Olp e arabi, i veri nemici dei palestinesi
Altro che Israele. Abu Mazen si rifiuta di intervenire nel campo di Yarmouk e abbandona i suoi a Isis e Assad.
di Carlo Panella
L’Olp ha annunciato di non avere la minima intenzione di intervenire in armi nel campo palestinese di Yarmouk, alla periferia di Damasco, teatro di violenti combattimenti. Abu Mazen, insomma, non intende fare nulla per evitare l’ennesimo massacro di palestinesi a opera di arabi. Una tragedia che per l’ennesima volta non ha nulla a che fare con Israele e mette in luce quella ferocia palestinese e araba che i media occidentali da sempre si rifiutano di vedere. I fatti, dall’inizio: i 180.000 rifugiati palestinesi di Yarmouk sono trattati da 60 anni come paria dai siriani. Rinchiusi in un ghetto, non hanno diritto di lavorare all’esterno, di avviare un’attività economica, di comprare una casa o un terreno. Vivono dei sussidi dell’Onu e delle rimesse dei parenti. Negata rigidamente la cittadinanza siriana.
Yarmouk, insomma è una delle «bombe atomiche arabe» (definizione di Nasser) scientificamente organizzate dai vari rais, che hanno tenuto per decenni i palestinesi nei campi profughi in condizioni di semi schiavitù, rifiutandosi di integrarli, per usarli come came da cannone disperata contro Israele. Yarmouk, inoltre, era ed è la “capitale” del gruppo palestinese Fplp-Cg, di Ahmed Jibril, da sempre alleato col regime para nazista di Damasco e ferocemente in armi contro la stessa Olp. Avversario di Yasser Arafat, subordinato all’alleanza con i macellai Assad padre e figlio, il Fplp-Cg partecipò persino al massacro arabo del campo palestinese di Tell al Zatar di Beirut nell’agosto del 1976, che nessuno ricorda, ma che fu peggio di quello di Sabra e Chatila che invece viene ricordato in occidente solo perché se ne attribuisce – falsamente – la responsabilità a Israele (i macellai furono invece gli arabi cristiani).
Da sempre contrario al processo di pace, il Fplp-Cg è responsabile di molti attentati e stragi di leader arabi ed è da sempre il cane da guardia del regime di Damasco. Per questo, quando nel 2012 i ribelli laici siriani della Free Syrian Army tentarono di attestarsi a Yarmouk per meglio attaccare il regime a Damasco, in una fase in cui né l’Isis, né al Qaeda erano ancora presenti in Siria, il Fplp-Cg li ha combattuti con ferocia, difendendo il regime siriano. Spopolato e dissanguato dalla guerra civile, Yarmouk è ora sotto attacco dell’Isis. I palestinesi che vi muoiono a centinaia di fame, freddo, sete e colpi di armi da fuoco sono vittime della ferocia contrapposta di due eserciti arabi. Come sempre. Come nel 1970 nel Settembre Nero di Amman (20.000 palestinesi uccisi da arabi). Con un di più: la dissidenza palestinese “di sinistra” che comprende oltre al Fplp-Cg anche il Fdlp e altre organizzazioni, che spesso hanno ucciso alti esponenti della Olp, è asservita ai peggiori regimi arabi (ieri Saddam Hussein, oggi Beshar al Assad). Abu Mazen rifiuta quindi di mandare i suoi uomini a combattere a fianco dei palestinesi di Yarmouk e dell’esercito siriano contro l’Isis, perché è convinto, a ragione, che l’uno e l’altro si equivalgano e che comunque, se potessero, ucciderebbero lui e tutta la dirigenza palestinese moderata.
Yarmouk, insomma, fa emergere il lato oscuro, sanguinario, demente, della vicenda palestinese, che ha sempre visto le leadership arabe usare delle sofferenze palestinesi come cinica leva per le proprie strategie politiche da macellai. Col risultato che dal 1948 a oggi i palestinesi uccisi da Israele sono la metà dei palestinesi uccisi dagli arabi o dai palestinesi. Ma nessuno lo dice. Perché è di moda, di nuovo, accusare gli ebrei di essere assetati di sangue.
