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Fabio Granata (parlamentare FLI) “esalta” le capacità della lobby ebraica. E Fini che ne pensa?

Di Emanuel Baroz | 15 maggio 2012
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Fabio Granata (parlamentare FLI) “esalta” le capacità della lobby ebraica. E Fini che ne pensa?

Grazie all’articolo pubblicato su Roma Ebraica a firma Fabio Perugia, veniamo a sapere per che per un parlamentare del Fli (Futuro e Libertà per l’Italia, il partito di Gianfranco Fini), tale Fabio Granata, la lobby ebraica è viva e vegeta e, ovviamente “è la più influente del pianeta” (e perchè non dell’universo?!) Granata: per il parlamentare italiano gli ebrei sono i più potenti del mondo di Fabio Perugia Cari lettori del sito, mi rivolgo a voi per capire se si […]Continua a leggere

Trieste: tra chi tiene in casa del materiale antisemita e chi grida contro il “potere giudaico”

Di Emanuel Baroz | 14 maggio 2012
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Trieste: tra chi tiene in casa del materiale antisemita e chi grida contro il “potere giudaico”

Materiale antisemita rinvenuto nella casa di un pubblico funzionario Trieste – Vario materiale di stampo antisemita e neonazista tra cui alcuni libri, poster e gadget è stato rinvenuto dalla Guardia di Finanza e dalla polizia nel corso della perquisizione dell’abitazione di Carlo Baffi, dirigente dell’Ufficio immigrazione indagato per omicidio colposo e sequestro di persona. La notizia del ritrovamento ha suscitato lo sdegno di molti a Trieste e tra le istituzioni ebraiche nazionali e cittadine. “La presenza dei volumi antisemiti nella casa del vicequestore – afferma il consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con delega per il Nord Est Andrea Mariani – ci rimanda a una dimensione ideologica che avremmo sperato di non dover più affrontare. Una dimensione confermata con preoccupante regolarità dalle periodiche indagini che mostrano una costante escalation dell’antisemitismo in Europa. Quei volumi ci ricordano che il germe dell’intolleranza è ancora fra noi e che è giunto il momento di sradicarlo con decisione in un impegno pubblico volto a svelare quelle ombre che ancora impediscono una reale giustizia sulle tante ombre della nostra città”. “È interesse della Comunità ebraica – spiega in una nota il leader comunitario Alessandro Salonichio – che venga fatta piena luce su questo episodio e abbiamo assoluta fiducia che le indagini in corso faranno emergere la verità. Tuttavia non possiamo nascondere la nostra preoccupazione per il fatto che vicende di questo tipo possano generare una distorta interpretazione della storia, in particolare in un momento come quello che stiamo vivendo”. “Ogni giorno – prosegue Salonichio – dobbiamo infatti amaramente constatare un aumento di episodi di intolleranza e di dichiarazioni dal nemmeno troppo velato sapore razzista che ci fanno temere impulsi di antisemitismo. È dunque nostro dovere vigilare e tenere alta la soglia di attenzione affinché essi non passino sotto silenzio. Vogliamo però rimarcare con chiarezza il sentimento di profonda e sincera gratitudine della nostra Comunità per il lavoro svolto con grande impegno in questi anni dalle Forze dell’Ordine e dalla Polizia di Stato, per la salvaguardia della sicurezza delle nostre istituzioni”. Oltre al “caso Baffi”, c’è un altro episodio che tocca il tema del razzismo e delle stereotipie e che fa molto discutere nel triestino. Protagonista in negativo il capogruppo della Lega Nord in Provincia Paolo Polidori che, nel corso di un recente intervento ad una convention del partito, si era così espresso: “Il presidente del Consiglio Mario Monti e il governo in carica sono espressioni del potere giudaico – massone”. Parole che, una volta rese pubbliche e una volta pervenuta una richiesta ufficiale di scuse da parte della Comunità ebraica, erano state orgogliosamente confermate dal diretto interessato.Continua a leggere

