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La nuova proposta francese all’ONU sui confini del 1967 tiene conto solo delle volontà palestinesi

Di Emanuel Baroz | 22 maggio 2015
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La nuova proposta francese all’ONU sui confini del 1967 tiene conto solo delle volontà palestinesi

Lo status quo tranquillamente sostenibile e quello insopportabile Nella proposta di risoluzione Onu avanzata dalla Francia riecheggia l’eterna illusione di placare il mondo arabo-islamico voltando le spalle a Israele di Emmanuel Navon La visita in Israele di Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha lo scopo di rilanciare il coinvolgimento dell’Unione Europea nel cosiddetto “processo di pace in Medio Oriente”. “Lo status quo non è un’opzione”, ha dichiarato la signora Mogherini alla vigilia della visita. Tra i membri dell’Unione Europea, la Francia sta attivamente promuovendo una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza sul conflitto israelo-palestinese. Il testo francese definirebbe l’ex linea armistiziale tra Israele e Giordania, rimasta in vigore nei soli diciannove anni fra il 1949 e il 1967, come il confine internazionale tra Israele e lo stato palestinese; designerebbe Gerusalemme come capitale sia di Israele che dello stato palestinese; e richiederebbe “una soluzione equa” al problema dei profughi palestinesi. In pratica tale risoluzione, se approvata, sposerebbe completamente la posizione palestinese escludendo quella israeliana, e rappresenterebbe un grave allontanamento dalla risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza (quella citata nel preambolo di tutti gli accordi tra israeliani e palestinesi, così come dei trattati di pace con Egitto e Giordania). L’ex linea armistiziale fra Israele e Giordania non è mai stata, né era destinata a diventare, un confine internazionale. La risoluzione 242 non esige il ritiro di Israele su quella linea di armistizio in cambio della pace, bensì un ritiro “da territori” conquistati che sia tale da garantire a Israele e ai suoi vicini “confini sicuri e riconosciuti”. La linea armistiziale del ’49 (la cosiddetta “linea verde”) non può assolutamente essere considerata un confine sicuro dal momento che imponeva a Israele una “vita stretta” di meno di 15 km fra la Giordania e il mare, circondava Gerusalemme su tre lati e sovrastava l’area di Tel Aviv dalle alture di Samaria. Quanto a Gerusalemme, la risoluzione 242 non la menziona nemmeno.Continua a leggere

Presidente federcalcio israeliana accusa: “I palestinesi usano lo sport come strumento politico”

Di Emanuel Baroz | 21 maggio 2015
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Presidente federcalcio israeliana accusa: “I palestinesi usano lo sport come strumento politico”

Calcio – Kerm: la Palestina usa lo sport come strumento politico “I palestinesi stanno usando lo sport come strumento politico“. Lo ha detto oggi Rotem Kerm, presidente della Federcalcio israeliana (Ifa), in merito alla richiesta di sospensione dalla Fifa di Israele inoltrata dalla Palestina all’organo che controlla il calcio nel mondo. La mozione sarà valutata dalla Fifa nel congresso annuale di Zurigo del 29 maggio. “La federazione israeliana fa parte di un apartheid e si sta comportando in maniera brutale […]Continua a leggere

Gerusalemme Est: ancora attentati palestinesi contro israeliani

Di Emanuel Baroz | 20 maggio 2015
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Gerusalemme Est: ancora attentati palestinesi contro israeliani

Gerusalemme est, palestinese scaglia l’auto sui passanti: due agenti feriti Gerusalemme, 20 Maggio 2015 – Due agenti di polizia sono rimasti feriti questa mattina in seguito all’attacco da parte di un autista palestinese che ha diretto la sua auto contro la folla nel quartiere di Atur, a Gerusalemme est. Secondo fonti della sicurezza israeliana, la polizia avrebbe sparato contro l’attentatore che ora verserebbe in condizioni critiche. A partire dallo scorso settembre 2014 sono aumentati in Israele gli attentati condotti da […]Continua a leggere

L’ONU non si smentisce mai: testi colmi di pregiudizio antiebraico venduti nella libreria delle Nazioni Unite a Ginevra!

