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E D’Alemmah alla fine non ha resistito…

Di Emanuel Baroz | 13 gennaio 2009
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E D’Alemmah alla fine non ha resistito…

E’ incredibile……se la situazione non fosse così seria ci sarebbe solo da ridere alle affermazioni di questo personaggio…certamente dopo la castroneria detta qualche anno fa a proposito della chiusura del valico di Rafah, quella sulle televisioni italiane che sarebbero favorevoli a Israele è una delle migliori battute degli ultimi anni! Evidentemente secondo questo signore quando un TG  diventa obiettivo e racconta TUTTI i fatti, senza omettere nulla, è filoisraeliano!  Il caso di Riccardo Cristiano è già finito nel dimenticatoio… D’Alema attacca Israele Critiche dal Pdl, Pd prudente D’Alema ha definito “spedizione punitiva” l’azione di Israele a Gaza. Critiche negative alle parole di D’Alema dal Pdl, mentre il Pd rimane più prudente. Massimo D’Alema torna ad esprimere giudizi assai critici sull’azione israeliana a Gaza, definita una “spedizione punitiva” che non prepara alcuna soluzione nè per la sicurezza di Israele, nè per la pace in Medio oriente. Pace per la quale, come ripete con convinzione D’Alema, piaccia o non piaccia bisognerà fare i conti con Hamas; mentre l’uso della sola forza da parte di Israele, per D’Alema, finisce solo per rafforzare le convinzioni più radicali fra i palestinesi ed alimentare il pericolo di una “deriva fondamentalista”. Giudizi non nuovi, che però assumono un significato particolare anche per il fatto di arrivare alla vigilia di un incontro promosso dal Pd sul tema “Non rassegnarsi alla guerra. Costruire la pace in Medio Oriente”, con la partecipazione, fra gli altri, di Gideon Meir, ambasciatore di Israele, e Sabri Ateyeh, delegato generale palestinese; e le conclusioni di Walter Veltroni. Quasi giocando d’anticipo, D’Alema, intervistato per Red tv, è tornato ad esprimere il proprio pensiero, negli stessi termini (se non più forti) di quelli che già avevano provocato reazioni anche vivaci nella comunità ebraica italiana, e nel Pdl. Pensiero al quale aggiunge considerazioni sulla tv italiana “che è di fatto un bollettino israeliano”, sulle bandiere israeliane bruciate che “non mi sorprendono”, e, soprattutto, sulla natura dell’azione militare israeliana, che non va considerata una guerra difensiva, ma una “spedizione punitiva” che è già costata la vita, fra gli altri a “circa 300 bambini”.Continua a leggere

Gaza: un’altra moschea usata come arsenale

Di Emanuel Baroz | 13 gennaio 2009
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Gaza: un’altra moschea usata come arsenale

Gaza: un’altra moschea usata come arsenale Le truppe israeliane hanno trovato un piccolo arsenale di razzi Qassam e Grad ammassati in una moschea nella parte meridionale di Gaza City che in mattinata era stata colpita dai jet con la stella di David. Lo riferisce il sito web di Haaretz citando fonti di Tsahal, che dall’inizio delloffensiva aveva accusato Hamas di usare i luoghi di culto per nascondere il loro arsenale. Nei primi giorni dell’attacco l’aeronautica israeliana (Iaf) aveva diffuso su […]Continua a leggere

A Gaza si combatte un conflitto nuovo

Di Emanuel Baroz | 13 gennaio 2009
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A Gaza si combatte un conflitto nuovo