Raduno naziskin a Roma: tam-tam razzista sul web

Di Emanuel Baroz | 10 maggio 2012
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Raduno naziskin a Roma: tam-tam razzista sul web

Raduno naziskin a Roma: tam-tam razzista sul web In uno stabile occupato vicino Guidonia, in arrivo gruppi xenofobi da tutta Italia. Ma soprattutto il gruppo inglese dei “Brutal Attack”, una band che celebra la superiorità dei bianchi.  Perfino CasaPound ha preso le distanze  di Marco Pasqua Roma, 10 Maggio 2012 – Arriveranno da tutta Italia, ma anche dal Regno Unito, per festeggiare i primi 20 anni di vita dei naziskin riuniti nella sigla “Spqr Skins”. L’appuntamento è per sabato a “Casa d’Italia Colleverde”, vecchia occupazione creata in questa frazione di Guidonia, nel 2007, da CasaPound, ma oggi divenuta punto di ritrovo degli skinhead della capitale. Il raduno di sabato, organizzato anche per commemorare Mirko, Simone, Emanuele e Gianluca, quattro camerati scomparsi in un incidente stradale, vedrà esibirsi sul palco alcune band neonaziste, molto note negli ambienti della destra estrema per i loro inni alla violenza e alla xenofobia. A partire dagli skin bolognesi di “Legittima offesa”, punto di riferimento delle teste rasate grazie al repertorio che spazia dall’incitamento alla violenza alle rivendicazioni di superiorità razziale, fino alle citazioni di Mussolini. Ma non saranno i soli. Altri gruppi sono i romani “Time Bombs” e “The 4 Aces”, i “Garrota” (Varese), gli “Ultima Frontiera” (Friuli Venezia Giulia) e, soprattutto, i temibili “Brutal Attack”, dal Regno Unito. Band razzista, che celebra il “white power” (superiorità dei bianchi) e la cui nascita risale agli anni Ottanta: una delle più longeve nell’ambito di gruppi musicali d’area. Sul loro sito è presente una sezione di propaganda nazista. Contatto, questo con i “Brutal attack”, ottenuto grazie agli ottimi rapporti che gli  skin romani vantano con la rete di “Blood and Honour”. Formazione nata nel 1987, il nome è un richiamo al motto della gioventù hitleriana “Sangue e Onore”: all’estero si è resa protagonista di numerose violenze. In Germania è stata dichiarata fuorilegge.Continua a leggere

Vittorio Arrigoni: il grande depistaggio. Come creare nuove generazioni di antisemiti

Di Emanuel Baroz | 1 maggio 2012
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Vittorio Arrigoni: il grande depistaggio. Come creare nuove generazioni di antisemiti

