Ultimi Articoli

Altri colpi di mortaio da Gaza verso Israele

Di Emanuel Baroz | 23 gennaio 2010
0 commenti
Altri colpi di mortaio da Gaza verso Israele

Colpi di mortaio da Gaza verso Israele Cinque colpi di mortaio verso Israele a un anno dal termine dell’operazione Piombo Fuso Gaza, 22 Gennaio 2010 – Ad un anno dal termine dell’offensiva israeliana lanciata su Gaza denominata Piombo Fuso, e dopo un breve periodo di calma apparente (breve periodo di calma apparente?! Ma se in questi mesi sono stati lanciati più di un centinaio di razzi contro Israele!!!) questa mattina cinque colpi di mortaio sono stati sparati dalla Striscia verso […]Continua a leggere

L’ultima bufala antisemita: gli israeliani ad Haiti a “trafficare organi”

Di Emanuel Baroz | 23 gennaio 2010
15 commenti
L’ultima bufala antisemita: gli israeliani ad Haiti a “trafficare organi”

Ciclicamente storie come queste riprendono a circolare, grazie anche a quotidiani compiacenti o a politici irresponsabili L’ultima bufala antisemita: gli israeliani ad Haiti a “trafficare organi” Leggende antisemite diffuse su Internet di Dimitri Buffa “I soldati israeliani trafficano in organi estratti dai cadaveri dei piccoli bambini di Haiti così come hanno fatto a Gaza con quelli dei bimbi palestinesi”. La Cnn ci crede e diffonde la calunnia antisemita in tutto il mondo prendendo per buono uno dei tanti amatoriali veicolati su “YouTube” da un sedicente T. West, produttore mediatico noto già per altre provocazioni del genere. Lo stato di Israele è stato uno dei primi Paesi al mondo a mandare aiuti, mezzi e uomini molto organizzati ad Haiti per aiutare la gente del posto nelle prime necessità. Tuttavia non solo questa cosa è stata molto sottovalutata nei mass media, per non dire ignorata, ma adesso sta iniziando addirittura a produrre gli effetti collaterali che già si potevano immaginare al momento che i 450 uomini del “Pikud Haoref” (la protezione civile israeliana) e del “Hail Refuà” (sanità militare dell’esercito) sono atterrati a Port au Prince insieme a 63 cani addestrati a cercare gente tra le macerie: il nascere di velenose calunnie anti israeliane e anche anti semite.Continua a leggere

Haiti: “Mi chiamo Israele “

Di Emanuel Baroz | 22 gennaio 2010
0 commenti
Haiti: “Mi chiamo Israele “

Haiti: “Mi chiamo Israele “ Israele è stato il primo paese al mondo a mandare aiuti a Haiti. Eppure la notizia non è finita sui giornali. Una massa impressionante di beni, uomini e strutture d’emergenza, soprattutto paragonate all’avarizia dell’Arabia Saudita, secondo la denuncia del Los Angeles Times. I regnanti di Riad per ora hanno inviato solamente un messaggio di condoglianze al governo di Haiti. “L’Arabia Saudita, ricca di petrolio – scrive il quotidiano statunitense -, è una delle nazioni più benestanti del pianeta. Ma mentre è generosa quando si tratta di costruire scuole religiose islamiche e moschee nel mondo, l’Arabia Saudita è stata abbastanza tirchia quando si è trattato di aiutare il popolo di Haiti, colpito dal terremoto”.Continua a leggere

“Hitler non finì il suo lavoro”: parole choc in un negozio di Torino

Di Emanuel Baroz | 22 gennaio 2010
5 commenti
“Hitler non finì il suo lavoro”: parole choc in un negozio di Torino

“Hitler non finì il suo lavoro”: parole choc in un negozio di Torino La denuncia di un ottico del centro. Si è trovato davanti un rappresentante che ha incominciato a dare giudizi antisemiti su un ex commerciante della zona. TORINO – «Hitler non ha fatto bene il suo lavoro, ci sono ancora ebrei in giro». Queste parole choccanti, quasi incredibili da ascoltare nel 2010 nella Torino che si accinge a celebrare il “Giorno della Memoria” sono state pronunciate venerdì scorso. Il luogo? Un piccolo ma elegante negozio di occhiali sotto i portici di corso Vittorio Emanuele II, ‘Les Lunettes‘. I protagonisti: il titolare Roberto Magnoni e due rappresentanti venuti a mostrargli i nuovi prodotti di un marchio altrettanto prestigioso. Il risultato: un episodio inquietante quanto grave di antisemitismo, che alla fine ha costretto il negoziante a mettere alla porta i visitatori. A parlare è lo stesso Magnoni: «Sono venuti da me, dopo aver preso appuntamento, una signora che già conoscevo come rappresentante di questa importante ditta e il suo collega da poco assunto in azienda, che proprio per questo la signora mi voleva presentare. Catalogo alla mano, abbiamo iniziato a fare due chiacchiere come è d‘uso in questi casi». Ma la conversazione ha preso quasi subito una piega inaspettata quanto sgradevole: «Sa – ha raccontato il neo-rappresentante – fino a poco tempo fa lavoravo sempre qui a Torino ma per la ditta XY. Però hanno chiuso… Il proprietario era il signor X, un ebreo, lei mi capisce, ha preferito mandarci tutti a casa anziché sborsare quel paio di milioni di euro che avrebbero salvato la situazione».Continua a leggere

Quando la mezzaluna abbracciò la svastica

Di Emanuel Baroz | 21 gennaio 2010
5 commenti
Quando la mezzaluna abbracciò la svastica

Quando la mezzaluna abbracciò la svastica di Andrea Tornielli I rapporti del nazismo con il mondo arabo sono poco conosciuti, così come è poco conosciuta l’influenza che l’ideologia hitleriana ebbe in alcuni partiti e organizzazioni politiche che lottarono per l’indipendenza dei paesi arabi dal dominio coloniale. Un’influenza i cui echi si fanno ancora sentire «in alcuni settori del mondo arabo», mentre «alcuni importanti leader sia religiosi sia politici dell’islam fondamentalista se ne fanno tuttora propagatori». Lo sostiene lo storico de La Civiltà Cattolica, il gesuita Giovanni Sale, in una ricerca che sarà pubblicata in un volume edito Jaka Book e che Il Giornale oggi anticipa. Sale ricorda che inizialmente, la «soluzione» scelta dalla Germania hitleriana per allontanare gli ebrei dal suolo tedesco, fu quella di facilitarne in tutti i modi l’emigrazione. In particolare in Palestina, dove, credevano i tedeschi, essi sarebbero stati «liquidati» dagli arabi. L’atteggiamento tedesco mutò poco dopo, quando a Berlino si resero conto che l’immigrazione ebraica in Palestina avrebbe favorito la nascita di uno Stato ebraico. È in questo momento, spiega lo storico, che il governo di Berlino ordina a tutte le sedi diplomatiche tedesche in Medio Oriente di tenere «un atteggiamento più comprensivo verso le aspirazioni del nazionalismo arabo».Continua a leggere