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Il terrorismo islamico è in guerra contro la libertà dell’Europa e contro gli ebrei

Di Emanuel Baroz | 16 febbraio 2015
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Il terrorismo islamico è in guerra contro la libertà dell’Europa e contro gli ebrei

L’Europa e quella guerra alla libertà e ai suoi ebrei Dopo gli attentati di Copenaghen, dire che la libertà europea è nel mirino degli jihadisti non è retorica, ma la fotografia di una dichiarazione di guerra di Pierluigi Battista Dopo gli attentati di Copenaghen, dire che la libertà europea è nel mirino degli jihadisti non è solo una formula retorica, ma la fotografia di una dichiarazione di guerra. Il simbolismo dei bersagli e dei messaggi è chiarissimo oramai. Gli islamisti hanno attaccato un convegno sulla libertà d’espressione con l’ambasciatore francese presente. Tutto questo a un mese o poco più dalla strage nella redazione di Charlie Hebdo. Poi hanno profanato un cimitero ebraico, hanno distrutto centinaia di tombe, hanno profanato un monumento alla Shoah. Gli ebrei sentono sempre meno l’Europa come la loro casa. Cresce l’istinto di fuga da un’Europa che ha chiuso gli occhi da anni, anche quando gli islamisti hanno fatto strage in una scuola ebraica. La libertà e le sinagoghe devastate. Le parole libere e gli ebrei. L’arte libera e gli «infedeli», i «crociati», i quartieri ebraici, i cimiteri, il ricordo dell’Olocausto. L’Europa viene aggredita nel punto in cui dovrebbe essere orgogliosa: la libertà. La libertà nemica numero uno dei fondamentalisti e dei fanatici. Non vogliono altro che l’Europa rinunci a se stessa. La vogliono soggiogare culturalmente. La vogliono umiliare nei valori che le sono più cari. È una guerra di conquista culturale. Ma l’Europa sembra aver smarrito la sua bussola culturale, la fierezza di sé, la sicurezza nella forza dei propri valori. La libertà europea è sulla difensiva. Se a Londra gli amici dello jihadismo portano cartelli in cui si sbandierano strumentalmente le parole di Francesco sul «pugno» che meritano quelli che offendono la religione, vuol dire che la trincea sta smottando, che il fronte in difesa della libertà è fragile e impaurito. Per qualche giorno tutti hanno portato come un simbolo d’onore «Je suis Charlie». La marcia repubblicana di Parigi è apparsa una prova di compattezza, di solidarietà, di vicinanza non solo alle vittime di Charlie Hebdo e agli ebrei uccisi nel supermercato kosher alla vigilia dello Shabbath. Ma l’unità è durata pochissimo. Si è imposta la retorica dei distinguo. L’oggetto del dibattito si è spostato: non più l’ideologia omicida degli stragisti che fanno una carneficina di vignettisti armati soltanto di una matita, ma «gli eccessi» della satira, l’intoccabilità delle religioni, i limiti che la libertà si deve dare.Continua a leggere

Francia: centinaia di tombe profanate in cimitero ebraico

Di Emanuel Baroz | 16 febbraio 2015
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Francia: centinaia di tombe profanate in cimitero ebraico

Francia: profanate centinaia tombe in cimitero ebraico Parigi, 15 Febbraio 2015 – Raid antisemita in un cimitero ebraico dell’est della Francia: ignoti vandali hanno profanato centinaia di tombe a Sarre-Union, nel Basso Reno. Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha condannato quella che ha definito come “un’azione spregevole” e ha avvertito che la Francia “non tollerera’ questa nuova ferita che va contro i valori condivisi del suo popolo“. “Sara’ fatto ogni sforzo per identificare la persona o le persone responsabili […]Continua a leggere

Terrore a Copenaghen (Danimarca): duplice attentato contro sinagoga e contro un convegno su Charlie Hebdo: : due morti e 5 feriti

Di Emanuel Baroz | 15 febbraio 2015
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Terrore a Copenaghen (Danimarca): duplice attentato contro sinagoga e contro un convegno su Charlie Hebdo: : due morti e 5 feriti