(Fonte: Libero, 11 Aprile 2015)
#1Emanuel Baroz
Il silenzio su Yarmouk, l’esempio della strumentalizzazione della causa palestinese
http://www.progettodreyfus.com/il-silenzio-su-yarmouk-lesempio-della-strumentalizzazione-della-causa-palestinese/
#2Emanuel Baroz
Rinunciare alla verità pur di tirare in ballo Israele, parola di Radio Rai
http://www.progettodreyfus.com/rinunciare-alla-verita-pur-di-tirare-in-ballo-israele-parola-di-radio-rai/
#3Emanuel Baroz
Lo strano equivoco palestinese del campo di Yarmouk
di Sharon Levi
Perché i palestinesi del campo di Yarmouk sono diversi da quelli di Gaza? Perché per Yarmouk (che per la cronaca è sotto assedio da un paio d’anni mica da ieri) non si sono mai organizzate flotille, petizioni alla Corte dei Diritti, perché l’Onu non ha mai condannato con fermezza l’eccidio dei palestinesi di Yarmouk?
Qui c’è un equivoco non da poco che dobbiamo risolvere. Come mai se un palestinese a Gaza o in Cisgiordania inciampa su un sasso e cadendo si scortica un ginocchio si mobilita mezzo mondo mentre dei palestinesi massacrati dagli jihadisti non gliene frega nulla a nessuno? Che ci siano degli interessi dietro? Se un palestinese rende, e quelli di Gaza e della Cisgiordania rendono parecchio, allora tutti pronti a scattare, ma se si tratta di un povero palestinese di Yarmouk che non rende nulla chissenefrega? Certo, tutti bravi a scrivere editoriali di fuoco, adesso dopo due anni di assedio e qualche migliaio di morti, ma nessuno dei tantissimi adoratori dei palestinesi ha fatto un fiato prima. C’entrerà mica il fatto che, oltre a non rendere, Israele non c’entra nulla? No perché francamente il sospetto viene. Addirittura durante la guerra di Gaza della scorsa estate gli “amici” dei palestinesi hanno usato le immagini dei massacri di Yarmouk spacciandole per quelle di Gaza. Almeno i palestinesi di Yarmouk potranno dire di essere stati utili.
Ora però che si sono mobilitati tutti per i palestinesi di Yarmouk qualche speranza c’è. Potrebbero diventare fruttuosi anche i fratellini minori dei palestinesi di Gaza e della Cisgiordania. Poca roba eh… però è sempre meglio di nulla. E poi tra qualche mese vedremo le immagini di Yarmouk spacciate ancora per quelle di Gaza. Si fa quello che si può.
http://www.rightsreporter.org/lo-strano-equivoco-palestinese-del-campo-di-yarmouk/
#4Emanuel Baroz
Anche la OLP abbandona i palestinesi di Yarmouk
di Sarah F.
Ieri sera la OLP, Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ha fatto sapere di non voler essere coinvolta in nessun modo nei combattimenti in corso nel campo palestinese di Yarmouk né di voler appoggiare le truppe di Damasco che stanno combattendo i miliziani del ISIS.
«Ci rifiutiamo di essere coinvolti in qualsiasi campagna armata, qualunque sia la sua natura o la copertura, e chiediamo di ricorrere ad altri mezzi per risparmiare il sangue del nostro popolo e prevenire più distruzione e sfollamento per la nostra gente del campo di Yarnouk» ha detto la OLP ieri sera in una dichiarazione diffusa da Ramallah.
La dichiarazione della OLP arriva dopo che diversi esponenti della stessa Organizzazione per la Liberazione della Palestina da Damasco avevano chiesto alla OLP di sostenere l’offensiva dell’esercito siriano per riconquistare il campo di Yarnouk.
La doccia fredda proveniente da Ramallah ha fatto infuriare i leader della milizia palestinese Aknaf Beit al-Maqdis, legata a doppio filo al regime di Damasco tanto che si è parlato di “tradimento” da parte della OLP. «Non ci sono altri modi per liberare Yarmouk, c’è solo la forza» ha detto Ahmad Majdalani, uno dei maggiori membri della OLP in Siria. «Questo è un tradimento» ha poi aggiunto.
E così i palestinesi del campo di Yarmouk non vengono solo dimenticati dai pacivendoli, sempre pronti a scattare quando di mezzo c’è Israele, ma pure dai loro “fratelli” della OLP. Un’altra dimostrazione lampante di come la cosiddetta “causa palestinese” sia usata solo in configurazione anti-israeliana ma che, alla fine, dei palestinesi non importa nulla a nessuno.
http://www.rightsreporter.org/anche-la-olp-abbandona-i-palestinesi-di-yarmouk/
#5Parvus
Gli unici nemici dei palestinesi, sono i palestinesi. Potevano convivere pacificamente con gli ebrei, potevano integrarsi pacificamente negli stati arabi. Invece pensano solo a seminare guerra e sangue.
