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Iran, giallo sulla morte di Khamenei

Di Emanuel Baroz | 16 ottobre 2009
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Iran, giallo sulla morte di Khamenei

Iran, giallo sulla morte di Khamenei Su Internet la notizia del decesso della Guida Suprema. Da Teheran ancora nessuna smentita ufficiale TEHERAN, 15 Ottobre 2009 –  È ancora giallo sulla Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei. Da Teheran, infatti, non è ancora giunta una smentita ufficiale alla notizia della morte, diffusasi sul web dopo che ieri sera il giornalista americano Michael Ledeen, citando «una fonte eccellente», aveva rivelato che Khamenei è stato colpito da un collasso. L’annuncio del giornalista è rimbalzato su tutti i principali blog iraniani e sul social network “Twitter”, i cui utenti si stanno interrogando sulle sorti della Guida Suprema. L’unica fonte ad aver smentito oggi la morte di Khamenei è stata l’ambasciata iraniana in Armenia. In un comunicato l’ambasciata ha fatto sapere che questa notizia «è pura diffamazione, che non ha nulla a che fare con la realtà dei fatti». Ma da Teheran nessun commento ufficiale. Alcuni blogger iraniani riferiscono che l’atmosfera a Teheran è al momento molto tesa e che le forze di sicurezza hanno bloccato dalle prime ore dell’alba l’accesso alle strade che portano all’abitazione di Khamenei. Nel pomeriggio la notizia della morte di quello che è stato uno dei padri fondatori della Repubblica Islamica è stata smentita anche dal sito Internet d’informazione ’Tabnak’, considerato vicino a Mohsen Rezaei, il candidato conservatore uscito sconfitto alle recenti elezioni presidenziali. La notizia, però, è stata rimossa dal web due ore dopo la sua pubblicazione. Due giorni fa il sito dell’opposizione iraniana all’estero ’Peiknet’ aveva rivelato che Khamenei, già in precarie condizioni di salute, si sarebbe ulteriormente aggravato la settimana scorsa.Continua a leggere

16 Ottobre 1943: una data funesta che non va dimenticata

Di Emanuel Baroz | 16 ottobre 2009
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16 Ottobre 1943: una data funesta che non va dimenticata

16 Ottobre 1943: una data funesta che non va dimenticata NON C’È FUTURO SENZA MEMORIA COLORO CHE NON HANNO MEMORIA DEL PASSATO SONO DESTINATI A RIPETERLO Il 16 ottobre 1943 di Gianluigi De Stefano «La grande razzia nel vecchio Ghetto di Roma cominciò attorno alle 5,30 del 16 ottobre 1943. Oltre cento tedeschi armati di mitra circondarono il quartiere ebraico. Contemporaneamente altri duecento militari si distribuirono nelle 26 zone operative in cui il Comando tedesco aveva diviso la città alla ricerca di altre vittime. Quando il gigantesco rastrellamento si concluse erano stati catturati 1022 ebrei romani. Due giorni dopo in 18 vagoni piombati furono tutti trasferiti ad Auschwitz. Solo 15 di loro sono tornati alla fine del conflitto: 14 uomini e una donna. Tutti gli altri sono morti in gran parte appena arrivati, nelle camere a gas. Nessuno degli oltre duecento bambini è sopravvissuto.» (F. Cohen, 16 ottobre 1943. La grande razzia degli ebrei di Roma) È il 16 ottobre del 1943, il “sabato nero” del ghetto di Roma. Alle 5.15 del mattino le SS invadono le strade del Portico d’Ottavia e rastrellano 1024 persone, tra cui oltre 200 bambini. Due giorni dopo, alle 14.05 del 18 ottobre, diciotto vagoni piombati partiranno dalla stazione Tiburtina. Dopo sei giorni arriveranno al campo di concentramento di Auschwitz in territorio polacco. Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) ritorneranno a casa dalla Polonia. Nessuno dei duecento bambini è mai tornato. Oggi, documenti fino ad ora segreti, emersi dagli archivi americani, fanno luce su una verità inquietante: il corso degli eventi poteva essere cambiato. Gli alleati sapevano dell’imminente rastrellamento, ma non fecero nulla per impedirla.Continua a leggere

Israele e i mondiali di calcio: quando lo sport divide

Di Emanuel Baroz | 15 ottobre 2009
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Israele e i mondiali di calcio: quando lo sport divide

