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Nuova legge palestinese: lavori forzati ed ergastolo per chi vende la propria casa o la propria terra ad un ebreo!

Di Emanuel Baroz | 21 ottobre 2014
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Nuova legge palestinese: lavori forzati ed  ergastolo per chi vende la propria casa o la propria terra ad un ebreo!

Abu Mazen decreta: lavori forzati ed ergastolo a chi vende la propria terra ad uno “Stato nemico” Ramallah, 20 Ottobre 2014 – Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha emesso un decreto  che modifica il codice penale palestinese in modo da aggiungere i lavori forzati, oltre al carcere a vita, ai palestinesi che vendono, affittano o fanno da mediatori nelle transazioni immobiliari con “cittadini di paesi ostili”. Lo riporta l’agenzia di stampa Wafa La decisione di Abu Mazen coincide […]Continua a leggere

Gaza: Hamas ricostruisce i tunnel del terrorismo

Di Emanuel Baroz | 20 ottobre 2014
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Gaza: Hamas ricostruisce i tunnel del terrorismo

Hamas: stiamo ricostruendo i tunnel distrutti da Israele Gaza, 19 Ottobre 2014 – Un alto esponente delle Brigate Ezzedin al-Qassam (il cosiddetto “braccio armato di Hamas”), ha annunciato che il movimento palestinese sta ricostruendo la rete di tunnel del terrorismo distrutta da Israele durante la controffensiva antiterrorismo denominata “Margine Protettivo”  di questa estate sulla Striscia di Gaza. Il responsabile della squadra degli scavi, Abu-Khaled, ha dichiarato al giornale di Gaza al-Resalah che i lavori per riparare i tunnel sono iniziati […]Continua a leggere

Londra apre alla Palestina pensando al voto islamico

Di Emanuel Baroz | 18 ottobre 2014
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Londra apre alla Palestina pensando al voto islamico

Londra apre alla Palestina pensando al voto islamico di Luigi Ippolito Non è giunto come una sorpresa il voto di lunedì scorso del Parlamento britannico a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina. Un voto che non impegna il governo di David Cameron, ma che costituisce comunque un segnale politico. Non è una sorpresa per chi avesse assistito questa estate alle manifestazioni a Londra in solidarietà con la popolazione di Gaza. Hyde Park gremito all’inverosimile, le zone circostanti e le stazioni della metropolitana invase dalle bandiere palestinesi. Ma ciò che colpiva era la composizione «culturale» dei dimostranti: in piazza c’era sostanzialmente la comunità musulmana britannica. E non barbuti imam di periferia, bensì intere famigliole agghindate coi colori della Palestina. E proprio in quei giorni il sottosegretario agli Esteri, la baronessa Warsi, primo esponente musulmano nel governo, rassegnava le dimissioni in polemica con l’atteggiamento del gabinetto Cameron, ritenuto troppo schiacciato su Israele. Un segnale considerato allarmante dai giornali britannici. Che facevano notare come il premier Cameron, alienandosi le simpatie della comunità musulmana (iI 5% della popolazione), rischiasse di giocarsi la rielezione. Un’osservazione che deve essere stata tenuta in conto, visto che i deputati conservatori lunedì hanno ricevuto libertà di voto.Continua a leggere

Antisionismo: l’antisemitismo di chi si proclama “antifascista”

Di Emanuel Baroz | 18 ottobre 2014
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Antisionismo: l’antisemitismo di chi si proclama “antifascista”

