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Israele e l’enigma siriano

Di Emanuel Baroz | 6 maggio 2013
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Israele e l’enigma siriano

Israele e l’enigma siriano di Michael Sfaradi Tel Aviv, 5 Maggio 2013 – Più volte il governo di Gerusalemme, per voce di alcuni funzionari del ministero della difesa o degli esteri, aveva avvertito, sia direttamente sia tramite i canali internazionali, che non sarebbero stati tollerati spostamenti di armi strategiche come quelle chimiche in dotazione all’esercito siriano o di missili a lunga gittata di fabbricazione iraniana nelle mani della milizia sciita Hetzbollah. Già nei mesi scorsi l’aeronautica militare israeliana aveva colpito, alla periferia di Damasco, il centro di ricerche per la guerra chimica dell’esercito siriano.  Si trattò comunque di un’azione mirata e di basso profilo, più che un vero e proprio atto di guerra un serio avvertimento, niente a che vedere con quello che sta succedendo in queste ore. Ultimamente c’erano stati diversi cambiamenti ai confini fra la Siria e lo Stato ebraico, e questo non era certamente sfuggito agli esperti e agli osservatori internazionali. La prima avvisaglia si era avuta nei giorni scorsi con l’improvviso spostamento e schieramento di tre delle cinque batterie antimissile “Iron Drome”, le stesse che difesero il sud di Israele durante l’operazione “Colonna di nuvola”. Inizialmente si era pensato, o meglio si era voluto far credere, che l’azione fosse legata a delle non meglio precisate esercitazioni che avrebbero dovuto interessare reparti della brigata del Golan, alcuni squadroni di mezzi corazzati e decine di riservisti richiamati proprio per aggiornamento e addestramento, ma le ultime notizie che arrivano dai canali internazionali, e che stranamente vengono confermate nel giro di poche ore, hanno completamente cambiato le carte in tavola mettendo in luce il fatto che Israele segue gli eventi siriani come la massima attenzione e quando lo ritiene necessario interviene. Alcuni jet con lo scudo di David hanno infatti colpito a più riprese in territorio siriano. Il primo bombardamento ha interessato un convoglio che trasportava missili a lunga gittata di fabbricazione iraniana destinati ad Hetzbollah, ordigni con una gittata variabile fra i 100 e 300 km che avrebbero potuto colpire tutte le città israeliane da nord a sud. Il  convoglio che era partito dall’aeroporto di Damasco prima tappa del viaggio da Teheran, ed era diretto verso il confine con il Libano quando è stato intercettato e, nel giro di pochi minuti completamente distrutto. Il secondo bombardamento ha nuovamente interessato il centro di ricerche per la guerra chimica e questa volta, stando alle notizie che riescono a filtrare, sembra che la struttura sia andata completamente distrutta (da segnalare la RIDICOLA presa di posizione del redivivo PDCI, che ha voluto dire la sua su questa faccenda dopo mesi di silenzio su quanto accadeva in Siria…).Continua a leggere

Raid israeliano sulla Siria: colpito un altro carico di armi per Hezbollah

Di Emanuel Baroz | 5 maggio 2013
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Raid israeliano sulla Siria: colpito un altro carico di armi per Hezbollah

Raid israeliano sulla Siria, colpito un carico per Hezbollah Obiettivo del blitz dell’aviazione di Gerusalemme un rifornimento di armi, forse diretto in Libano al movimento libanese sciita alleato al regime di Bashar al-Assad Damasco, 3 Maggio 2013 – Israele avrebbe condotto nella notte tra il 2 e il 3 maggio un raid aereo sulla Siria per colpire un trasferimento di “missili sofisticati”. La notizia, lanciata per prima dalla Cnn e smentita dall’ambasciatore siriano all’Onu, viene ora confermata da una fonte […]Continua a leggere

Budapest (Ungheria): corteo antisemita del partito di estrema destra Jobbik per protesta contro Congresso Mondiale Ebraico

Di Emanuel Baroz | 4 maggio 2013
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Budapest (Ungheria): corteo antisemita del partito di estrema destra Jobbik per protesta contro Congresso Mondiale Ebraico

Budapest, corteo antisemita prima del Congresso ebraico Circa mille sostenitori del partito ungherese di estrema destra Jobbik hanno manifestato a Budapest alla vigilia dell’apertura del Congresso mondiale ebraico (Wjc) (qui il video). Il corteo si è tenuto nonostante gli sforzi del governo per vietarlo a causa della sua natura antisemita. Jobbik è il terzo partito per rappresentanza in Parlamento. I dimostranti si sono lamentati per il Congresso ebraico, hanno pregato per la fine del sionismo e hanno chiesto le dimissioni […]Continua a leggere