#6Emanuel Baroz
I palestinesi di Yarmouk e il vergognoso silenzio quando non si può incolpare Israele
La denuncia fuori dal coro di un giornalista musulmano che lavora per Al-Jazeera
di Mehdi Hasan
Migliaia di profughi palestinesi vengono affamati, bombardati e abbattuti come animali. “Se vuoi procurare da mangiare ai tuoi figli devi prendere con te il sudario funebre – ha detto uno di loro al sito di notizie israeliano YnetNews – Ci sono cecchini in ogni strada, non sei al sicuro da nessuna parte”. Ma tutto questo non sta accadendo nel sud del Libano, e nemmeno a Gaza. E i palestinesi di cui parliamo non vengono uccisi o feriti da bombe e proiettili israeliani. Si tratta di Yarmouk, un campo palestinese alle porte di Damasco, a pochi chilometri dal palazzo del presidente Bashar al-Assad. All’inizio di aprile il campo è stato invaso dai militanti dello “Stato Islamico” (ISIS) che hanno instaurato un regno del terrore: detenzioni, fucilazioni, decapitazioni e tutto il resto. Si stima che siano già stati uccisi centinaia di palestinesi in quello che Ban Ki-moon ha definito il “più profondo girone dell’inferno”.
Ma tutto ciò non è dovuto solo alla depravazione dell’ISIS. I palestinesi di Yarmouk sono bombardati e assediati dalle forze di Assad sin dal 2012. Acqua ed elettricità sono state tagliate da molto tempo, e dei 160mila palestinesi che una volta vivevano nel campo oggi ne rimangono solo 18mila. Secondo Amnesty International il regime siriano si è macchiato di “crimini di guerra, usando come arma la fame dei civili” costretti per sopravvivere “a mangiare cani e gatti”. Anche dopo che i taglia-gole dell’ISIS hanno preso il sopravvento, i piloti di Assad hanno continuato a sganciare sul campo palestinese i loro devastanti barili esplosivi.
E’ difficile non concordare con il giudizio della Lega Palestinese per i Diritti Umani secondo cui quella dei palestinesi in Siria è “la storia meno raccontata del conflitto siriano”. Ci sono dodici campi palestinesi ufficiali, in Siria, che ospitano più di mezzo milione di persone, per il 90% in permanente bisogno di aiuti umanitari, stando alla stima dell’agenzia Onu Unrwa. A Yarmouk, per tutto il 2014 i residenti sono stati costretti a vivere con circa 400 calorie di aiuti alimentari al giorno: meno di un quinto della quantità giornaliera di 2.100 calorie raccomandata dalle Nazioni Unite per i civili nelle zone di guerra. E questo perché gli operatori umanitari dell’Unrwa hanno potuto accedere al campo solo in misura estremamente limitata. Oggi non hanno più nessun accesso. “Per capire come si vive a Yarmouk – ha detto uno dei residenti, citato dal sito dell’Unrwa – dovete tagliare l’energia elettrica, l’acqua, il riscaldamento, mangiare una sola volta al giorno e vivere nel buio”.
La loro situazione dovrebbe importare a noi tutti, indipendentemente da chi siano i loro aguzzini. Qui non si tratta di fare del benaltrismo filo-israeliano. Ci sono ottime ragioni per criticare Israele che, a differenza di Assad e dell’ISIS, sostiene di essere una democrazia liberale. Ma come possiamo permetterci di rimanere in questo sonno profondo, svegliandoci di tanto in tanto solo per condannare profusamente Israele? Siamo onesti: quanto diversa, quanto più esplicita e appassionata sarebbe la nostra reazione se gli assedianti di Yarmouk indossassero le uniformi delle Forze di Difesa israeliane!
La nostra indignazione selettiva è moralmente insostenibile. Molti di noi che alzano la voce a sostegno della causa palestinese chiudono imperdonabilmente gli occhi sul fatto che nei decenni scorsi decine di migliaia di palestinesi sono stati uccisi dai fratelli arabi: dai militari giordani negli scontri del “settembre nero” all’inizio degli anni ‘70; dalle milizie libanesi nella guerra civile, alla metà degli anni ‘80; dai vigilantes del Kuwait dopo la prima guerra del Golfo, nei primi anni ‘90. L’Egitto, il “cuore del mondo arabo”, ha collaborato con Israele nel blocco di Gaza. Intanto i palestinesi di Yarmouk vivono in condizioni catastrofiche. …
Questo è il momento in cui dovrebbero far sentire la propria voce quelli di noi che affermano di avere a cuore il popolo palestinese e la sua battaglia per la dignità, la giustizia e l’indipendenza.
(Fonte: The Guardian, 12 e 13 Aprile 2015)
http://www.israele.net/i-palestinesi-di-yarmouk-e-il-vergognoso-silenzio-quando-non-si-puo-incolpare-israele