Vittorio Arrigoni: il grande depistaggio. Come creare nuove generazioni di antisemiti di Franco Londei Chi fosse e come la pensava Vittorio Arrigoni lo sanno tutti quindi non ho alcuna intenzione di ribadirlo né di alimentare sterili polemiche. Abbiamo assistito (letto) in silenzio le varie pubblicazioni celebrative a un anno dalla sua morte, scritti che mai e poi mai hanno detto quello che andava detto e cioè che Vittorio Arrigoni è stato ucciso da Hamas (o se volete dalla Jihad Islamica), anzi, nonostante l’evidenza dei fatti sui vari blog e siti filo-palestinesi continuavano imperterriti a cercare responsabilità israeliane. Potere dell’odio che purtroppo conosciamo bene. Come ho detto, siamo rimasti zitti di fronte a questo colossale depistaggio anche perché siamo più che convinti che cavare sangue da delle rape sia una cosa impossibile, non si può ragionare con chi non lo vuol fare. Lo diamo per scontato come diamo per scontato che a certa gente non interessi affatto la verità. E allora perché torno sull’argomento? Perché è successo un fatto gravissimo che coinvolge dei bambini di una scuola elementare ai quali è stata propinata una verità del tutto fuorviante sulla morte di Vittorio Arrigoni dando la netta impressione di un indottrinamento dei piccoli (e innocenti) bambini da parte di insegnanti chiaramente di parte, cosa che ha dato il via ad una serie di sproloqui e falsità che se non fossero scritti da bambini (ammesso che li abbiano scritti loro e che non siano stati dettati) farebbero pensare a degli adulti antisemiti. Il caso è quello della scuola elementare di Niviano (Piacenza) i cui piccoli alunni della quarta e quinta (9 e 10 anni se non vado errato) hanno scritto una lettera alla madre di Vittorio Arrigoni (il testo completo lo potete trovare qui) nella quale i piccini esprimono i “loro pensieri” alla madre di Arrigoni, Egidia Beretta. Lasciamo stare il bel gesto fatto dai bambini, qualsiasi cosa si possa pensare di Arrigoni. Scrivere ad una madre belle cose sul figlio morto è sempre una bella iniziativa a prescindere da chi abbia avuto l’idea o da chi abbia dettato le frasi. Non è su questo che mi voglio concentrare e non voglio concentrami nemmeno sull’opportunità o meno di usare dei bambini per fare mera propaganda anti-israeliana, lo faranno il Ministero della Pubblica Istruzione e chi è competente a farlo (e io non lo sono), no, voglio concentrami su chi ha ucciso Vittorio Arrigoni e perché lo ha fatto. Voglio che a quei bambini venga spiegata la verità sulla morte di Vittorio Arrigoni affinché non crescano credendo che sia morto per “mano nemica”. Voglio che quei bambini sappiano cosa fa Hamas che si nasconde dietro ai civili. Voglio che quei bambini sappiano perché è stato costruito il muro difensivo. Insomma,voglio che a quei bambini venga spiegata tutta la verità e non che sia indottrinati creando così una futura generazione di antisemiti.Continua a leggere

Yom Ha Zikaron: Israele piange i suoi morti, vittime dell’odio

Di Emanuel Baroz | 25 aprile 2012
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Yom Ha Zikaron: Israele piange i suoi morti, vittime dell’odio

La nuova, la stessa Shoah di Giulio Meotti Dopo il Giorno della Shoah (la giornata della memoria israeliana), Israele celebra Yom ha-Zikaron, la giornata del ricordo dei soldati caduti in guerra e delle vittime del terrorismo, e Yom ha-Atzmaut, la giornata dell’indipendenza.Ho deciso di scrivere un articolo da un punto di vista personale e lo ritengo necessario a fronte dell’ipocrisia nei dibattiti israeliani sull’uso del termine Shoah in riferimento all’Iran. Non perché sia impedito ai primi ministri far riferimento ai sei milioni di morti nel commentare le nuove minacce dirette al popolo ebraico; così la pensano ormai solo i deboli e gli ingenui. Ritengo necessario parlarne perché in realtà una mini-Shoah è già accaduta, ma la comunità israeliana si è categoricamente rifiutata di definirla così. Solo la nuova Shoah che in realtà è già accaduta può aiutarci a capire le probabilità che un’ulteriore Shoah si abbatta sul popolo ebraico.Per sei anni ho rintracciato e intervistato i testimoni israeliani delle atrocità del terrorismo, le famiglie delle vittime e i sopravvissuti. È stato un lavoro che è durato sei anni, portato avanti con determinazione, in solitudine e, oso aggiungere, con accanito impegno morale. Il frutto di questo lavoro è il mio libro “Non smetteremo di danzare: le storie mai raccontate dei martiri di Israele“. Quando ho incominciato a lavorare a questo progetto sapevo che sarebbe stato quasi impossibile per i sopravvissuti raccontare le storie in prima persona. La loro testimonianza è una sorta di conoscenza periferica, tenuta nell’ombra, ma che avrebbe potuto esser portata alla luce al momento opportuno. Testimonianza dopo testimonianza mi avvicinavo a comprendere la verità e cresceva in me il senso del passato che esiste dentro al presente.Continua a leggere