Gaza: per Hamas l’addestramento militare è una materia da inserire nel programma scolastico

Di Emanuel Baroz | 2 maggio 2013
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Gaza: per Hamas l’addestramento militare è una materia da inserire nel programma scolastico

Addestramento militare nelle scuole di Hamas Ai ragazzini adolescenti palestinesi nelle scuole della Striscia di Gaza viene fornito addestramento militare, insegnando loro come si usano lanciarazzi, mitra Kalashnikov e altre armi da guerra. È quanto emerge da un reportage pubblicato domenica scorsa dal quotidiano britannico The Guardian. Stando a quanto afferma il sito web dello stesso “ministero dell’istruzione” di Gaza, citato dal Guardian, membri delle Brigate Izzadin Kassam, l’ala militare di Hamas, contribuiscono all’addestramento insegnando non solo a sparare, ma anche “i valori di disciplina e di responsabilità”. Secondo il reportage del Guardian, nei periodi di chiusura delle scuole i programmi vengono integrati con campi d’addestramento “volontari” dove i ragazzi ricevono ulteriore formazione all’uso di armi da fuoco ed esplosivi. Già 5.000 ragazzi palestinesi sono stati addestrati da quando, nel settembre 2012, è stato avviato il programma che attualmente coinvolge non meno di 37.000 studenti fra i 15 e i 17 anni. In teoria i genitori avrebbero il diritto di ritirare i propri figli dal corso, ma il giornale afferma che ciò avviene molto raramente. Il sito web del “ministero dell’istruzione” di Hamas nega che nell’addestramento vengano usate armi vere, ma un video diffuso su YouTube mostra un ragazzino della scuola Gamal Abdel Nasser, nelle vicinanze di Gaza City, che spara con un lanciarazzi a un bersaglio contrassegnato da una’improvvisata bandiera israeliana.Continua a leggere

A Napoli De Magistris onora Abu Mazen, ma intanto il presidente di Fatah mostra il suo vero volto

Di Emanuel Baroz | 1 maggio 2013
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A Napoli De Magistris onora Abu Mazen, ma intanto il presidente di Fatah mostra il suo vero volto

E mentre Abu Mazen diventa cittadino onorario napoletano… Mentre il sindaco di Napoli getta discredito ed ignominia sulla città, invitando il presidente dell’OLP e conferendogli addirittura la cittadinanza onoraria (peccato: non ha colto l’occasione per chiedergli conto della repressione a Ramallah, e delle recenti dimissioni del primo ministro Salam Fayyad, che ostacolava la corruzione e l’inefficienza del regime di Abu Mazen); nel resto del mondo il boss dell’autorità palestinese, capo di Al Fatah, presidente dell’OLP e adulatore dei fondamentalisti di Hamas è trattato per quello che è: un simpatizzante, se non un fiancheggiatore, del terrorismo internazionale. Dopotutto, è pur sempre il responsabile organizzativo e logistico della Strage di Monaco del 1972. Per non lasciare dubbi sulla sua moralità, Abu Mazen si è affrettato a felicitarsi con Salam As’ad Zaghal, che martedì ha accoltelato e ucciso nel West Bank Evyatar Borovsky, cittadino israeliano di 31 anni e padre di cinque figli. E’ sceso in campo addirittura Al Fatah, il partito di Abu Mazen al potere in Cisgiordania (ufficialmente, per mancanza di elezioni da più di quattro anni; altrimenti, sarebbe destinato a perdere interamente il potere), che sulla sua pagina ufficiale su Facebook ha celebrato l'”eroe”, peraltro rilasciato poche settimane fa dopo essere stato arrestato e incarcerato per tre anni fra l’altro per aver lanciato pietre e bottiglie incendiarie. L’assassino si è impossessato della pistola della vittima, prima di essere neutralizzato e arrestato dalla forze di sicurezza, contro cui ha fatto partire alcuni colpi. Ma chi è Zaghal, autore dell’omicidio? secondo quanto riporta oggi il Los Angeles Times, le “brigade dei martiri di Al Aqsa”, braccio militare del Fatah, il partito di Abu Mazen, hanno rivendicato l’omicidio, definendolo una “rivincita per il trattamento riservato ai detenuti palestinesi”, ospiti delle prigioni israeliane per crimini di diversa natura. Il gruppo ha definito l’attentato un “omaggio” ai detenuti palestinesi, promettendo ulteriori attacchi nei prossimi mesi.Continua a leggere