OCCIDENTE E ISLAM POLITICO A Gaza si combatte un conflitto nuovo Sorprende che nell’ analisi dell’ ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema non trovino posto né la parola «jihad» né la parola «Iran». La Chiesa sembra divisa fra la sua antica diffidenza per Israele e la presa d’atto, ben chiara al Papa, del pericolo del fanatismo religioso. Chiunque abbia, se non altro per ragioni anagrafiche, un passato, è portato a leggere i conflitti di oggi alla luce degli schemi mentali di ieri. Per decenni il conflitto israeliano-palestinese venne interpretato in Occidente con gli schemi della guerra fredda. A lungo, dopo la rottura delle relazioni diplomatiche fra l’Urss e Israele, quel conflitto fu parte, pur con le sue peculiarità, del confronto politico e militare fra mondo occidentale e mondo sovietico. Per tutti coloro che in Europa occidentale simpatizzavano per l’Urss e per «la lotta dei comunisti a favore dell’ emancipazione del Terzo Mondo», Israele era un avamposto dell’ imperialismo americano. Contavano anche le peculiarità del conflitto e i loro riflessi in Europa. Dopo il ‘ 73, con la crescita del prezzo del petrolio e l’ uso politico dell’ energia da parte dei Paesi produttori, trattare con i guanti governi e opinione pubblica arabi diventò vitale per un’ Europa assetata di energia: la causa palestinese acquistò pertanto sempre maggiore popolarità fra noi mentre le ragioni di Israele di fronte al «rifiuto arabo» persero progressivamente terreno nella considerazione delle opinioni pubbliche europee (anche fra molti di coloro che erano schierati contro l’ Urss su altri fronti). Se a ciò si sommano le memorie antiche, le influenze, più o meno sotterranee, del pregiudizio cristiano antigiudaico, si comprende molto degli atteggiamenti europei verso il conflitto israeliano-palestinese, per lo meno dalla fine degli anni Sessanta in poi.Continua a leggere

A Milano la serata a sostegno della pace organizzata dal Keren Hayesod

Di Alex Zarfati | 13 gennaio 2009
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A Milano la serata a sostegno della pace organizzata dal Keren Hayesod

Di A. Guetta Ieri sera al Piccolo Teatro di Milano si è svolta la serata a sostegno della pace organizzata dal Keren Hayesod con il patrocinio degli altri enti ebraici. Per l’occasione la zona è stata presidiata dalle forze di polizia in tenuta antisommossa al fine di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico minacciati dai centri sociali che quindi si son scontrati con i poliziotti non riuscendo a raggiungere il teatro. La serata è iniziata con un prologo in omaggio a Herbert Pagani: “mi difendo quindi sono”. Sono quindi seguiti gli interventi delle numerose personalità del mondo ebraico e della politica. Il presidente della Comunità Ebraica di Milano Leone Soued ha invitato, commosso, a osservare un minuto di silenzio per i morti israeliani e palestinesi. Ignazio La Russa, pur dichiarandosi convinto di non essere considerato sincero viste le sue origini politiche, ha espresso tutto il proprio sostegno a Israele con parole di dura condanna nei confronti di Hamas, responsabile di avere rotto la tregua attaccando Israele. Da tutti gli interventi, introdotti simpaticamente da Paolo del Debbio, sono venute pure durissime parole di condanna nei confronti delle manifestazioni antisemite e antisioniste di questi giorni così come della proposta di boicottare i negozianti ebrei di Roma; si è comunque fatto notare come i musulmani scesi in piazza a Milano a sostegno di Hamas costituiscano una minoranza degli immigrati gestita da un personaggio condannato in 1° e 2° grado in Italia e non gradito neppure nel proprio paese d’origine. Analogamente, Fiamma Nirenstein ha fatto notare come in Israele tutti si diano una mano nel difendere il proprio diritto ad esistere, mentre a Gaza Hamas pensa solo a se stesso usando i civili palestinesi e rifiutando qualsiasi resa.Continua a leggere

La carica degli antisemiti “made in Italy”

Di Emanuel Baroz | 12 gennaio 2009
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La carica degli antisemiti “made in Italy”

La carica degli antisemiti “made in Italy” Il Medio Oriente prende fuoco e da noi la piazza si riempie subito di ultrà pro palestinesi. Da Nord a Sud: in ogni città riecheggiano i monocordi ritornelli contro Tel Aviv. E siccome tutte le armi vanno bene per esprimere l’odio nei confronti di Israele, al sindacato è venuto in mente persino di prendersela con i pompelmi Jaffa e con qualsiasi altro prodotto proveniente dall’unica democrazia del Medio Oriente. Al grido di «boicottiamo Israele», la Federazione lavoratori agro industria ha recentemente chiesto di non comprare alcunché made in Israel: «Controllate il codice a barre – il loro slogan -. Se inizia con 729, rimettete in tasca il portafogli» (anche se in realtà la prima proposta venuta dal sindacato FLAICA, riguardava il boicottaggio dei negozi degli ebrei di Roma, ed è per questo che è coppiato il pandemonio,ndr). Chiaramente s’è scatenato il putiferio e persino il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, infastidito, ha dovuto frenare: «Trovo delirante la proposta di boicottaggio dei negozi ebraici»  . Il sindacato ha fatto dietrofront, precisando che la proposta era solo quella di non acquistare nulla di israeliano.Continua a leggere