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Gaza: il boia di Hamas è sempre all’opera. Nel silenzio generale ovviamente…

Di Emanuel Baroz | 16 aprile 2012
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Gaza: il boia di Hamas è sempre all’opera. Nel silenzio generale ovviamente…

Processi arbitrari e torture, Hamas fermi il boia una volta per tutte di Riccardo Noury (esponente di Amnesty International dal 1980) Dopo le tre impiccagioni di sabato 7 aprile e con un’altra condanna a morte prossima all’esecuzione, l’Europa e le organizzazioni per i diritti umani, palestinesi incluse, chiedono all’amministrazione di Hamas di fermare il boia una volta per tutte. Di cappio o di proiettile, per omicidio o tradimento a favore di Israele, con quelle della scorsa settimana il governo di Isma’il Haniyeh – che amministra la Striscia di Gaza dal giugno 2007,  dopo la vittoria di Hamas alle elezioni dell’anno prima – ha presieduto all’esecuzione di 11 condanne a morte: cinque nel 2010, tre nel 2011 e tre quest’anno. Il fatto che le esecuzioni avvengano a seguito di processi irregolari rende l’uso della pena di morte a Gaza particolarmente grave. Human Rights Watch e Amnesty International hanno documentato tutta una serie di casi in cui i tribunali militari non hanno preso in considerazione prove secondo le quali gli imputati erano stati arrestati in modo arbitrario, non avevano avuto accesso a un avvocato prima dell’inizio del processo ed erano stati torturati per rilasciare  “confessioni”, su cui si erano basate le giurie per emettere le condanne a morte. La pena di morte è prevista per ben 42 reati dal Codice penale rivoluzionario dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, emanato nel 1979 e in vigore tanto a Gaza quanto nei territori controllati dall’Autorità palestinese.Continua a leggere

Lettera di Israele ai pacifinti

Di Emanuel Baroz | 15 aprile 2012
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Lettera di Israele ai pacifinti

“I pacifisti sono coloro che nutrono il coccodrillo sperando di essere gli ultimi ad essere mangiati” (Winston Churchill) Oggi migliaia di pacifinti tenteranno di sbarcare in Israele con decine di voli per inscenare gazzarre all’aereoporto (nel giorno di maggior traffico nell’anno) a “sostegno dei palestinesi”. Saranno espulsi, accompagnati da questa lettera dell’Ufficio del Primo Ministro: Caro attivista, apprezziamo la tua scelta di scegliere Israele come oggetto delle tue preoccupazioni umanitarie. Sappiamo che avevi di fronte molte altre degne scelte. Avresti […]Continua a leggere

Le vere parole di Primo Levi: cronaca di come la propaganda propalestinese abbia mistificato il suo pensiero

Di Emanuel Baroz | 12 aprile 2012
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Le vere parole di Primo Levi: cronaca di come la propaganda propalestinese abbia mistificato il suo pensiero

Le vere parole di Levi di Francesco Lucrezi Esattamente un quarto di secolo fa, l’11 aprile del 1987, Primo Levi, com’è noto, poneva termine alla sua vita, precipitandosi nella tromba delle scale della sua casa torinese. In questi 25 anni, la sua straordinaria testimonianza ha raggiunto cerchie sempre più ampie di persone, in molti Paesi del mondo, le sue opere sono state tradotte in diverse lingue, alla sua figura sono stati dedicati numerosi libri, seminari, congressi, almeno due centri di studio a lui nominati sono attivi, in permanenza, a Torino e a New York. Parallelamente, la conoscenza della Shoah, nei suoi infiniti episodi particolari, ha fatto – nonostante tutti i negazionismi e revisionismi – passi da gigante, in tutto il mondo, uscendo – anche se solo in parte – dalla zona buia di silenzio, occultamento e rimozione a cui sembravano averla consegnata l’ammutolimento dei sopravvissuti, la vergogna dei vinti, la cattiva coscienza dei vincitori, l’universale desiderio di non parlarne, di girare pagina. Soprattutto negli ultimi anni, com’è noto, la memoria di ciò che è accaduto è diventata, pur tra non poche difficoltà e controversie, una sorta di religione civile, una specie di “prima pietra” della civiltà umana. Il contributo che la parola di Levi ha dato a tutto questo è incommensurabile. Un imprescindibile dovere, per chiunque intenda, in ogni modo, onorarne la memoria, dovrebbe essere, a mio avviso, quello di difendere il suo testamento morale dai ripetuti, insidiosi tentativi di manipolazione e stravolgimento, messi in atto, a volte con lampante mala fede, e con mezzi particolarmente vili, per piegarne l’insegnamento in direzioni nuove, del tutto estranee ai suoi effettivi contenuti. Ci riferiamo, in particolare, alla dolosa distorsione del pensiero di Primo Levi, attraverso la quale, in più occasioni, le sue ripetute e, a volte, severe critiche alla condotta dei governi israeliani sono state artatamente trasformate in radicale delegittimazione dello stato di Israele nel suo insieme, fino al logoro insulto del “ribaltamento di posizioni”, che vedrebbe gli ebrei trasformati, da vittime di ieri, in carnefici di oggi. È merito di Domenico Scarpa e Irene Soave, con un denso articolo, intitolato “Le vere parole di Levi”, pubblicato su Il Sole 24 ore di domenica scorsa, 8 aprile, avere smascherato un falso particolarmente turpe e maligno, per la gravità della sua portata e la vastità della sua circolazione, ossia l’attribuzione a Primo Levi della seguente frase: “Ognuno è l’ebreo di qualcuno. Oggi i palestinesi sono gli ebrei di Israele”. Un’asserzione che, come documentano gli autori, è ormai assurta al rango di “tenace leggenda metropolitana”, largamente accreditata dall’autorità della rete, che la diffonde senza sosta. Ormai la frase fa parte della storia, della biografia ufficiale di Primo Levi, la cui vita, il cui pensiero e la cui morte sono definitivamente votati alla santificazione dei “nuovi ebrei”, i palestinesi, e alla demonizzazione dei “nuovi nazisti”, gli israeliani. Peccato che Primo Levi non abbia mai detto niente del genere.Continua a leggere

