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Pallywood colpisce ancora
Pallywood colpisce ancora Nuovo avvincente, imperdibile episodio della saga di Pallywood: in occasione dell’8 Marzo, Festa delle Donne, sono state diffuse tramite i social network alcune foto che rappresentano due uomini, subito identificati come agenti di polizia israeliana grazie alla scritta sulla loro maglietta, mentre strattonano una ragazza sanguinante, la quale «non può non essere palestinese», a giudicare dalla kefiah. Ovviamente queste immagini sono state immediatamente diffuse tramite i canali dei pacifinti odiatori di professione di Israele, alimentando così l’odio […]Continua a leggere
Livorno, incredibile sentenza: il saluto romano non è reato se fatto allo stadio!
«Il saluto fascista non è reato», assolti quattro ultrà del Verona Clamorosa sentenza del Tribunale di Livorno. I tifosi scaligeri fotografati all’Armando Picchi durante la partita del 3 dicembre 2011. Gli avvocati: non hanno creato pericolo di Federico Lazzotti Livorno, 7 Marzo 2015 – Fare il saluto romano in un luogo pubblico, come ad esempio una manifestazione sportiva, non è reato. A patto che gli autori non creino un pericolo pubblico e non vi sia, in quel gesto, una discriminazione razziale, religiosa oppure di nazionalità. È una sentenza clamorosa che molto probabilmente dividerà e farà discutere quella emessa dal giudice del Tribunale di Livorno Antonio Perrone che nel tardo pomeriggio di venerdì 6 marzo ha assolto i quattro ultrà del Verona accusati – si legge nel capo d’imputazione – «quali sostenitori della compagine scaligera, di aver compiuto manifestazioni esteriori usuali del disciolto partito fascista nell’eseguire il gesto del “saluto romano”». Era sabato 3 dicembre 2011, uno degli ultimi pomeriggi di paura intorno all’Ardenza per una partita di calcio . Al centro dell’inchiesta della Procura, il comportamento tenuto allo stadio Armando Picchi da parte di Giovanni Andreis, 23 anni di Sommacampagna, Andrea Morando 38 di Pescantina, Sebastiano Zamboni, 25 di Bussolengo, e Federico Ederle, 45 di Grezzana. I primi tre vennero ripresi dalle telecamere della Digos mentre facevano il saluto fascista durante l’ingresso allo stadio, l’ultimo ultrà scaligeri è invece finito nei guai all’indomani della pubblicazione sul nostro giornale della sua immagine mentre con il braccio destro alzato sfidava il cordone dei carabinieri che cercavano di evitare il contatto tra le due tifoserie lungo il viale Italia.Continua a leggere
L’UE e quelle pericolose ed inutili distinzioni a proposito di Hamas
Perché è caduto l’anatema europeo contro Hamas? di Angelo Pezzana Ci sono delle notizie che i nostri media preferiscono non pubblicare. O, se proprio non possono farne a meno, lo spazio che le ospita è minimo, con l’esclusione di qualsivoglia commento. Una di queste è stata la cancellazione da parte dell’Unione Europea di Hamas dall’elenco dei movimenti terroristi. Eppure la notizia c’era tutta e aveva dell’incredibile. Ma come, Hamas, un movimento che ha nel suo statuto la distruzione di Israele e lo sterminio dei suoi cittadini ebrei – l’ha dimostrato nei fatti da quando nel 2005 ha preso con un colpo di stato il potere a Gaza e da allora, sempre, tiene aperto un conflitto con Israele – e l’UE ne ripulisce l’immagine inserendolo all’onor del mondo fra gli Stati ? Notizia invisibile, commenti zero, non sia mai che qualche lettore si facesse un’ opinione critica sulla natura genocida di una parte rilevante dei palestinesi e che non teme di affermarlo apertamente. A difesa della sciagurata decisione dell’UE, qualcuno ha evidenziato una supposta differenza tra Hamas forza di governo e le cosiddette ‘ forze armate ‘ di Hamas, che esercito non possono definirsi, preferendo una definizione meno ufficiale, ‘ala militare’, più presentabile in Occidente. Hanno pure un nome che le distingue, Izzadim Kassam, in modo che i crimini di guerra di cui si rendono responsabili possano essere stornati da Hamas forza di governo, attribuibili quindi a milizie non meglio qualificate, come infatti avviene ogni volta che vengono citate. Hamas ripulito e restituito al consesso degli Stati. Che poi a dare gli ordini, fornire le armi, siano i leader di Hamas, è secondario.Continua a leggere
La Palestina che piace all’Europa lancia le auto contro i civili
