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Hamas continua l’indottrinamento all’odio dei propri figli: adesso il gioco è “rapisci l’israeliano”!

Di Emanuel Baroz | 28 luglio 2009
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Hamas continua l’indottrinamento all’odio dei propri figli: adesso il gioco è “rapisci l’israeliano”!

E nei campi estivi di Hamas si gioca a rapire l’israeliano Gaza, 28 Luglio 2009 – Armi giocattolo, cartoni animati e videogiochi che inneggiano alla jihad e al martirio non bastavano. Per «educare» i palestinesi fin da piccoli alla guerra e all’odio verso i «nemici di Dio», Hamas ora si serve anche di simulazioni di gruppo in cui i bambini mettono in scena il sequestro di un militare israeliano. E neppure uno a caso, ma quello del soldato dell’Idf Gilad Shalit, episodio che nel 2006 scatenò la guerra a Gaza e in Libano. Succede tutto nei campi estivi organizzati dal movimento integralista che controlla la Striscia. A rivelarlo ieri è stato il quotidiano Jerusalem Post, entrato in possesso di alcune immagini che ritraggono la particolare esercitazione inscenata nella cerimonia conclusiva di uno dei campi: alcuni bambini indossano una divisa con la bandiera israeliana (nella foto piccola), altri indumenti con i simboli palestinesi; maneggiano armi giocattolo, con cui simulano scontri e rievocano il rapimento di Shalit come una vittoria di Hamas. Tutto sotto gli occhi attenti di Osama Mazini, dirigente della formazione islamica, negoziatore con lo Stato ebraico proprio sulla vicenda del giovane soldato. Secondo i funzionari della Difesa israeliana, sono circa 120mila i bambini che frequentano i campi scuola di Hamas, dove seguono lezioni di religione, ma anche una formazione militare di base. In un’altra foto, Mazini è ritratto al fianco di Ahmad Bahar, speaker del Consiglio legislativo palestinese, che distribuisce copie del Corano ai partecipanti. «Questo è un messaggio – ha commentato una fonte militare israeliana -. Prova che Hamas insegna ai bambini che rapire nostri soldati è giusto».Continua a leggere

Gaza: 5 morti nel crollo di un tunnel

Di Emanuel Baroz | 27 luglio 2009
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Gaza: 5 morti nel crollo di un tunnel

Gaza, tunnel crollato: 5 i morti. Si cercano altri cadaveri Gaza, 27 Luglio 2009 – Cinque palestinesi sono morti nel crollo di un tunnel al confine tra la Striscia di Gaza e Israele, utilizzato dal movimento islamico Hamas per il contrabbando di armi. Quattro cadaveri sono stati scoperti, dopo quello estratto domenica dalle macerie. I servizi di soccorso sono ancora alla ricerca di altre due persone scomparse mentre erano all’interno del tunnel. (Fonte: TGCOM, 27 Luglio 2009)Continua a leggere

Aids o veleno? La morte di Arafat divide ancora

Di Emanuel Baroz | 26 luglio 2009
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Aids o veleno? La morte di Arafat divide ancora

PALESTINA SEGRETA Aids o veleno? La morte di Arafat divide ancora di Dimitri Buffa Come morì veramente Arafat? Di Aids come si sono fatti sfuggire alcuni medici dell’ospedale francese in cui spirò nel novembre del 2004? O di veleno israeliano come si è sempre voluto far credere alle popolazioni di Gaza e della West Bank? Oppure a causa di un complotto in cui insieme a Israele giocò di sponda lo stesso Abu Mazen, come ha raccontato al Jazeera qualche giorno fa in una trasmissione di approfondimento, “Uara al akbar”,cioè “dietro la notizia”, cosa che è costata all’emittente la immediata chiusura della propria redazione a Ramallah? A oggi l’ipotesi più accreditata rimane la prima. In una biografia del leader palestinese uscita nel 2002, lo storico Ephraim Karsh aveva descritto fin nei particolari le abitudini sessuali del rais, con descrizioni accurate di quello che avveniva di notte nell’albergo in Romania, dove Arafat e i suoi fedayin venivano addestrati al terrorismo all’epoca non ancora islamico. Tra una giornata di esercitazione e l’altra, c’erano di mezzo le notti, che le fotocellule segrete, installate in ogni camera dai servizi di Ceausescu puntualmente registravano. Sulla sua morte a Parigi, in un ospedale privato, dopo un viaggio organizzato direttamente dal presidente Chirac, molti hanno ricamato, la tesi più suggestiva è stata quella dell’avvelenamento, responsabili naturalmente gli israeliani. La storia però è andata un po’ diversamente. Ad Ashraf al-Kurdi, suo medico personale per 18 anni, non fu più permesso di visitare il suo paziente dopo che venne diagnosticato il virus. Proprio al-Kurdi, in una intervista al Al-Jazeera, aveva dichiarato apertamente che Arafat aveva contratto l’hiv, ma la dichiarazione ebbe vita breve, perché venne censurata determinando anche una temporanea chiusura della sede di Al Jazeera nei Territori. Allora non ancora divisi tra Gaza e la Cisgiordania.Continua a leggere

