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Strage di palestinesi in un campo profughi, ma di pacifinti e flottiglie neanche l’ombra…

Di Emanuel Baroz | 17 dicembre 2012
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Strage di palestinesi in un campo profughi, ma di pacifinti e flottiglie neanche l’ombra…

Siria: bombardato campo profughi palestinese da caccia governativi. Almeno 25 le vittime dei raid aerei. 759 palestinesi uccisi in Siria dall’inizio della rivolta. Unrwa: caos nel campo di Yarmouk Damasco, 16 Dicembre 2012 – Un campo profughi palestinese alla periferia a sud di Damasco e’ stato bombardato da caccia governativi, che hanno colpito anche una moschea, aprendo così un nuovo scenario nella guerra scatenata per fermare l’avanzata dei ribelli sulla capitale. Almeno 25 le vittime dei raid aerei. “I jet hanno colpito un’area vicino all’ospedale di Al-Bassel, il campo di Yarmuk”, ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, Ong vicina all’opposizione con base a Londra. Secondo attivisti dalla capitale siriana, decine di profughi palestinesi sono morti in una moschea colpita dalle bombe. Il campo di al-Yarmouk ospita anche siriani che sono stati costretti dai combattimenti a lascare le loro case. E’ la prima volta da quando e’ iniziata la rivolta contro il regime di Assad nel marzo 2011 che i Mig del rais siriano attaccano il campo profughi palestinese, che già nell’agosto scorso era stato colpito dall’artiglieria, ovviamente nel silenzio generale. Una fonte palestinese ha affermato che dall’inizio della rivolta popolare antiregime sono stati uccisi 759 palestinesi, mentre per l’Unrwa “Alla luce dei continui combattimenti, il campo profughi di Yarmouk si trova in uno stato di caos”.Continua a leggere

Copenaghen (Danimarca): troppe minacce, via kippah e altri simboli ebraici

Di Emanuel Baroz | 16 dicembre 2012
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Copenaghen (Danimarca): troppe minacce, via kippah e altri simboli ebraici

Certo ripensando al comportamento tenuto dal re di Danimarca Christian X durante la Seconda Guerra Mondiale vengono i brividi…. Danimarca: ambasciata Israele, ebrei non esibite simboli Avviso dato anche da organizzazioni religiose dopo minacce Copenaghen, 14 Dicembre 2012 – Le persone di religione ebraica che vivono o si trovano di passaggio in Danimarca sono state messe in guardia dall’indossare o mostrare i simboli della loro fede poiché continuano a persistere minacce di molestie e di atteggiamenti antisemiti. Lo riferisce il […]Continua a leggere

Hudna: la tregua secondo Hamas

Di Emanuel Baroz | 15 dicembre 2012
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Hudna: la tregua secondo Hamas

Leggende e falsificazioni sulla guerra Hamas-Israele (I Parte) Sulla carta è stato sottoscritto un cessate il fuoco fra Israele e Hamas, ma l’evidenza empirica suggerisce che non reggerà a lungo. Il leader del Jihad Islamico palestinese ha già precisato di recente che la tregua sarà breve e che un nuova sanguinosa fase di combattimenti incombe. L’accordo individua nel Cairo il garante della pace, anche se il presidente Mohammed Morsi e membri del suo governo hanno apertamente incoraggiato e sostenuto Hamas durante la guerra. Il cessate il fuoco verosimilmente rafforzerà Hamas, che lo considera un successo nei confronti di Israele. La storia evidenzia che le tregue non impediscono ad Hamas di continuare ad attaccare Israele. Inoltre, la stessa ammissione dell’Iran di fornire ai terroristi armi perfezionate chiarisce il crescente sforzo di Teheran per destabilizzare lo stato ebraico. Alla fine, questo cessate il fuoco rappresenta soltanto una pausa nei combattimenti, non l’inizio di una pace duratura. E questo per almeno dieci motivi, che discuteremo oggi e nei prossimi giorni. 1. HAMAS ADERIRA’ AL CESSATE IL FUOCO Hamas ha accettato di sottoscrivere un cessate il fuoco. Il nome arabo di questa azione è hudna, che ha un significato ben diverso da quello assegnatogli dal mondo occidentale. Una hudna comporta una pausa temporanea nelle violenze che fornisce ad Hamas il tempo necessario per riorganizzarsi e per armarsi, in vista di un nuovo conflitto. E’ ben diverso da un cessate il fuoco, poiché è un accordo per arrestare le ostilità per un definito arco di tempo: non certo un accordo di pace.Continua a leggere

L’ANP di Abu Mazen celebra l’anniversario di Fatah cancellando lo Stato di Israele dalle mappe

Di Emanuel Baroz | 14 dicembre 2012
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L’ANP di Abu Mazen celebra l’anniversario di Fatah cancellando lo Stato di Israele dalle mappe

Il nuovo logo di Fatah cancella Israele Il logo ufficiale che celebra il 48° anniversario di Fatah contiene una mappa che mostra tutto Israele come “Palestina” di Itamar Marcus e Nan Jacques Zilberdik Ramallah (Cisgiordania) – L’Autorità Nazionale Palestinese ha pubblicato recentemente una foto del logo ufficiale scelto da Fatah per le celebrazioni del 48° anniversario del movimento. Il logo presenta vari simboli, tra cui una mappa della “Palestina” che comprende tutto Israele (e non è la prima volta che questo accade…), il numero 48, la bandiera palestinese e lo slogan per il 48° anniversario: “Lo stato e la vittoria” Palestinian Media Watch ha documentato che le mappe ufficiali dell’ANP non riconoscono l’esistenza di Israele e considerano tutto Israele come “Palestina”. Le mappe appaiono in tutti i contesti ufficiali, comprese scuole, uffici pubblici, mezzi di comunicazione ufficiali dell’ANP, loghi, eventi e documenti ufficiali. Altri simboli centrali dell’ideologia di Fatah appaiono inoltre nel logo, tra cui un fucile e una chiave che simboleggia la rivendicazione palestinese sulla proprietà di case all’interno di Israele (ved. le lettere in giallo). Il modello nella mappa ricorda la palestinese sciarpa- kefiah. La colomba che rompe la catena simboleggia la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi. La cupola dorata rappresenta insieme l’Islam e la rivendicazione palestinese su Gerusalemme.Continua a leggere

Gaza: profumo di missile

Di Emanuel Baroz | 13 dicembre 2012
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Gaza: profumo di missile

A Gaza vendono il “profumo della vittoria” La nuova fragranza, per uomo e donna, porta il nome dei missili prodotti da Hamas e lanciati verso Israele nell’ultima guerra. Gaza, 6 Dicembre 2012 -Il “profumo della vittoria” si chiama M-75 ovvero come i missili prodotti a Gaza dagli uomini di Hamas (a cui vanno aggiunti quelli forniti ai terroristi palestinesi dall’Iran, il tutto nell’indifferenza generale…) e lanciati nelle scorse settimane verso le città israeliane. Ma quella del profumo non è una […]Continua a leggere