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Hamas: “Uccidi un soldato israeliano e vincerai 500 $”

Di Emanuel Baroz | 4 gennaio 2010
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Hamas: “Uccidi un soldato israeliano e vincerai 500 $”

Hamas: “Uccidi un soldato israeliano e vincerai 500 $” Un sito web affiliato a Hamas offre 500 $ a chiunque uccida un soldato israeliano e documenti l’avvenuto omicidio Gerusalemme,  3 Gennaio 2010 – “Uccidi un soldato e riceverai del denaro. Questo è il nostro motto“. Molti israeliani hanno ricevuto nella giornata di domenica nelle proprie caselle e-mail un messaggio contenente un link che rimandava ad un sito in cui venivano offerti 500 $ per l’uccisione di un soldato israeliano, naturalmente […]Continua a leggere

Iran, fa gli auguri alla Lega Calcio israeliana: funzionario costretto a dimettersi

Di Emanuel Baroz | 3 gennaio 2010
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Iran, fa gli auguri alla Lega Calcio israeliana: funzionario costretto a dimettersi

Iran, fa gli auguri alla Lega calcio israeliana: funzionario iraniano costretto a dimettersi TEHERAN, 2 gen. – Un alto funzionario della Federazione iraniana di calcio (Ffi) e’ stato costretto alle dimissioni dopo l’invio di un messaggio di auguri alla Lega calcio israeliana. Ne ha dato notizia l’agenzia di stampa iraniana Fars, secondo cui Mohammad-Manour Azimzadeh, responsabile dell’ufficio relazioni estere della Ffi, ha lasciato il suo incarico dopo l”incidente’ con lo Stato ebraico, con cui l’Iran non ha rapporti e che […]Continua a leggere

Herbert Pagani: arringa per la mia terra

Di Emanuel Baroz | 2 gennaio 2010
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Herbert Pagani: arringa per la mia terra

Herbert Pagani: arringa per la mia terra Questo testo fu scritto nel novembre del 1975, all’indomani della vergognosa mozione ONU che assimilava il sionismo al razzismo. L’autore lo diffuse, l’11 novembre 1975, dai microfoni dell’emittente Europe 1, e, nell’aprile 1976, alla televisione francese. La versione italiana, che viene qui riprodotta, è opera dello stesso autore. Oggi ve lo riproponiamo, perché, a tanti anni di distanza, ci sembra conservi tutta la sua drammatica attualità: “Di passaggio a Fiumicino sento due turisti dire, sfogliando un giornale: “Fra guerre e attentati non si parla che di ebrei, che scocciatori…” È vero, siamo dei rompiscatole, sono secoli che rompiamo le balle all’universo. Che volete. Fa parte della nostra natura.Continua a leggere

Settimio Calò: una storia che in pochi conoscono

Di Emanuel Baroz | 1 gennaio 2010
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Settimio Calò: una storia che in pochi conoscono

Nel 1943 i nazisti prelevarono la sua famiglia. Furono uccisi tutti Neppure una via per l’ uomo che perse 10 figli a Auschwitz Settimio Calò fu l’ unico a salvarsi. Ora Roma lo ricordi di Gian Antonio Stella C’ è un buco, nello stradario di Roma. Tra piazza Elio Callistio e via Calopezzati, seguendo l’ ordine alfabetico, manca uno slargo, una piazzetta, un vicolo che porti il nome di Settimio Calò. Vi chiederete: Calò! Chi era costui? Era un piccolo uomo qualunque che non desiderava altro che vivere una vita qualunque. Aveva una moglie e dieci figli. Passarono tutti per il camino di Auschwitz. Tutti. A lui andò peggio, diceva. Molto peggio: era sopravvissuto. La mattina del 16 ottobre 1943, il «sabato nero» degli ebrei italiani, Settimio aveva 45 anni, una piccola attività, una casa al numero 49 del Portico d’ Ottavia, nel cuore del ghetto ebraico di Roma, tra l’ Altare della Patria e l’ Isola Tiberina. Fumatore accanito messo in crisi dalla guerra e dalle difficoltà dei rifornimenti, aveva avuto una dritta: una certa tabaccheria a Monte Savello, quella mattina, sarebbe stata rifornita di un po’ di stecche. Deciso a conquistare qualche pacchetto di «bionde», uscì di casa all’ alba per mettersi in coda. Nei letti, addormentati, lasciò la moglie Clelia Frascati, che aveva sposato giovanissimo, e dieci figli. La più grande, ricorda Il libro della memoria – Gli ebrei deportati dall’ Italia di Liliana Picciotto – , si chiamava Bellina e aveva 22 anni. La seconda, Ester, ne aveva 20. La terza, Rosa, 18. E giù giù c’ erano Ines di 16 anni, David di 13, Elena di 11, Angelo di 8 e infine i più piccolini: Nella aveva sei anni, Raimondo quattro, Samuele solo 6 mesi da compiere. Quella notte aveva dormito lì anche un nipotino, Settimio Caviglia, di dodici anni, figlio di una sorella. Avrebbe scritto Silvio Bertoldi nel libro I tedeschi in Italia che Settimio «stava ancora in fila a Monte Savello quando i tedeschi salirono le scale del numero 49 di Portico d’ Ottavia, entrarono, portarono via tutta quella gente, sua moglie, i suoi figli, il nipote. Quando Calò fece ritorno, non c’ erano che le stanze vuote». «Me parevo ‘ mpazzito, me parevo» avrebbe raccontato anni dopo l’ uomo allo storico veronese, in un’ osteria del ghetto dove cercava di annegare nel vino certi ricordi che gli davano ancora fitte insopportabili, «Non c’ era più nessuno, mi dissero che l’ avevano portati via. Mi misi a correre, non sapevo dove andavo. «Mi ritrovai alla Lungara, stavano tutti là quelli che avevano preso. Mi buttai avanti per andare a consegnarmi pure io. Mi ferma una sentinella italiana, mi prende per un braccio e dice: “Vattene, a matto! Che non lo sai che ti pigliano anche te, se ti vedono?”. Io non capisco niente, me butto a spigne, quello me ributta. Mi siedo un poco più in là e piango».Continua a leggere

Per Israele una chiusura del 2009 sotto i razzi dei terroristi palestinesi

Di Emanuel Baroz | 31 dicembre 2009
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Per Israele una chiusura del 2009 sotto i razzi dei terroristi palestinesi

Per Israele una chiusura del 2009 sotto i razzi dei terroristi palestinesi Gerusalemme, 31 Dicembre 2009 – Nella giornata di giovedì dalla Striscia di Gaza sono “piovuti” tre razzi Qassam verso Israele, il primo dei quali durante la mattinata si è abbattuto vicino alla barriera di sicurezza nei dintorni di Sufa, ma in territorio sotto controllo arabo, mentre gli altri due sono esplosi in serata su terreni non edificati a Netivot. Inoltre nel pomeriggio tre palestinesi hanno aperto il fuoco […]Continua a leggere