paese dove gli omosessuali vivono una realtà assolutamente libera e tranquilla. Israele è famoso per essere il paradiso dei gay, ed è la verità. E’ qui che vengono a rifugiarsi molti arabi dei territori contesi e dei paesi circostanti dove sono perseguitati persino dalle loro famiglie e messi a morte dai loro governi. Ecco una bella testimonianza su di un gay libanese che innamoratosi di un ragazzo israeliano parla della sua esperienza: “Israele è, per Fabian, come per tutti i gay arabi, un’isola felice. Lì non deve nascondersi. L’anno scorso, per la prima volta, ha visitato Israele in occasione del Gay Pride. E qui ha conosciuto il suo amore: Avi, un ragazzo israeliano con il quale è poi andato a convivere a Tel Aviv (ora è in attesa di ottenere un visto di soggiorno). Qualche giorno fa, insieme alla famiglia di Avi, Fabian è andato in gita sul Mar Morto. «Un posto che amiamo», ha raccontato sulla sua pagina Facebook in un post divenuto virale. «Quando siamo arrivati – racconta il ragazzo, che lavora come fotografo – ho visto due soldati israeliani che stavano pattugliando la zona. E’ stata la prima volta che li ho visti impegnati sul campo. Ero un po’ nervoso, perché, in quanto libanese, sono portato ad avere paura di loro, per via di tutte le cose negative che ho sentito sui militari – e poi perché, diciamolo, non hanno la migliore reputazione a livello mondiale. In fondo, Israele e Libano sono stati in guerra tra loro per molti anni». Fabian decide di avvicinarsi ai due militari, che gli iniziano a parlare in ebraico. «Scusate, non parlo ebraico», dice il ragazzo. «E di dove sei?», gli risponde in inglese il soldato. Fabian dice di venire dal Libano: la reazione lo spiazza. «Wow! E adesso sei qui. Fantastico. Sono stato impegnato in Libano molti anni fa. E’ un paese stupendo». Le paure e i pregiudizi si dissolvono immediatamente. «Mi aspettavo che mi avrebbe controllato il passaporto – dice Fabian – e invece siamo finiti a conversare amichevolmente sulla bellezza del mio Paese. Credevo che mi avrebbero controllato i documenti, ma non l’hanno fatto». A quel punto, la famiglia del suo fidanzato decide di invitare i due soldati a pranzo. «Siamo stati benissimo insieme – racconta il ragazzo – abbiamo parlato e riso assieme. Mi hanno trattato come uno di loro. Non c’è stata nessuna tensione. Un momento straordinario».Continua a leggere
Ragazza palestinese che pianse davanti alla Merkel: “Spero che Israele sparisca”
La palestinese che pianse davanti alla Merkel: «Spero che Israele sparisca» di Marco Pasqua Le sue lacrime hanno fatto il giro del mondo. Lacrime versate davanti alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, alla quale Reem Sahwil, 14enne rifugiata palestinese aveva chiesto di poter rimanere più a lungo in Germania. Richiesta alla quale la Merkel aveva risposto con una verità lapalissiana: «Non possiamo accogliere tutti». Sedimentata l’onda emotiva collegata a un video che in poche ore ha fatto il giro del mondo, […]Continua a leggere
Matteo Renzi alla Knesset: “Chi boicotta Israele boicotta se stesso”
Gerusalemme, Renzi parla alla Knesset: «Chi boicotta Israele boicotta se stesso» Gerusalemme, 22 Luglio 2015 – «Chi pensa di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro. Possiamo avere opinioni diverse, è accaduto e continuerà ad accadere. Ma l’Italia sarà sempre in prima linea nel forum europeo e internazionale contro ogni forma di boicottaggio sterile e stupido». Così Matteo Renzi, intervenuto alla Knesset nel corso della sua visita in Israele. La «pace sarà possibile solo con due stati e due popoli, e solo se sarà garantita piena sicurezza di tutti: il diritto dello stato palestinese all’autodeterminazione e quello dello stato ebraico alla propria sicurezza: lo dico qui e lo ripeterò a Betlemme incontrando il leader dell’Anp», Abu Mazen, ha continuato Renzi. Il premier nel suo discorso alla Knesset ha ricordato il sacrificio di Enzo Sereni, l’attività del rabbino Toaff e il reduce della brigata ebraica Asher Dishon che si spese in prima persona contro il nazifascismo. L’Italia con gli Usa ritiene che «l’accordo sul nucleare iraniano è un compromesso utile a rendere più sicura regione, ma siamo pronti a verificarne l’implementazione» giorno per giorno perchè «sulla sicurezza di Israele non ci possono essere compromessi». «Israele non è una gentile concessione dopo la Shoah», ha sottolineato ancora Renzi, «non solo avete il diritto di esistere, ma anche il dovere di esistere e di resistere».Continua a leggere
Renzi in Israele: “L’Italia sostiene accordo con Teheran e sicurezza di Israele”. Netanyahu: “E’ un cattivo accordo, grave minaccia per l’intero Medio Oriente”
Renzi in Israele: “L’Italia sostiene accordo con Teheran e sicurezza di Israele”. Netanyahu: “E’ un cattivo accordo, grave minaccia per l’intero Medio Oriente” Gerusalemme, 21 Luglio 2015 – Viaggio ufficiale in Israele per il premier italiano Matteo Renzi: il numero uno di Palazzo Chigi è arrivato oggi a Tel Aviv, per una due giorni dedicata alle relazioni istituzionali tra Italia e Stato ebraico, e nel pomeriggio si è recato a Gerusalemme per un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin […]Continua a leggere
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