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Human Rights Watch: ascesa e caduta

Di Emanuel Baroz | 23 ottobre 2009
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Human Rights Watch: ascesa e caduta

Ascesa e caduta di Human Rights Watch Dishuman Rights di Giulio Meotti Human Rights Watch è nata in un piccolo appartamento a Mosca, dove quarant’anni fa si riunivano i dissidenti sovietici guidati da Nathan Sharansky e dallo scienziato Andrei Sakharov. Dall’America si era unito a loro l’attivista liberal Robert Bernstein, che allora era responsabile della casa editrice Random House. Sarà lui, sull’onda della battaglia per i ribelli russi, a fondare Human Rights Watch, il Nobel per la Pace di cui Bernstein è stato presidente per vent’anni. Oggi è il loro principale accusatore. Sul New York Times, Bernstein ha denunciato il ripudio da parte della stessa organizzazione dei valori per cui venne fondata. L’accusa è durissima: Human Rights Watch lavora per fare di Israele “uno stato paria”. Proprio uno dei membri di Human Rights Watch, il giudice Richard Goldstone, ha appena redatto il rapporto dell’Onu che accusa Israele di “crimini di guerra”. Bernstein afferma che, mentre il medio oriente è popolato da regimi autoritari “con un curriculum sui diritti umani spaventoso”, Human Rights Watch ha scritto di gran lunga molte più condanne contro Israele per violazioni del diritto internazionale che contro qualunque altro paese della regione. “In Human Rights Watch abbiamo sempre riconosciuto che le società aperte e democratiche hanno colpe e commettono abusi”, spiega Bernstein. “Ma vedevamo bene che esse hanno anche la capacità di correggersi, attraverso un vivace dibattito pubblico, la stampa di denuncia e molti altri meccanismi che incoraggiano le riforme. Quando mi sono fatto da parte, nel 1998, Human Rights Watch era attiva in settanta paesi, per la maggior parte società chiuse. Ora l’organizzazione accantona sempre più spesso il cruciale distinguo tra società aperte e società chiuse”. Un mese fa uscì la notizia che Human Rights Watch era andata a Riad per incassare donazioni saudite e bilanciare così “i gruppi di pressione pro israeliani attivi negli Stati Uniti”.Continua a leggere

Roma: “Lo sterminio degli ebrei è una leggenda”

Di Emanuel Baroz | 22 ottobre 2009
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Roma: “Lo sterminio degli ebrei è una leggenda”

Roma, il ricercatore di filosofia del diritto scrive sul suo blog ripreso dall’estrema destra. “Priebke? Solo una vendetta” “Lo sterminio degli ebrei è una leggenda” prof negazionista, shock alla Sapienza di Marco Pasqua Roma, 22 Ottobre 2009 – Definisce l’Olocausto una “leggenda” sulla quale esistono “solo verità ufficiali non soggette a verifica storica e contraddittorio”. Una “leggenda” usata “per colpevolizzare moralmente i popoli vinti”. Anche le camere a gas, “ammesso e non concesso che queste siano mai veramente esistite”, sono una delle tante verità “da verificare”. Come “i sei milioni di morti nei campi di concentramento”. È la Storia reinterpretata secondo i folli principi del negazionismo, e che sembra trovare terreno fertile nel pensiero e nei blog gestiti da Antonio Caracciolo, un ricercatore 59enne di filosofia del diritto dell’università La Sapienza. Secondo il sito ufficiale del dipartimento di teoria dello Stato è ricercatore, anche se lui dice di essere “professore aggregato”.Continua a leggere

Il fondatore di Human Rights Watch denuncia la faziosità anti-Israele

Di Emanuel Baroz | 22 ottobre 2009
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Il fondatore di Human Rights Watch denuncia la faziosità anti-Israele