Di Emanuel Baroz | 19 maggio 2015
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L’ONU non si smentisce mai: testi colmi di pregiudizio antiebraico venduti nella libreria delle Nazioni Unite a Ginevra!

Scandalo antisemitismo: libri antiebraici venduti alla libreria dell’ONU a Ginevra! di Christian De Lablatinière Ginevra – Camminando lungo gli scaffali della Libreria delle Nazioni Unite a Ginevra non si può non osservare l’allineamento attentamente predisposto dei titoli dei libri anti americani ed anti israeliani che vanno da “Riflessioni sulla guerra di Israele contro i palestinesi” a “La repressione di Gaza“. Peggio, la libreria dell’ONU, posta subito sotto la sala del Consiglio dei diritti dell’uomo, espone in bella evidenza un libro intitolato “Come ho smesso di essere ebreo” di Shlomo Sand. L’autore accusa la religione ebraica di una «tradizione Jahvestica genocida». In tal modo l’indubbia tendenza dei libri esposti è anti americana, anti israeliana ed antisemita. D’altro lato, la libreria dell’ONU non espone alcun libro che denunci l’islamismo radicale… Ricordiamo la promessa del Segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, nel corso della storica riunione dell’ONU del 2004 contro l’antisemitismo: «La lotta contro l’antisemitismo deve essere la nostra battaglia. Ovunque gli ebrei devono sentire che le Nazioni Unite sono anche la loro casa». Strana casa nella quale la libreria è dedicata ad attizzare l’odio antiebraico…Continua a leggere

Bolzano: comunità ebraica contro consigliere comunale che esalta Hitler

Di Emanuel Baroz | 18 maggio 2015
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Bolzano: comunità ebraica contro consigliere comunale che esalta Hitler

La comunità ebraica contro il consigliere che esalta Hitler di Pierluigi Depentori Bolzano – Non si sa ancora chi sarà il nuovo sindaco, visto che domenica ci sarà il ballottaggio tra l’uscente Luigi Spagnolli ed Alessandro Urzì, ma una cosa è certa: Bolzano è la prima città in cui è stato eletto un consigliere comunale direttamente da una lista di CasaPound, Andrea Bonazza, e il suo scranno nell’aula municipale è già rovente. «La presenza di un esponente di CasaPound nel consiglio comunale di un’importante città italiana come Bolzano suona come un campanello d’allarme per chi ha a cuore i valori fondamentali della nostra Repubblica e la loro difesa contro ogni rigurgito di razzismo, di antisemitismo e di xenofobia», sottolineano in una nota il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche Renzo Gattegna e la presidente della Comunità di Merano Elisabetta Rossi Innerhofer. Bonazza l’anno scorso è stato condannato in Cassazione a due mesi per aver fatto il saluto romano durante una manifestazione a Bolzano nel 2009. Con i suoi 309 voti, è uno dei capi ultras del Bolzano Hockey e la curva del PalaOnda si è trasformata in una piazza in grado di garantire un buon gruzzolo di preferenze. Se all’hockey si aggiungono i quartieri di estrema destra dei rioni più popolari di lingua italiana, in una città letteralmente divisa in due tra quartieri italiani (di periferia) e quartieri di madrelingua tedesca (come il centro), ecco che l’elezione di Bonazza non è stata nemmeno una sorpresa. E lui non le manda a dire: «Sono fascista, perché no? Non c’è niente di male. Ancora oggi ci sono leggi del fascismo e strutture del fascismo che funzionano meglio di quelle fatte adesso. Se ci fosse Mussolini in Italia le cose funzionerebbero molto meglio. A casa ho anche un busto del Duce che mi ha regalato mio padre, lo custodisco con orgoglio» E ancora: «Hitler? Nel bene e nel male è riuscito a governare un Paese. Per i lavoratori tedeschi ha fatto tante cose positive come fece Stalin in Russia».Continua a leggere