Ultimi Articoli

Milano: convegno dell’estrema destra europea

Di Emanuel Baroz | 21 dicembre 2014
2 commenti
Milano:  convegno dell’estrema destra europea

Milano, a convegno l’estrema destra europea: fra i relatori la consigliera eletta con Maroni Maria Teresa Baldini, consigliere regionale in Lombardia, al convegno contro il quale si era espresso duramente anche il sindaco Pisapia. Fiore (Forza Nuova): “Non conosco Carminati” di Matteo Pucciarelli C’era anche una consigliera regionale eletta con la Lista Maroni, Maria Teresa Baldini (ora passata al gruppo misto Popolari per l’Italia), al tavolo dei relatori del convegno organizzato a Milano da Forza Nuova dal titolo “Europa: una, grande, libera”, primo incontro italiano del partito pan-europeo Alliance for Peace and Freedom. Il leghista Ettore Fusco, il consigliere metropolitano che fece richiesta di utilizzo di una sala della sede della Provincia, aveva fatto marcia indietro. Il presidente dell’ente, Guido Podestà – il quale l’aveva concessa in uso – idem. Ma la Baldini no: ha salutato i camerati riuniti all’hotel Milton Best Western attaccando il sindaco Giuliano Pisapia (“Ho sentito le sue parole contro questa manifestazione e mi hanno lasciato sbalordita, ognuno ha diritto di dire la propria“) e parlando di “arroganza della maggioranza che non vuol ascoltare le minoranze”. Baldini, comunque sia, non è nuova a uscite quantomeno discutibili. Come quando propose di chiudere i rom nelle caserme e censire i bimbi con la tbc; un’altra volta disse che “le mense sono a rischio infezione se nelle cucine lavorano gli immigrati“. Eletta nel febbraio 2013 con meno di 300 preferenze, dopo le svariate gaffe imbarazzanti per lo stesse centrodestra, lasciò il gruppo vicino alla Lega Nord. Anche un consigliere comunale di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale, si è presentato all’hotel. “Io non sono qui per partecipare – ha spiegato – ma sono molto infastidito per il fatto che non abbiano potuto usufruire delle sale pubbliche”.Continua a leggere

L’Unione Europea giustifica il terrorismo? Il dubbio purtroppo è lecito

Di Emanuel Baroz | 21 dicembre 2014
6 commenti
L’Unione Europea giustifica il terrorismo? Il dubbio purtroppo è lecito

L’Europa che giustifica i terroristi Ci sono tre mesi di tempo per evitare che Hamas apra sedi nell’Ue A leggere le motivazioni della Corte europea di giustizia che ha tolto Hamas dalla lista dei gruppi terroristici, si scopre che il vizio di fondo è che l’Europa non ha mai verificato in autonomia se Hamas è davvero un gruppo terroristico. Non ha raccolto prove, non ha raggiunto conclusioni che non siano prese dagli organi d’informazione. Dal dicembre del 2001, mese e anno di quella decisione (2001: ricorda qualcosa, ma cosa?), la Corte sostiene che l’Unione europea continua a mantenere Hamas sulla lista del terrorismo perché si fida di quello che le viene detto, e questo non va bene, il gruppo palestinese deve essere cancellato dall’elenco. Se non ci sarà un appello entro tre mesi, Hamas potrà aprire conti bancari e sedi in Europa. Ora, è in effetti deplorevole che l’Unione europea in tredici anni non abbia scritto un rapporto su Hamas e il terrorismo. Il problema dei settlement è stato sollevato innumerevoli volte, la barriera anti attentati è stata criticata, i boicottaggi di prodotti israeliani in alcuni stati membri sono ormai una notizia di routine, i politici israeliani rischiano l’arresto se atterrano nell’aeroporto sbagliato. Eppure, non è stato ancora provato dall’Unione europea un collegamento certo tra Hamas e gli attentati contro i civili – bambini inclusi, come a Peshawar, e la differenza tra Gerusalemme e Peshawar è soltanto tecnica, non idoelogica: le squadre di Hamas non riescono a fare quello che hanno fatto i talebani pachistani perché finirebbero uccise prima, non per altri motivi. Se soltanto riescono a entrare in una sinagoga con una mannaia, quelli di Hamas provano a fare in piccolo quello che – per ora – non sono riusciti a fare in grande.Continua a leggere

Hamas festeggia la decisione della Corte di Giustizia Europea lanciando missili contro Israele

Di Emanuel Baroz | 20 dicembre 2014
0 commenti
Hamas festeggia la decisione della Corte di Giustizia Europea lanciando missili contro Israele

