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Hezbollah esce allo scoperto: “pronti a ricevere armi da Damasco per attaccare Israele”

Di Emanuel Baroz | 11 maggio 2013
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Hezbollah esce allo scoperto: “pronti a ricevere armi da Damasco per attaccare Israele”

Hezbollah esce allo scoperto: “pronti a ricevere armi da Damasco per attaccare Israele” La Siria pronta a fornire armi sofisticate agli Hezbollah libanesi, secondo Hassan Nasrallah, a capo delle milizie sciite libanesi Hezbollah. Nasrallah si è espresso come è solito fare in un video-messaggio in occasione del 25esimo anniversario della nascita di Al-Nour, la radio di proprietà di Hezbollah . Ha parlato dei raid dell’aviazione israeliana in Siria, e della possibile risposta siriana. Il leader di Hezbollah è stato chiarissimo: […]Continua a leggere

Anche il fisico Stephen Hawking si unisce al vergognoso boicottaggio accademico contro Israele

Di Emanuel Baroz | 9 maggio 2013
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Anche il fisico Stephen Hawking si unisce al vergognoso boicottaggio accademico contro Israele

Stephen Hawking aderisce iniziative boicottaggio Israele Si unisce a proteste accademici e nomi noti e diserta evento Londra, 8 Maggio 2013 – Il fisico Stephen Hawking, tra gli scienziati piu’ noti al mondo, ha deciso di unirsi alle iniziative di boicottaggio contro Israele (per cui vale sempre la famosa risposta di Sam Levinson e il consiglio del nostro amico Giuseppe) promosse da accademici e nomi noti in segno di protesta contro il trattamento dei palestinesi (mentre sul “trattamento dei palestinesi” […]Continua a leggere

Fatah: “Israele è il nemico principale di arabi e musulmani”

Di Emanuel Baroz | 8 maggio 2013
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Fatah: “Israele è il nemico principale di arabi e musulmani”

«Israele è il nostro nemico, la lotta armata in tutte le sue forme la nostra strategia» Jibril Rajoub, vice segretario generale del Comitato Centrale di Fatah (il movimento del presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen), ha dichiarato in un’intervista che “la resistenza in tutte le sue forme” rimane la strategia del suo gruppo contro Israele, e ha definito lo stato ebraico “il nemico principale” di arabi e musulmani. Rajoub, che ha svolto un ruolo chiave nei negoziati con Israele e oggi è a capo del Comitato Olimpico palestinese, ha dichiarato lo scorso 30 aprile alla tv libanese Al-Mayadeen che, per Fatah, “la resistenza contro Israele rimane all’ordine del giorno”, e ha precisato: “Intendo resistenza in tutte le sue forme. In questa fase riteniamo che la resistenza popolare, con tutto ciò che essa comporta, sia efficace e costi caro alla controparte”. Nel lessico della politica araba, per “resistenza contro Israele in tutte le sue forme” si intende ogni forma di violenza, anche quella terroristica contro civili. A suo tempo detenuto in Israele per aver lanciato una granata contro un autobus, dopo essere stato scarcerato Rajoub divenne capo della Forza di Sicurezza Preventiva dell’Autorità Palestinese in Cisgiordania e consigliere di Yasser Arafat per la sicurezza nazionale. Fra i firmatari dell’iniziativa ufficiosa israelo-palestinese di Ginevra del 2003, Rajoub è noto al pubblico israeliano per essere una delle maggiori personalità palestinesi comparse nel 2010 nel video di una campagna pubblicitaria volta a convincere gli israeliani dell’esistenza di un affidabile interlocutore di pace. Rajoub si rivolgeva direttamente alla popolazione israeliana dicendo in ebraico: “Io sono il vostro interlocutore”, e aggiungeva che “vi è consenso nel mondo arabo per il riconoscimento dell’esistenza di Israele in cambio della fine dell’occupazione”. Nell’intervista lunga un’ora della scorsa settimana, resa nota mercoledì dal centro di monitoraggio Palestinian Media Watch, nell’esprimere preoccupazione per i toni islamici assunti dalla “primavera araba” Rajoub sottolinea che anche Fatah è un movimento rivoluzionario votato alla lotta contro Israele. E spiega: “Se me lo chiedete come palestinese, io dico: la nostra battaglia è contro l’occupazione israeliana, il nostro nemico principale, non [solo] in quanto palestinesi ma in quanto arabi e musulmani, è Israele e l’occupazione israeliana”.Continua a leggere

Roma, Equitalia alla Comunità Ebraica: “Priebke nullatente, pagate le spese legali”

Di Emanuel Baroz | 8 maggio 2013
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Roma, Equitalia alla Comunità Ebraica: “Priebke nullatente, pagate le spese legali”

