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Durban II nelle mani di Libia, Siria e Iran

Di Emanuel Baroz | 20 febbraio 2009
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Durban II nelle mani di Libia, Siria e Iran

Durban II nelle mani di Libia, Siria e Iran Scritto da Maurizio De Santis Finalmente, con Durban II alle porte, il testo del progetto di dichiarazione finale della suddetta Conferenza, è stato pubblicato. Un testo confezionato da un Comitato preparatorio dove presidenza e vice-presidenza sono state affidate, rispettivamente, a Libia ed Iran, due indiscussi garanti dei diritti e delle libertà individuali. Ne è derivato un lavoro di elevata qualità morale, di raro spessore giuridico, particolarmente attento nella tutela dei diritti umani. La Conferenza islamica può andar fiera di essere riuscita ad ottenere, udite udite, due posti chiave per poter concretizzare il proprio duplice obiettivo di colpire Israele e, contestualmente, ottenere il riconoscimento dell’insindacabilità dell’islam. Scoviamo, dunque, le migliori perle poste in agenda da questi signori, con il dichiarato scopo di essere approvate “furor populi”:Continua a leggere

Continua l’incessante lancio di razzi e colpi di mortaio contro Israele

Di Emanuel Baroz | 20 febbraio 2009
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Continua l’incessante lancio di razzi e colpi di mortaio contro Israele

M.O.: RAZZI E PROIETTILI DI MORTAIO CONTRO ISRAELE (ASCA-AFP) – Gerusalemme, 19 feb – Due razzi e due proiettili di mortaio sono stati sparati oggi all’alba verso il sud di Israele da palestinesi della Striscia di Gaza. Lo ha reso noto un portavoce dell’esercito dello Stato ebraico, precisando che non stati registrati ne’ vittime ne’ danni. Un palestinese e’ stato inoltre ferito lievemente da colpi di arma da fuoco sparati da soldati israeliani mentre si avvicinava alla cintura di sicurezza […]Continua a leggere

Il sistema antimissili di Hamas

Di Emanuel Baroz | 19 febbraio 2009
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Il sistema antimissili di Hamas

Il sistema antimissili di HamasContinua a leggere

Striscia di Gaza: Hamas continua a riempire il proprio arsenale

Di Emanuel Baroz | 19 febbraio 2009
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Striscia di Gaza: Hamas continua a riempire il proprio arsenale

Striscia di Gaza: Hamas continua a riempire il proprio arsenale Gaza, 18/02/2009 – Hamas si è impadronita di 7 tonnellate di armi e munizioni, residuati della controffensiva israeliana del gennaio scorso, immagazzinate nei depositi delle Nazioni Unite. Gli artificieri Onu avrebbero dovuto neutralizzarle. (Fonte: Israele.net)Continua a leggere

Gaza: la sporca guerra di Hamas

Di Emanuel Baroz | 18 febbraio 2009
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Gaza: la sporca guerra di Hamas

Gaza: la sporca guerra di Hamas di Fausto Biloslavo «Morire con noi è un grande onore. Andremo in Paradiso assieme, oppure sopravviveremo fino alla vittoria. Sia fatta la volontà di Allah». Così reagivano i miliziani di Hamas alle suppliche dei civili palestinesi di non usare le loro case come postazioni durante la terribile offensiva israeliana nella Striscia di Gaza dal 27 dicembre al 18 gennaio. Ora che i riflettori internazionali si sono spenti, Panorama è andato a vedere cosa succede a Gaza. E ha scoperto l’altra faccia della guerra, altrettanto sporca, che non ci è stata raccontata: interi palazzi presi in ostaggio, la popolazione utilizzata come scudo umano e, per i dissidenti, ancora oggi il rischio di beccarsi un proiettile in quanto «collaborazionisti». Pericolo tutt’altro che teorico: dalla fine di dicembre 181 palestinesi sono stati sommariamente giustiziati, gambizzati o torturati perché contrari a Hamas. Ma non è finita: oggi il movimento islamico che governa Gaza con Corano e moschetto vuole controllare tutto, compresi gli aiuti e la ricostruzione. Il palazzo Andalous, nel quartiere al-Karama di Gaza City, è ridotto a uno scheletro di cemento. Gli israeliani hanno pestato duro e a questa coppia di palestinesi di mezza età non resta che raccogliere i cocci di un appartamento ancora da pagare. Ci accompagnano su quel che resta delle scale interne, a patto che Panorama usi solo i soprannomi di famiglia. «Sapevamo che andava a finire così. Fin dai primi giorni dell’attacco i muqawemeen (i partigiani della “resistenza” palestinese, nda) si erano piazzati al dodicesimo e al tredicesimo piano, con i cecchini. Ogni tanto cercavano invano di sparare a uno di quegli aerei senza pilota che usano gli israeliani» racconta Abu Mohammed, scuotendo il capo. Nel palazzo, non ancora finito, vivevano 22 famiglie: oltre 120 civili, compresi donne e bambini. Gli israeliani hanno cominciato a telefonare sui cellulari degli inquilini intimando l’evacuazione. Poi, ai miliziani è arrivato un messaggio più esplicito: un caccia ha sganciato una bomba nel cortile deserto dall’altra parte della strada, senza fare vittime, ma aprendo un cratere enorme. «Una delegazione di capifamiglia ha scongiurato i miliziani di andarsene» riprende l’inquilino. «La risposta è stata: “Morirete con noi o sopravviveremo assieme”».Continua a leggere