Terrore a Copenaghen (Danimarca): duplice attentato contro sinagoga e contro un convegno su Charlie Hebdo: due morti e 5 feriti Copenaghen (Danimarca), 15 Febbraio 2015 – Il terrorismo islamico torna a colpire l’Europa: dopo Parigi ieri è stato il turno di Copenhagen, che è stata teatro di un doppio attentato commesso da almeno due persone contro un centro culturale dove era in corso una conferenza sulla libertà di stampa e in onore della rivista satirica francese Charlie Hebdo e successivamente contro una sinagoga. Il bilancio dei due attacchi è di due morti e cinque agenti feriti. Nell’attentato al convegno «Arte, blasfemia e libertà di espressione» tenutosi al caffè Krudttoenden è morto un civile mentre sono rimasti feriti tre poliziotti. All’incontro, organizzato in onore di Charlie Hebdo, partecipavano anche Lars Vilks, artista autore di numerose caricature del profeta Maometto e l’ambasciatore francese. Entrambi sono rimasti illesi. Almeno una trentina i fori di proiettile lasciati sulle vetrine del locale. Vilks nel 2007 ritrasse Maometto con il corpo di un cane e da quando si trova in Danimarca vive sotto scorta. «Ritengo che obiettivo dell’attacco fosse Lars Vilks», ha detto Helle Merete Brix, una degli organizzatori del convegno. Vilks in passato è stato minacciato di morte. «Tutto suggerisce che la sparatoria sia stata un attacco politico e quindi un atto di terrorismo», ha poi affermato in serata il primo ministro danese, Helle Thorning-Schmidt.Continua a leggere

Marina israeliana intercetta barca con armi per Hamas proveniente dall’Egitto

Di Emanuel Baroz | 14 febbraio 2015
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Marina israeliana intercetta barca con armi per Hamas proveniente dall’Egitto

 Marina israeliana intercetta barca con armi per Hamas proveniente dall’Egitto Gerusalemme, 10 Febbraio 2015 – Le Forze di Difesa israeliane hanno comunicato d’aver intercettato lo scorso 19 gennaio un battello che trasportava materiale bellico per Hamas. L’imbarcazione faceva rotta dalla penisola egiziana del Sinai verso la striscia di Gaza con a bordo materiali per la produzione di razzi e mortai e equipaggiamenti da combattimento destinati alle Brigate Izzadin Al-Qassam, ala militare di Hamas. Arrestati tre uomini, che mercoledì sono stati […]Continua a leggere

Festival del film di Locarno sotto accusa del Partito Comunista (!!!) per la partecipazione di Israele: “Porte spalancate ai sionisti!”

Di Emanuel Baroz | 13 febbraio 2015
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Festival del film di Locarno sotto accusa del Partito Comunista (!!!) per la partecipazione di Israele: “Porte spalancate ai sionisti!”

Festival del film di Locarno sotto accusa del Partito Comunista (!!!) per la partecipazione di Israele: “Porte spalancate ai sionisti!” Locarno (Svizzera), 12 Febbraio 2015 – Sembra incredibile ma esiste ancora un partito comunista in Svizzera, e, sembra ancor più incredibile, ma la decisione degli organizzatori del Festival internazionale del film di Locarno di dedicare ai film israeliani in post produzione la prossima edizione, è riuscita nell’impresa di ridare voce a chi evidentemente non aspettava altro per poter tornare sulle prime pagine dei giornali e dare un segno della propria esistenza, soddisfacendo così il proprio ego e dando nuovamente voce al proprio pregiudizio antisraeliano ed antiebraico. Ma andiamo con ordine: dopo Colombia, Messico, Cile e Brasile, quest’anno come detto sarà Israele il Paese protagonista di Carte Blanche, iniziativa che si tiene nell’ambito del Festival del film di Locarno, in programma dal 5 al 15 agosto 2015 nella cittadina svizzera, decisione che non è andata giù a tale Massimiliano Ay, segretario politico del Partito Comunista dell Svizzera Italiana che in un durissimo e delirante comunicato contro l’attuale presidente del Festival, e pieno di falsità sullo Stato di Israele, ha dichiarato quanto segue: “Marco Solari prima sbatte le porte in faccia ai russi, poi le spalanca ai sionisti! Dopo aver rifiutato – quasi fossimo ancora in piena guerra fredda – l’offerta della Russia di una vera cooperazione con il Gosfilmofond, cioè la più grande cineteca del mondo, il Festival del film di Locarno comunica che l’edizione 2015, la 68esima dell’importante evento culturale locarnese, sarà caratterizzata da un partenariato con l’Israel Film Fund, emanazione del governo di Tel Aviv“. (in realtà come sappiamo il governo dello Stato di Israele è di Gerusalemme, e non di Tel Aviv, ma per chi vive la propria vita immerso in una realtà virtuale in cui il terrorismo palestinese ed antisemita non esiste, mentre le legittime azioni di difesa della propria popolazione da parte di uno stato democratico sono -quelle si- terrorismo, non ci si può aspettare altro…)Continua a leggere