Quell’assordante silenzio dei pacifinti sul massacro in Siria…

Di Emanuel Baroz | 11 aprile 2012
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Quell’assordante silenzio dei pacifinti sul massacro in Siria…

Doppiopesismo pacifista: una flotilla aerea per i palestinesi, il silenzio per i massacri in Siria di Sharon Levi Il doppiopesismo pacifista o, più correttamente, pacifinto, raggiungerà il suo culmine durante questo fine settimana quando qualche migliaia di teppisti nascosti dalle bandiere arcobaleno cercherà di sbarcare per via aerea in Israele per quella che viene definita la “flotilla aerea”, ovvero l’iniziativa anti-israeliana chiamata “welcome Palestine 2012”. L’obbiettivo dei finti pacifisti (pacifinti appunto) è quello di partecipare a manifestazioni anti-israeliane in Giudea e in Samaria. Già lo scorso anno ci avevano provato con una iniziativa analoga e Israele respinse legittimamente un centinaio di questi individui. Anche quest’anno la politica di Israele è quella del “divieto di ingresso” alle persone non gradite. Lo ha reso noto ieri sera il ministro della sicurezza pubblica di Israele, Yitzhak Aharonovitch. «Le persone non gradite che vogliono entrare in Israele allo scopo di fomentare disordini verranno respinte al loro arrivo – ha detto Yitzhak Aharonovitch  che poi ha aggiunto – abbiamo consegnato una lista di nomi (circa 300 n.d.r.)di persone non gradite alle compagnie aeree, se queste persone arriveranno verranno fermate e portate in un centro di detenzione fino alla loro espulsione da Israele».Continua a leggere

Gunter Grass: chi nasce tondo non può morire quadrato…

Di Emanuel Baroz | 4 aprile 2012
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Gunter Grass: chi nasce tondo non può morire quadrato…

Israele: Gunter Grass accusa, ”E’ una minaccia per la pace” Berlino, 4 Aprile 2012 – (ASCA-AFP) – Lo scrittore tedesco Gunter Grass, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1999, ha pubblicato una poesia nella quale accusa Israele di complotto per distruggere l’Iran e di minacciare la sicurezza globale. Nella poesia, intitolata ”Quello che bisogna dire” e comparsa oggi sul quotidiano Sueddeutsche Zeitung, Grass si chiede: ”Perche’ dico solo ora, invecchiato e con il mio ultimo inchiostro: la potenza atomica Israele sta mettendo in pericolo la pace mondiale gia’ fragile?”. La risposta e’ che finora gli ”incomparabili” crimini commessi dai nazisti contro gli ebrei e la paura di essere accusato di antisemitismo lo hanno inibito dal criticare apertamente Israele. Ma ”domani potrebbe essere gia’ troppo tardi” e la Germania potrebbe rendersi ”complice di un crimine”, in riferimento al contratto siglato il mese scorso grazie al quale Berlino vendera’ a Israele un sottomarino Dolphin che puo’ trasportare testate nucleari. ”Lo ammetto, non restero’ piu’ in silenzio, perche’ sono stanco dell’ipocrisia dell’Occidente”, conclude lo scritto di Grass. La poesia e’ stata duramente criticata dal vice ambasciatore israeliano a Berlino, Emmanuel Nahshon, il quale ha commentato che ”appartiene alla tradizione europea il fatto di accusare gli ebrei di omicidi rituali prima delle celebrazioni pasquali”, aggiungendo che Israele e’ ”il solo Stato nel mondo il cui diritto a esistere e’ messo in dubbio”.Continua a leggere