Il fondatore di Human Rights Watch denuncia la faziosità anti-Israele Secondo il fondatore di Human Rights Watch, Robert Bernstein, i recenti rapporti diffusi dall’organizzazione che ha guidato per vent’anni stanno “aiutando quelli che vogliono trasformare Israele in uno stato paria”. In un editoriale pubblicato martedì sul New York Times, Bernstein scrive che, mentre il Medio Oriente è popolato da regimi autoritari “con un curriculum sui diritti umani spaventoso”, negli ultimi anni Human Rights Watch “ha scritto di gran lunga molte più condanne contro Israele per violazioni del diritto internazionale che contro qualunque altro paese della regione. In Human Rights Watch – continua l’editoriale di Bernstein – abbiamo sempre riconosciuto che le società aperte e democratiche hanno colpe e commettono abusi. Ma vedevamo bene che esse hanno anche la capacità di correggersi, attraverso un vivace dibattito pubblico, la stampa di denuncia e molti altri meccanismi che incoraggiano le riforme. Quando mi sono fatto da parte, nel 1998, Human Rights Watch era attiva in settanta paesi, per la maggior parte società chiuse. Ora l’organizzazione accantona sempre più spesso il cruciale distinguo tra società aperte e società chiuse. In Israele – prosegue Bernstein – che una popolazione di 7,4 milioni di abitanti, si trovano almeno ottanta organizzazioni per i diritti umani, una vibrante stampa libera, un governo democraticamente eletto, un sistema giudiziario che spesso si pronuncia contro il governo, un dinamico mondo accademico, molteplici partiti politici e, a giudicare dall’ammontare dei servizi giornalistici, di un numero di giornalisti per abitante probabilmente più alto che in qualunque altro paese al mondo, molti dei quali vi si trovano espressamente per occuparsi del conflitto israelo-palestinese”.Continua a leggere

Gaza: razzo Qassam e colpi di mortaio contro Israele

Di Emanuel Baroz | 22 ottobre 2009
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Gaza: razzo Qassam e colpi di mortaio contro Israele

Gaza: razzo Qassam e colpi di mortaio contro Israele Gaza, 22 Ottobre 2009 – Un razzo Qassam palestinese lanciato mercoledì sera dal nord della striscia di Gaza verso Israele si è abbattuto tra Sha’ar HaNegev e Sdot Negev. Nella mattinata tre obici di mortaio palestinesi sono stati sparati dalla striscia di Gaza verso Israele e si sono abbattuti sul versante palestinese della barriera di sicurezza. (Fonte: Israele.net)Continua a leggere

Rapporto Goldstone: dall’Onu un bel regalo al terrorismo

Di Emanuel Baroz | 21 ottobre 2009
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Rapporto Goldstone: dall’Onu un bel regalo al terrorismo

Rapporto Goldstone: dall’Onu un bel regalo al terrorismo Una volta qualcuno ha detto che prima o poi l’Onu voterà a maggioranza che il mondo è quadrato, e che questa diventerà una inviolabile risoluzione. Il rovesciamento della realtà all’Onu succede continuamente, in realtà, dato che questa organizzazione e tutte le strutture che ne derivano come il Consiglio dei Diritti umani hanno una maggioranza automatica formata da Paesi islamici e Paesi cosiddetti non allineati antiamericani e antisraeliani che votano qualsiasi cosa venga deciso a priori dai loro interessi, ovvero dagli interessi di fatiscenti e nuove dittature, senza nessun riguardo per la verità e con una perversa interpretazione del tema dei diritti umani. Ed essi sono tanto più diritti e tanto più umani quanto più fanno comodo ai loro interessi. Ma adesso siamo tutti a rischio. Il voto che due giorni fa ha promosso il rapporto del giudice Goldstone che descrive a modo suo la guerra di Gaza per 575 pagine è, anche se siamo abituati al peggio quando si tratta di Israele, un amaro pasto che ci rimangeremo per i prossimi anni a tutte le latitudini in cui si presenti un conflitto non convenzionale; una guerra, cioè, in cui non siano due eserciti a fronteggiarsi, ma un esercito da una parte e dall’altra milizie fanatizzate e terroriste che ritengono loro diritto e, anzi, loro dovere fare uso della popolazione civile per condurre la loro guerra.Continua a leggere