Equitalia alla Comunità ebraica: “Priebke nullatente, pagate le spese legali” Al presidente della Comunità ebraica romana e al giornalista del Tg2 Walter Vecellio recapitata una cartella esattoriale da 316,05 euro anche se erano risultati innocenti rispetto alle accuse mosse l’ex ufficiale delle SS condannato all’ergastolo per l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il boia delle Fosse Ardeatine, che a luglio compierà 100 anni, non ha beni intestati di Gabriele Isman Roma, 8 Maggio 2013 – Sono risultati innocenti rispetto alle accuse di sequestro di persona e ingiurie nei confronti di Erick Priebke, boia delle Fosse Ardeatine, ma dovranno pagare le spese perchè il capitano delle Ss all’ergastolo (anche se più di una volta è stato visto camminare tranquillamente per le strade della capitale) risulta nullatenente. A ricevere la cartella esattoriale sono stati il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici e il giornalista del Tg2 Walter Vecellio, entrambi accusati da Priebke di sequestro di persona e ingiurie. A denunciare la vicenda è stato Giuseppe Giulietti, portavoce dell’associazione Articolo 21. “Non ricordo neppure di aver ricevuto la cartella, in questo caso Equitalia è soltanto agente di pagamento, forse non ha colpe. L’anomalia, la mostruosità giuridica sta nel fatto che a pagare debba essere chi è risultato innocente in tre gradi di giudizio perché l’imputato Priebke non ha beni pignorabili. Comunque non pagherò” dice Pacifici che poi rincara: “È demenziale che se 10mila persone nullatenenti denunciano un innocente e poi non possono pagare, l’innocente finisce sul lastrico perché deve pagare per loro”. Vecellio invece ha mostrato la cartella Equitalia al Tg2: “I trecento euro li pago senza problemi, il meccanismo prevede che la registrazione della notifica della sentenza sia a carico del soccombente, ma se questo non paga perché nullatenente scatta il pagamento a carico delle altre parti. Questa è la legge: a parte il meccanismo a parte, in questo caso è offensivo che si parli di un nazista che querela il mondo perché comunque non ha nulla da perdere”.Continua a leggere

Giulio Andreotti: amico degli arabi, da Arafat ad Abu Abbas

Di Emanuel Baroz | 7 maggio 2013
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Giulio Andreotti: amico degli arabi, da Arafat ad Abu Abbas

E’ notizia di ieri la scomparsa del Senatore a vita Giulio Andreotti, esponente di spicco della Democrazia Cristiana e dell’intera politica italiana fin dal dopoguerra, la cui carriera è stata piena di episodi piuttosto controversi (diciamo così…) sia in Italia che all’estero. Noi oggi vogliamo ricordare la sua persona e, sopratutto,  la sua politica, con l’articolo che potrete leggere qui di seguito. Buona lettura. Andreotti amico degli arabi, da Arafat ad Abu Abbas di Alberto Negri Roma, 6 Maggio 2013 – Nel mondo arabo e musulmano era così popolare che l’industria per la spremitura delle arance a Gaza era stata chiamata “la fabbrica di Andreotti”, perché il politico italiano si era molto adoperato per fare avere i finanziamenti all’Olp di Yasser Arafat con cui era da sempre in buoni rapporti. Certo nelle relazioni di Andreotti con il mondo arabo c’erano sempre di mezzo gli affari italiani, gli interessi petroliferi e quelli dell’Eni che allora coincidevano in gran parte con quelli del Paese, sulla scia delle relazioni avviate nel dopoguerra da Mattei. Anche Gheddafi rientrava tra i suoi protetti perché garantiva all’Italia forniture petrolifere, commesse e un peso politico al nostro ruolo nel Mediterraneo. Fu lo stesso Andreotti a spiegare come il nostro governo negli anni’70 fece fallire un piano, appoggiato dagli inglesi, per abbattere Gheddafi che prevedeva di inviare dall’Italia a Tripoli una nave con emissari libici e mercenari. Si trattava di quello che è passato alla storia come il “piano Hilton”. Così raccontò Andreotti davanti a una commissione di indagine parlamentare: «Il colonnello Roberto Jucci si era occupato, se non ricordo male, di una nave in partenza da Trieste carica non di merci quanto di qualche cosa che doveva procurare guai a Gheddafi. L’operazione fu sventata personalmente dal colonnello Jucci». Il colonnello, poi diventato generale, era un uomo di fiducia di Andeotti che l’anno seguente, nel 1972, sarebbe diventato presidente del Consiglio. In quella frase, «se non ricordo male», c’era tutto Andreotti, il quale ricordava ogni nome, particolare e dettaglio in maniera stupefacente. E anche Andreotti rimaneva impresso nella memoria dei suoi interlocutori mediorientali. Mohammed Larijani, ex viceministro degli Esteri e fratello dell’attuale presidente del Parlamento, qualche anno fa in un libro di memorie dedicò otto pagine a un ritratto di Andreotti. In Iran è sempre stato tenuto in grande considerazione al punto che anche quando non ebbe più cariche di governo venne ricevuto negli anni ’90 dall’allora presidente Rafsanjani con gli onori di un capo di stato. Rafsanjani lo accolse all’aereoporto sul tappeto rosso con gli inni nazionali e lo abbracciò: in fondo il leader iraniano, per la sua consumata abilità manovriera, gli somigliava.Continua a leggere