Quei maledetti razzi che Tsahal è costretto a cercare casa per casa
Individuare le piattaforme di lancio sotterranee, distruggere i depositi dei katyusha arrivati dall’Egitto, eliminare gli esperti rientrati dai campi scuola di Hezbollah, sono i tre obiettivi delle operazioni israeliane a Gaza. La prima missione è in corso tra la propaggine settentrionale del campo di Jabaliya e la recinzione nord di Gaza. Lì si cercano gli accessi alle piattaforme sotterranee utilizzate per lanciare i missili Grad su Ashkelon e quelli Qassam su Sderot. Le piattaforme sotterranee, scoperte solo da qualche settimana, consentono di eludere la vigilanza degli aerei senza pilota garantendo l’incolumità dei responsabili del lancio. La tattica, sperimentata da Hezbollah nel sud del Libano, deve fare i conti con le difficoltà di puntamento dal sottosuolo e di innesco a distanza. Il gap tecnologico è stato colmato nei campi di Hezbollah frequentati dalle cellule missilistiche di Ezzedin Al Qassam, il braccio militare di Hamas.
Il rientro dal Libano è stato agevolato dall’apertura della barriera di Rafah al confine con l’Egitto. Da quei varchi sono transitati i neodiplomati «ingegneri» e le «sempreverdi» katyusha sovietiche replicate dall’industria militare iraniana. L’apertura del valico di Rafah ha consentito il trasferimento di partite che avrebbero impiegato molto più tempo a transitare attraverso i tunnel scavati alla frontiera egiziana. Questa disponibilità d’ordigni e l’utilizzo delle piattaforme sotterranee ha consentito ieri il lancio di una cinquantina di missili. Lo Shin Bet, i servizi di sicurezza interni, hanno già eliminato cinque «ingegneri» addestrati da Hezbollah. Quattro sono stati uccisi mercoledì colpendo con un missile il loro furgoncino. Il quinto è stato individuato tra i caduti dei combattimenti di ieri.
Ora lo Shin Bet cerca i depositi, in parte sotterranei in parte dissimulati all’interno d’edifici civili, dove sono immagazzinati i missili Grad e le partire di combustibile stabilizzato usato per incrementare portata e precisione dei Qassam. La collocazione dei depositi in zone ad alta densità richiede l’impiego di nuclei di forze speciali appoggiate da un largo dispiegamento di truppe. Tsahal deve, però, far i conti con le migliorate capacità militari dei miliziani fondamentalisti. Le tecniche di combattimento apprese dal Partito di Dio si stanno già dimostrando letali. Soltanto ieri Tsahal ha contato due caduti, una perdita un tempo inaccettabile per uno scontro con semplici militanti palestinesi.
Il Giornale
#1esperimento
Deborah Fait propone di portare alla sede dell’Onu tutti i missili sparati dai palestinesi. Mi sembra una buona proposta, ma da aggiungerci anche le cinture esplosive, i sacchi con il nitrato di potassio, i libri che inneggiano alla jihad, ecc. ecc.
#2Daniele Coppin
E magari le foto delle vittime israeliane, così il mondo si renderà conto che non sno solto i Palestinesi a morire in questo conflitto.