Ecco come Hamas gestisce i fondi ONU

Di Emanuel Baroz | 25 luglio 2009
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Ecco come Hamas gestisce i fondi ONU

Hamas mette le mani sui fondi Onu e li usa per ricattare i palestinesi di Fausto Biloslavo Gaza, 25 Luglio 2009 – Hamas ha messo le mani sui soldi della ricostruzione per la disastrata Striscia di Gaza. Miliardi che arrivano da tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti, l’Unione europea e l’Italia. Il filtro dovrebbero essere l’Autorità nazionale palestinese del presidente Abu Mazen e le agenzie delle Nazioni Unite, ma non bastano a fermare Hamas. Il ministero della Difesa israeliano ha preparato un dettagliato rapporto che denuncia il controllo degli estremisti islamici sui fondi per la ricostruzione. Il rapporto è segreto, ma è stato inviato ai governi occidentali. Cartelli di società e categorie professionali, coinvolte nella ricostruzione, rispondono ad Hamas. I suoi rappresentanti sono riusciti a mettere in piedi comitati congiunti con le agenzie dell’Onu a Gaza, che si occupano degli aiuti. Secondo il Jerusalem Post l’intelligence israeliana ha rivelato che «il 12 luglio si è tenuto un incontro fra l’Unrwa, (l’agenzia delle Nazioni Unite per il popolo palestinese), l’Undp (un’altra costola dell’Onu) e funzionari di Hamas che rappresentano i sindacati degli ingegneri e delle società a contratto nella striscia di Gaza». L’obiettivo è stabilire un meccanismo che gestisca i miliardi di dollari che stanno arrivando dopo la pesante offensiva israeliana dello scorso dicembre e gennaio ( che ricordiamo fu effettuata per fermare i continui lanci di razzi sul territorio israeliano da parte dei terroristi palestinesi, e che ebbe come obiettivo le strutture di Hamas e non quelle dei civili palestinesi….). Si tratta di cifre enormi. Alla conferenza internazionale di Sharm el Sheikh i palestinesi avevano chiesto quasi tre miliardi di dollari. Di questi almeno 1,33 miliardi serviranno per ricostruire la Striscia di Gaza. I Paesi arabi hanno promesso 1,65 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti 900 milioni, dei quali 300 per Gaza.Continua a leggere

“Fatah non ha mai riconosciuto Israele”

Di Emanuel Baroz | 24 luglio 2009
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“Fatah non ha mai riconosciuto Israele”

“Fatah non ha mai riconosciuto Israele” di Khaled Abu Toameh Fatah non ha mai riconosciuto il diritto di Israele ad esistere e non ha alcuna intenzione di farlo. Lo ha affermato mercoledì un veterano leader dell’organizzazione palestinese sostenuta dall’occidente come “moderata”. Rafik Natsheh, membro del Comitato Centrale di Fatah nonché presidente della “corte” disciplinare dell’organizzazione, è il secondo alto esponente dei “moderati” palestinesi che si è espresso di recente in questo senso circa Israele. Natsheh, che è stato ministro del governo dell’Autorità Palestinese, per un breve periodo ha anche ricoperto la carica di presidente del Consiglio Legislativo (parlamento) palestinese. Alcuni mesi fa anche Muhammad Dahlan, un altro personaggio di assoluto rilievo in Fatah, aveva affermato che Fatah non ha mai riconosciuto il diritto di Israele ad esistere nonostante il fatto che Fatah sia la maggiore fazione dell’Olp, l’organizzazione che ha firmato con Israele gli Accordi di Oslo. Le dichiarazioni di Natsheh giungono a pochi giorni dalla riunione dell’Assemblea Generale del movimento, prevista per il 4 agosto a Betlemme (nella Cisgiordania sotto giurisdizione dell’Autorità Palestinese). L’Assemblea, che si riunisce per la prima volta dopo vent’anni, dovrebbe riunire circa 1.500 delegati di Fatah per discutere come riformare il movimento e indire elezioni interne. Uno dei temi all’ordine del giorno è se Fatah debba formalmente abbandonare la “lotta armata” e riconoscere il diritto di Israele ad esistere.Continua a leggere