Palestinismo
Tribunale ristabilisce la verità: Al Dura non fu ucciso dagli israeliani
Immagine di Al Dura con il padre tratta dal documentario incriminato prodotto da France 2
di Dimitri Buffa
Doveva essere stato ucciso dai proiettili dei cattivissimi soldati israeliani, Mohammed Al Dura. E il suo caso contribuì non poco, dopo il reportage di France 2 quel 30 settembre 2000 a rinfocolare l’odio antisemita mai del tutto sopito nella Francia di Chirac.
In primo grado nel 2006 il coraggioso reporter indipendente Philippe Karsenty, che aveva osato mettere in dubbio la ricostruzione filmata degli eventi, era stato condannato a pagare 7 mila dollari per avere leso l’onore dell’emittente televisiva in questione. Ora però il giornalista francese si è trovato un giudice a Parigi. Più precisamente nella corte di appello, che ha completamente ribaltato il verdetto con queste motivazioni: Karsenty aveva buoni motivi per mettere in dubbio la ricostruzione dei fatti così come operata dal reporter Charles Enderlin e dal suo cameramen palestinese Talal Abu Rhama. Per cui, non solo Karsenty non dovrà più pagare quei soldi, ma sarà France 2 a doversi accollare le spese di giudizio.
Ma quel che è clamoroso è quanto emerso dai fotogrammi del servizio televisivo di France 2 non montati nel servizio di quel 30 settembre 2000, data di inizio della seconda Intifada, quella dei terroristi islamici suicidi fatti passare per martiri nella propaganda antisraeliana. Per anni, l’emittente televisiva francese si era rifiutata di renderli noti al pubblico finché proprio la corte di appello di Parigi non glielo ha imposto. E in essi si vedono semplicemente delle immagini, successive alla presunta morte del bambino a causa di un proiettile sparato da israeliani, in cui il piccolo Mohammed al Dura apre gli occhi e sorride al padre.
Una vera e propria messinscena che supera persino le ipotesi sin qui avanzate sulla morte di questo ragazzo, che alcuni ipotizzavano essere in realtà stato colpito dal fuoco amico, cioè da parte di guerriglieri palestinesi che nei disordini di quel giorno apparivano molto ma molto più vicini dei soldati israeliani rispetto a dove si trovava lui. Non contenti della sonata presa in appello e del relativo sputtcreditamento i dirigenti di France 2 hanno deciso di adire la Cassazione francese. E alla stampa hanno consegnato l’acido commento della direttrice delle relazioni con il pubblico, Christine de la Vena, secondo la quale “questa storia è vecchia e tutti l’hanno ormai dimenticata tranne quest’uomo del processo e un paio di altri che rifiutano di arrendersi, solo in Francia può accadere che così poche persone causino guai così grandi”.
Già, ma forse solo in Francia può succedere anche che una televisione di Stato si presti a montare in maniera così irresponsabile una campagna di odio antiebraico con un reportage che in realtà sembra essere stato più che altro una fiction della famosa ditta Palestinian Hollywood. O, “Pallywood”, come la chiamano gli addetti ai lavori.
#1Hadar
Le ville gigantesche dei “poveri palestinesi”
Troppa gente crede che gli arabi in Giudea e Samaria vivano in tuguri, che soffrano la fame.
Noi che viviamo in Giudea e Samaria, vediamo quotidianamente qualcosa di molto diverso.
Quando passiamo dalle parti delle case degli arabi vediamo edifici enormi e moderni, quali non si vedono nei villaggi e cittadine abitati da noi ebrei. IO dico sempre che dovremmo imitare il loro stile di costruzione: case gigantesche e dunam su dunam di terreno attorno, non alveari… Ma i nostri governi non permettono agli ebrei di costruire in quel modo: limitano le aree dove possiamo costruire e ci mettono reticolati attorno… Sarà l’abitudine atavica dei ghetti… 🙂
Queste foto sono state scattate lo scorso autunno, in Samaria intorno a Shiloh, da Batya.
Date un’occhiata alle enormi ville MONOFAMIGLIARI degli arabi.
Spero presto di potervi mandare foto scattate da me da queste parti, più a sud, in Giudea: le ville sono ancora più monumentali. Niente di quel genere si trova neppure a Hertzelia o Savyon, due posti molto benestanti in Israele.
Non posso mandarvi le foto della villa tipo Palladio, costata 2 milioni di dollari 12 anni fa, appartenente a uno che ufficialmente risiede nel campo “profughi” Daheishe a Betlemme e che viene mantenuto da ONU e UE. Non posso in quanto dal 1995 non posso entrare a Betlemme perché sono ebreo, ma ci passavo davanti tutti i giorni prima che Betlemme fosse data ad Arafat (e quando la stragrande maggioranza dei suoi abitanti era cristiana, cosa che ora non è più). Le colonne di marmo, i giardini, la cupola e le fontane fanno veramente invidia alle ville del Palladio.
Mandate le foto in giro: mostrate la verità alla gente, al di là della propaganda dei media ostili a Israele. Noi non abbiamo i petrodollari e non possiamo regalare miliardi ai media di tutto il mondo “senza condizioni” [sìc!] come fanno gli arabi con TUTTI.
http://shilohmusings.blogspot.com/2007/03/arab-mansions-part-1.html
http://shilohmusings.blogspot.com/2007/03/arab-mansions-part-2.html
#2Am Israel Hai
su Al Dura
http://www.youtube.com/watch?v=75hiDGp89Xk&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=DzsCBFhCsyY&feature=related