La Palestina che piace all’Ue lancia le auto contro i civili Altro attentato a Gerusalemme Est, feriti passanti e cinque soldatesse. Per Hamas è un atto eroico. L’Olp dice stop alla collaborazione per la sicurezza con Israele. di Carlo Panella Nuovo attentato palestinese ieri (venerdì 6 Marzo, ndr) a Gerusalemme con la insidiosa tecnica della “car Intifada”, tecnica vile e impossibile da prevenire. Ancora una volta un palestinese ha lanciato a tutta velocità la sua auto su un gruppo di passeggeri che attendevano l’autobus in una strada di Gerusalemme per ucciderli. Questa volta Mohammed Salaimeh, palestinese residente a Gerusalemme Est ha colpito alla fermata di Shimon HaTzadik sulla strada numero 1, già teatro di simili imprese. La sua vettura ha colpito sei donne-soldato della Guardia di Frontiera israeliana, ne ha ferito gravemente cinque, poi ha continuato la sua corsa e ha investito un ciclista, la macchina è sbandata, si è fermata e lui è uscito con una barra di metallo in mano, per avventarsi sul malcapitato ciclista che giaceva a terra, ma è stato ferito a colpi di pistola da un poliziotto. Ad una fermata poco distante, mesi fa, un altro palestinese aveva travolto e ucciso una donna e il suo bambino di pochi mesi. Da un anno in qua, gli attentati palestinesi con le automobili contro le fermate dell’autobus hanno provocato tre morti e varie decine di feriti. Poche ore prima, la dirigenza palestinese di Ramallah aveva annunciato la sospensione degli accordi di cooperazione delle sue forze di sicurezza con Israele. Una decisione gravissima, dalle conseguenze imprevedibili e funeste perché suona come un via libera ai tanti gruppi armati ed eversivi che agiscono in Cisgiordania, per organizzare azioni violente contro Israele, senza dovere temere l’opera di controllo e prevenzione delle forze di sicurezza palestinesi. Di fatto, un invito a dare il via a nuovi attentati e uccisioni. Una scelta irresponsabile di Abu Mazen che, come la tecnica omicida delle “car Intifada”, simboleggia plasticamente l’esasperante fallimento di una dirigenza palestinese che non sa ottenere una pace e lo Stato di Palestina, ma non è neanche in grado di tentare di imporla con la forza – come tentò di fare purtroppo più volte con Arafat – e si affida a vili gesti isolati contro inermi cittadini israeliani.Continua a leggere
Berlino (Germania): lettere con messaggi antisemiti, insulti e richiami alla Shoah all’ambasciata israeliana
Insulti e richiami all’Olocausto. Le lettere all’ambasciata israeliana a Berlino Almeno venti messaggi al giorno di minacce e messaggi antisemiti negli uffici di Berlino. Il video del diplomatico di Gerusalemme scuote la società tedesca. di Leonard Berberi Berlino (Germania) – «Assassini, vi odiano tutti». «Che Dio possa punire voi e le vostre famiglie». «Sono molto felice che Hitler vi abbia quasi fatti sparire qui in Germania, ebrei vaff…». «L’umanità vivrà in pace soltanto quando l’ultimo di voi ebrei sarà sepolto». «Sfruttate l’Olocausto perché siete troppo pigri per lavorare». Si potrebbe andare avanti così, di questo passo, ancora per molto. Non sono insulti scritti su forum o siti estremisti. Sono messaggi – nero su bianco – spediti all’ambasciata israeliana in Germania. Così, tutti i giorni. Una media di venti lettere ogni 24 ore piene, zeppe d’insulti e minacce che arrivano sulla scrivania di Jakov Hadas-Handelsman, l’ambasciatore dello Stato ebraico a Berlino. E lui, il diplomatico, parte di quelle lettere le ha lette in un filmato prodotto dal quotidiano tedesco Berliner Morgenpost. «Le cose sono peggiorate l’estate scorsa, con la nostra operazione militare “Margine di protezione” su Gaza», racconta il funzionario alla tv israeliana Canale 10. «Ma poi sono precipitate dopo gli attacchi alla redazione di Charlie Hebdo e al supermercato kosher a Parigi e le aggressioni a Copenhagen. Non si tratta soltanto di critiche, che ovviamente è un diritto di chiunque. Qui parliamo di qualcosa di molto più preoccupante: antisemitismo». Nonostante le rassicurazioni del governo tedesco l’ambasciatore vede un brutto clima. Non a caso alcuni giorni fa – dalle pagine del Tagesspiegel am Sonntag – ha invitato gli ebrei che vivono in Europa a emigrare in Israele. E poco rassicurano i messaggi – tanti – di solidarietà arrivati dopo il filmato. «Non invidio gli ebrei che vivono nel Vecchio Continente», dice il diplomatico. «Chi si sente minacciato ha oggi la possibilità di venire da noi in qualsiasi momento», ha aggiunto. Un suggerimento che segue quello del premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo gli attentati di Parigi e criticato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese François Hollande.Continua a leggere
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