Striscia di Gaza: primo attacco di Israele dopo il cessate il fuoco Gaza, 19 Dicembre 2014 – Non si è fatta attendere la risposta dei terroristi palestinesi di Hamas (o di altre sigle ad essa sempre riconducibili) alla decisione della Corte di Giustizia Europea, che a tolto il suo nome dalla lista delle organizzazioni terroristiche dell’UE: questa mattina sono stati lanciati alcuni missili dalla Striscia di Gaza contro Israele, che per fortuna sono esplosi nella regione vicino ad Eshkol senza […]Continua a leggere

Gaza: Hamas riprende la costruzione dei tunnel del terrore e prepara una nuova guerra contro Israele

Di Emanuel Baroz | 19 dicembre 2014
0 commenti
Gaza: Hamas riprende la costruzione dei tunnel del terrore e prepara una nuova guerra contro Israele

Hamas ricostruisce i ‘tunnel del terrore’ e prepara nuova guerra contro Israele Il movimento islamico palestinese di Hamas ha cominciato a ricostruire i cosidetti ”tunnel del terrore” con la Striscia di Gaza distrutti durante l’offensiva israeliana tra il luglio e l’agosto scorsi. Lo rende noto Ynet, il sito del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, citando fonti palestinesi interne a Gaza che parlano anche di una nuova strategia di guerra elaborata da Hamas contro lo Stato ebraico. A metà ottobre Israele ha concesso l’ingresso a Gaza di materiali edili per la ricostruzione degli edifici distrutti durante i raid con l’impegno che non sarebbero stati usati da Hamas per ricostruire i tunnel. Il movimento radicale palestinese, comunque, secondo le fonti di Ynet si rifornisce anche al mercato nero. Oltre ai tunnel, le fonti riferiscono che Hamas ha anche ripreso la costruzione di missili e del proprio arsenale usando i cosiddetti materiali dal ”doppio uso”, come ad esempio il ferro che può essere utilizzato pere realizzare armi. Questi materiali vengono anche contrabbandati illegalmente attraverso il valico di Rafah con l’Egitto o via mare. Ed è proprio in mare che nelle scorse settimane Hamas ha testato una serie di razzi.Continua a leggere

Con il voto sulla Palestina di ieri l’Unione Europea ha tradito ancora una volta Israele

Di Emanuel Baroz | 18 dicembre 2014
4 commenti
Con il voto sulla Palestina di ieri l’Unione Europea ha tradito ancora una volta Israele

Come l’Ue ha pugnalato Israele di Stefano Magni Per caso l’Unione Europea ha deciso di dichiarare guerra a Israele? L’importante è essere chiari. Perché nonostante tutte le assicurazioni verbali allo Stato ebraico, le azioni dei parlamenti nazionali, il Tribunale dell’Ue e poi anche del Parlamento europeo, dimostrano un’ostilità senza pari. Andiamo con ordine, dall’ultima notizia alla prima. Ieri pomeriggio, con un voto di 498 sì, 88 no e 111 astensioni, il Parlamento europeo ha votato per il riconoscimento di uno Stato Palestinese indipendente, nei confini armistiziali che hanno retto dal 1949 fino al 1967. I dissensi sono stati pochissimi, si contano sulla punta delle dita. Il gruppo di Forza Italia è uscito dall’aula per protesta. “Pur riconoscendo il lavoro fatto dal Ppe per mitigare le posizioni della sinistra europea – spiega Elisabetta Gardini – come delegazione di Forza Italia permangono rispetto al testo di questa risoluzione ancora delle ambiguità e troppe tracce della versione originaria a cominciare dal titolo. Per questo motivo, proprio per marcare politicamente il nostro dissenso, al momento del voto tutta la nostra delegazione ha abbandonato l’aula“. Ancor più contrario, per una questione di principio, è l’euroscettico inglese Nigel Farage: “Il riconoscimento degli Stati è di competenza delle nazioni, non del Parlamento europeo che non ha questo potere: questo voto va annullato“. Ma tutti gli altri, o quasi, hanno votato a favore. Tutti, dal Ppe ai Socialisti e Democratici, passando per i Liberali europei si dicono a favore di una “Palestina indipendente”. Inutile fare, in questa sede, qualunque excursus storico sull’origine del conflitto. Basti sapere, però, che il concetto stesso di una Palestina araba, contrapposta a quella ebraica, nacque nel 1964, dietro la spinta dei regimi arabi, dopo che questi avevano mancato l’obiettivo di disintegrare lo Stato ebraico con la guerra del 1947-49. Basti constatare che il confine che resse fino al 1967 divideva in due Gerusalemme (sulla linea in cui attualmente passa l’unica linea tranviaria della città) e che il Muro Occidentale, primo luogo sacro dell’ebraismo, trovandosi nel settore arabo, era precluso agli ebrei.Continua a leggere