Israele e i mondiali di calcio: quando lo sport divide di Dimitri Buffa La nazionale israeliana difficilmente si qualificherà per i mondiali di calcio del 2010 (in realtà da ieri sera Israele è ufficialmente fuori da Sudafrica 2010), ma nel caso c’è già chi vuole escluderla per motivi politici, come avvenuto agli ultimi Giochi del Mediterraneo Basilea, 15 Ottobre 2009 –  – I paesi arabi e gli attivisti europei pro Palestina tireranno forse già da oggi un sospiro di sollievo: volevano fare escludere Israele dalla fase finale dei mondiali di calcio che si terranno in Sudafrica quest’estate ma Israele ha buone probabilità di farsi eliminare da solo e quindi amen. Dopo l’esclusione dello stato ebraico dai Giochi del Mediterraneo tenutisi a Pescara nel giugno 2009 sarebbe stato il secondo schiaffo da parte del mondo dello sport in pochi mesi. Se poi ci aggiungiamo anche il caso della tennista israeliana Shahar Peer, boicottata dagli organizzatori del torneo di Dubai lo scorso febbraio, con le tv che si rifiutarono di dare la diretta per paura delle ritorsioni arabe, abbiamo il quadro preciso di come lo sport sia ormai occasione e vetrina di odio piuttosto che di pace tra i popoli. L’allarme per i prossimi mondiali, come capita spesso in questo periodo, era arrivato una settimana fa tramite il social network per antonomasia, cioè Facebook. In uno dei gruppi che sostengono Israele e fanno campagna attiva contro il boicottaggio, era giunta in inglese la notizia che in Svizzera alcuni attivisti antisraeliani e antisemiti avevano fatto di tutto anche solo per evitare che potesse avere luogo la partita di ritorno del girone di qualificazione per i mondiali di calcio in Sudafrica del 2010. Inutile dire che in un paese condannato a rifondere i danni per l’oro di 31mila ebrei di cui le banche locali si appropriarono dopo che i nazisti ce lo avevano depositato e dopo che nessuno era andato a reclamarlo nei primi anni del dopoguerra una simile campagna trova i propri bravi sostenitori.Continua a leggere

Libano: un video dell’IDF dimostra come la risoluzione 1701 dell’Onu venga continuamente violata

Di Emanuel Baroz | 15 ottobre 2009
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Libano: un video dell’IDF dimostra come la risoluzione 1701 dell’Onu venga continuamente violata

Libano: un video dell’IDF dimostra come la risoluzione 1701 dell’Onu venga continuamente violata Beirut, 15 Ottobre 2009 –   Le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso martedì sera le immagini riprese da un drone in cui si vede che dei razzi vengono sgomberati dalla casa di un capo Hezbollah nel sud del Libano dove è avvenuta un’esplosione, probabilmente accidentale. Nel video, girato dopo l’esplosione, si vede chiaramente che alcuni razzi, uno dei quali lungo quattro metri, vengono prelevati dalla casa, […]Continua a leggere

Un giusto contrappasso per un boicottatore antisemita

Di Emanuel Baroz | 14 ottobre 2009
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Un giusto contrappasso per un boicottatore antisemita

Un contrappasso per i film di Ken Loach Il regista britannico Ken Loach sarà anche contrario alla proiezione di qualunque film israeliano nei festival internazionali, ma in realtà i suoi film – ironia della sorte – serviranno per promuovere esattamente questo. Nurit Shani, CEO della Lev Cinemas and Films, ha infatti annunciato mercoledì scorso che gli utili ricavati dalla distribuzione in Israele del nuovo film di Loach “Looking for Eric” (“Il mio amico Eric”) saranno investiti nella distribuzione di film israeliani sia all’interno che all’estero. “Negli anni scorsi – ha spiegato Shani introducendo l’anteprima di “Looking for Eric” al Festival internazionale del cinema di Haifa – Ken Loach ha espresso numerose critiche contro Israele e le sue scelte politiche. Sono convinta che sia pieno diritto di un artista manifestare le proprie opinioni e pertanto ho sempre continuato a far proiettare i suoi film. Purtroppo però, nel corso dell’ultimo anno ho scoperto che Ken Loach stesso non condivide affatto questa mia posizione. L’innovativo artista, che personalmente considero un grande umanista, si è rivelato una persona che non rispetta la libertà d’espressione di quelli che hanno opinioni diverse dalle sue: un artista che non ha letto o non ha capito Voltaire; un artista che fa di tutto per ridurre al silenzio i suoi colleghi, i registi israeliani, impedendo loro di dare voce alle loro opinioni e di vedere i loro film proiettati in giro per il mondo”. Nel corso dell’ultimo anno Loach ha guidato una campagna di boicottaggio contro il Festival internazionale del cinema di Edimburgo i cui organizzatori avevano deciso di proiettare il film israeliano “Surrogate” con il sostegno finanziario dell’ambasciata d’Israele. Successivamente ha preso parte attiva alla campagna di boicottaggio contro il programma “City to City” del Festival internazionale di Toronto, centrato su film riguardanti Tel Aviv.Continua a leggere