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Gaza: razzo e mortaio contro Israele, nessun ferito

Di Emanuel Baroz | 13 dicembre 2009
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Gaza: razzo e mortaio contro Israele, nessun ferito

Gaza: razzo e mortaio contro Israele, nessun ferito Gaza, 13 Dicembre 2009 – Un proiettile di mortaio e un razzo sono stati sparati stamani dalla Striscia di Gaza contro il sud di Israele senza provocare feriti. Lo ha reso noto una portavoce militare. “Un proiettile di mortaio è caduto in mare, al largo del kibbutz Zikim e un razzo si è abbattuto in un campo senza fare vittime”, ha detto la fonte. (Fonte: L’Unione Sarda, 13 dicembre 2009)Continua a leggere

Israele: la risoluzione UE ignora il vero ostacolo alla pace

Di Emanuel Baroz | 12 dicembre 2009
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Israele: la risoluzione UE ignora il vero ostacolo alla pace

Israele: la risoluzione UE ignora il vero ostacolo alla pace La risoluzione approvata martedì dai ministri degli esteri dell’Unione Europea che riconosce Gerusalemme come capitale sia di Israele che del futuro stato palestinese “ignora quelli che sono i principali ostacoli al raggiungimento di una soluzione fra Israele e palestinesi”. Lo afferma il ministero degli esteri israeliano in un comunicato diffuso martedì, dopo il voto di Bruxelles. Il comunicato israeliano ribadisce che il primo fattore che impedisce il raggiungimento di un accordo di pace è “il rifiuto dei palestinesi di tornare al tavolo negoziale”. “Dati gli sforzi fatti dal governo israeliano per rilanciare i negoziati – continua il comunicato – Israele si rammarica che l’Unione Europea abbia scelto di adottare un testo che, pur non contenendo nulla di nuovo, non contribuisce alla ripresa dei negoziati”. Il ministero degli esteri israeliano esprime comunque soddisfazione per il fatto che l’originaria bozza “estremista” presentata dalla presidenza di turno svedese, che non riconosceva nemmeno le rivendicazioni israeliane sulla città, sia stata riveduta, e afferma che fortunatamente hanno prevalso “le voci dei paesi dell’Unione Europa responsabili e ragionevoli”. In questo contesto, il comunicato esprime anche soddisfazione per il fatto che il documento europeo riconosce le misure adottare da Israele per permettere la ripresa dei negoziati, parla di sviluppo e ampliamento dei rapporti fra Israele e Unione Europea e riconosce la gravità del problema posto dagli armamenti di Hamas, impegnando l’Europa verso la sicurezza di Israele e la sua piena integrazione nella regione.Continua a leggere

Il Vaticano e Gerusalemme: un subdolo lavoro ai fianchi che continua da anni

Di Emanuel Baroz | 11 dicembre 2009
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Il Vaticano e Gerusalemme: un subdolo lavoro ai fianchi che continua da anni

David Jaeger: la Santa Sede auspica uno statuto speciale per Gerusalemme CITTA’ DEL VATICANO, 9 dic – La Santa Sede ”auspica per Gerusalemme uno statuto speciale internazionalmente riconosciuto”. A ricordare questa posizione di lunga data della diplomazia vaticana e’ p. David Jaeger, francescano, esperto di Terra Santa e consulente legale per i rapporti tra Israele e Santa Sede, intervistato dalla Radio Vaticana all’indomani della proposta dell’Unione Europea di fare di Gerusalemme la futura capitale dei due Stati palestinese e israeliano. ”Le risoluzioni delle Nazioni Unite – ricorda il sacerdote – hanno riservato la disposizione definitiva dello status di Gerusalemme alla comunita’ internazionale, per essere sicuri che in ogni caso certi valori, diritti ed interessi legittimi – la cui titolarita’ non e’ necessariamente presso i due Stati territoriali interessati – siano salvaguardati”. ”La Santa Sede – aggiunge – ha sempre sostenuto questo orientamento della comunita’ internazionale, ed auspica per Gerusalemme uno statuto speciale internazionalmente riconosciuto. Questo, naturalmente, implica uno strumento giuridico internazionale che vada oltre qualsiasi accordo bilaterale: salvaguardare, quindi, in particolare la liberta’ di religione e di coscienza; parita’ di condizione giuridica delle tre grandi religioni monoteistiche, delle loro istituzioni e dei loro seguaci; tutela del carattere speciale di Gerusalemme in tutte le sue parti; la salvaguardia dei luoghi santi”.Continua a leggere

Il diktat dell’Egitto al suo bomber: «Se vai in Israele addio nazionale»

Di Emanuel Baroz | 10 dicembre 2009
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Il diktat dell’Egitto al suo bomber: «Se vai in Israele addio nazionale»

Il diktat dell’Egitto al suo bomber: «Se vai in Israele addio nazionale» A distanza di oltre quarant’anni gli echi della Guerra dei Sei Giorni rivivono nell’unico scenario in cui il suono delle armi e il livore della contesa dovrebbero lasciar spazio al fair play e alla sana passione sportiva. Accade così che un calciatore egiziano, il centravanti della nazionale Amr Zaki, venga letteralmente minacciato dalla federazione del Cairo per essere prossimo alla firma di un contratto con una squadra del campionato di Israele. Zaki, 26 anni, l’ariete che ha soffiato il posto in nazionale all’ex romanista Mido Hossam, è reduce da una stagione tra luci e ombre in Premiership con la maglia del Wigan. I continui litigi con il tecnico Steve Bruce hanno indotto il club a non rinnovargli il contratto. Da settembre si allena al Cairo nello Zamalek, la squadra dei suoi esordi e dell’omonimo quartiere residenziale, in attesa di trovare un accordo con un club europeo. L’offerta più vantaggiosa è arrivata sabato scorso dal Beitar di Gerusalemme, compagine della Cisgiordania (DELLA CISGIORDANIA?! Ma come si fa a scrivere una cosa del genere!….)che vanta il maggior numero di trofei in bacheca.Continua a leggere

Se l’Egitto costruisce un muro sul confine con Gaza

Di Emanuel Baroz | 10 dicembre 2009
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Se l’Egitto costruisce un muro sul confine con Gaza

Se l’Egitto costruisce un muro sul confine con Gaza di Anna Momigliano Presto potrebbe esserci un nuovo muro in Medio Oriente. Probabilmente non ne sentirete parlare molto, perché in questa storia i “cattivi” (ammesso che di cattivi si possa parlare) non sono gli israeliani. La notizia è questa: l’Egitto avrebbe cominciato a costruire una barriera, un “muro di metallo” lungo il confine con la Striscia di Gaza. Lo rivela una fonte egiziana ad Haaretz, quotidiano progressista israeliano. “La costruzione del muro è già cominciata. Sarà fatto di enormi pannelli di acciaio, che penetrino il terreno in profondità.” La struttura dovrebbe essere soprattutto sotterranea: lunga circa 10 chilometri e profondo tra i 20 e i 30 metri. L’obiettivo, insomma, è fermare il traffico di armi, persone e di beni che da anni avviene nei tunnel sotterranei lungo il confine tra la Striscia e l’Egitto. Un problema per le autorità egiziane, e anche per gli israeliani – visto che il materiale per costruire i razzi che bombardano le cittadine del Sud di Israele con ogni probabilità arrivano da questi tunnel.Continua a leggere