II nuovo “tradimento dei chierici” Quelli che chiedono un boicottaggio di Israele fingendo di non sapere che la forza propulsiva dell’antisemitismo europeo è l’estremismo islamico. di Angelo Panebianco Dopo la caduta del fascismo, in età repubblicana, una gran parte degli intellettuali italiani ha fatto continua professione di antifascismo. La “spiaggia” antifascista è sempre stata molto più affollata (per tutto l’anno, e per oltre sessant’anni) delle spiagge romagnole a Ferragosto. C’era però qualcosa che non funzionava in tutto questo antifascismo parolaio. Il sospetto nasceva dal fatto che, secondo tutte le testimonianze, durante il fascismo il grosso degli intellettuali stava in silenzio, appartato, oppure era allineato, succube del regime, entusiasticamente schierato con il duce. Si consideri, ma è solo un esempio, quella magnifica testimonianza che è L’elogio della galera di Ernesto Rossi, le lettere che Rossi inviò alla moglie e alla madre nella sua ventennale reclusione. Si potrà facilmente constatare quanto forte fosse il senso d’isolamento di quei “quattro gatti” che osarono sfidare il fascismo trionfante. ANTIFASCISTI A BABBO MORTO Dunque, quattro gatti antifascisti all’epoca del fascismo e, per contro, legioni di antifascisti a babbo morto, a fascismo finito. Non è strano? I sospetti trovano oggi una conferma. Una parte almeno (speriamo che alla fine non risulti troppo grande) dei suddetti intellettuali antifascisti-a-fascismo-finito, si sta preparando per un nuovo “tradimento dei chierici”. Guardate quante dichiarazioni sono state fatte e quanti manifesti sono circolati e circolano, in Italia e in Europa, con richieste di boicottaggio di Israele, quante firme, illustri e non illustri, di accademici, artisti eccetera, si sono prestate e si prestano con entusiasmo a fiancheggiare il rinato antisemitismo europeo.Continua a leggere

Sollevazione popolare contro tv saudita per aver scritto “Israele” sulla mappa: “Dovete scrivere Palestina!”

Di Emanuel Baroz | 15 ottobre 2014
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Sollevazione popolare contro tv saudita per aver scritto “Israele” sulla mappa: “Dovete scrivere Palestina!”

“Eliminate Israele da quella mappa!” di Khaled Abu Toameh, del Gatestone Institute Di recente, il canale televisivo saudita MBC è stato costretto a chiedere scusa alle sue centinaia di milioni di telespettatori per aver usato il nome Israele invece di Palestina. Le scuse sono arrivate dopo che i telespettatori hanno fermamente condannato il network, minacciando di boicottare i suoi programmi per aver utilizzato una mappa recante il nome di Israele. Il motivo per cui Israele è apparso su questa mappa è stata la partecipazione di due giovani arabi israeliani al popolare talent show Arab Idol. Il programma, la versione mediorientale del britannico Pop Idol, è il più visto nel mondo arabo. I due arabi israeliani, la 25enne Manal Moussa e il 24enne Haitham Khalilah, vengono da villaggi del nord di Israele. Fanno parte dei numerosi concorrenti provenienti da tutto il mondo arabo che interpretano canzoni su un palco di fronte a quattro giurati e al pubblico. Questa è la prima volta che degli arabi israeliani partecipano al popolare show. A metà settembre, quando ha avuto inizio il programma di questa nuova stagione, l’emittente televisiva ha presentato una mappa con i nomi dei paesi di appartenenza dei concorrenti. Quest’anno, ovviamente, è stata mostrata la mappa di Israele, essendo uno dei paesi presenti allo show. La MBC e i registi di Arab Idol hanno rapidamente capito di aver commesso un grave e imperdonabile crimine. In pochi minuti, sono stati inondati di richieste per eliminare Israele dalla mappa e chiedere scusa agli arabi per questa “grave offesa”. Parole di condanna sono arrivate non solo dai palestinesi, ma da quasi tutti i paesi arabi. I contestatori hanno chiesto all’emittente di sostituire immediatamente “Israele” con “Palestina” altrimenti avrebbero dovuto far fronte a una massiccia campagna di boicottaggio. Gli attivisti arabi non hanno nemmeno aspettato la risposta della MBC e hanno lanciato la loro campagna online per boicottare l’emittente televisiva. Un gruppo ha avviato una campagna su Twitter intitolata “Fermiamo Arab Idol”. Una terza campagna online è stata intitolata “Tutti insieme contro Arab Idol”.Continua a leggere