Le cinque bugie su Israele
Come si stravolge la storia per demonizzare l’unica democrazia in Medioriente.
Un articolo di Emanuele Ottolenghi pubblicato dal quotidiano LIBERAL :
Il pregiudizio antisemita si è nutrito per secoli di menzogne che nella letteratura e nella credenza popolare erano considerate verità inappellabili. La propaganda antisraeliana si nutre similmente di bugie che, stravolgendo la storia e insinuando nefandezze, mirano a delegittimare e demonizzare Israele come un tempo si demonizzavano gli ebrei. Delle tante bugie dette e ridette fino a renderle incontestabili assiomi, se ne riportano di seguito cinque, con la necessaria rettifica storica a buon uso del lettore.
1) Il sionismo è un movimento razzista.
Il sionismo è il movimento di liberazione nazionale del popolo ebraico, e come tutti i movimenti di liberazione nazionale, è stato storicamente caratterizzato da una grande diversità di opinioni sulle modalità, i tempi e persino il luogo d’attuazione del suo programma, oltre che sulla natura e il carattere della futura società e Stato che aspirava a creare. Col tempo, la maggioranza dei sionisti sostenne il ritorno del popolo ebraico nell’antica terra d’Israele come la rivendicazione essenziale del movimento, ma fino al 1903 esistevano tra i sionisti anche coloro che sostenevano la necessità di creare uno Stato ebraico ovunque si rendesse disponibile un territorio e tra i luoghi considerati c’erano l’Africa Orientale (la cosiddetta Opzione Uganda), un’area costiera del Sinai nell’odierno Egitto, una provincia argentina e persino un territorio nel Nord-Est dell’Australia. La terra d’Israele prevalse per il profondo legame storico ed emotivo con il popolo ebraico. Ma in nessun caso il sionismo postulò che l’affermazione del proprio progetto nazionale dovesse avvenire a spese dei diritti degli arabi che vivevano in Palestina, proclamando invece la necessità di trovare una soluzione pacifica e forme di convivenza tra ebrei e arabi. Fino all’ultimo, la leadership sionista cercò un compromesso con la controparte araba, ma senza successo, e a ogni occasione furono i sionisti, piuttosto che gli arabi, ad accettare le soluzioni di compromesso territoriale e politico ripetutamente proposte dalla comunità internazionale: la spartizione della Palestina in due stati fu proposta dalla Commissione Peel nel 1937 e I dall’Onu nel 1947, ma fu rifiutata dagli arabi (i sionisti accettarono entrambe le proposte), mentre l’idea di uno Stato binazionale fu proposta da due movimenti sionisti negli Anni Trenta e respinta dalla leadership araba.
2) La Palestina, come suggerisce il nome, è la terra dei palestinesi, che gli ebrei hanno usurpato.
In realtà il termine Palestina si riferiva, nell’antichità, solo a una stretta striscia litoranea di territorio che corrisponde circa con l’attuale Striscia di Gaza e che era così chiamata perchè abitata un tempo dai Filistei. Il nome del territorio su cui oggi sorge lo stato d’Israele e parte dei territori era la Giudea – tant’è vero che nelle monete commemorative della vittoria di Tito e Vespasiano sui rivoltosi ebrei nel 70 dC si legge “Iudaea capta est”. Il termine Palestina segue l’occupazione romana e il tentativo di estirpare ogni focolaio di rivolta ebraico dopo la distruzione del Secondo Tempio, ma non assume mai un carattere politico fino alla creazione del mandato britannico sulla Palestina nel 1922, Mandato che ha come obbiettivo l’attuazione della Dichiarazione Balfour, ovvero la promessa del governo inglese di creare un territorio autonomo per gli ebrei. I confini attuali della terra contesa sono stati tracciati tra il 1918 e il 1922 e non riflettono una precedente realtà politica. In quanto ai palestinesi, non è mai esistito uno Stato, o un regno, o una provincia, o un califfato palestinese. Dalla conquista romana il territorio è passato ai bizantini, agli arabi, ai crociati, ai mammalucchi, ai turchi e agli inglesi. I confini sono cambiati mille volte e non esisteva, all’arrivo dei primi sionisti nella seconda metà dell’Ottocento, un’identità nazionale o una rivendicazione nazionale palestinese.
3) Il controllo israeliano di Gerusalemme minaccia la libertà religiosa e l’accesso ai luoghi sacri.
Pur costituendo la maggioranza dei residenti, gli ebrei – e gli israeliani dal 1948 al 1967 – non hanno avuto la sovranità dei luoghi santi fino al 1967, quando Israele conquistò la Città Vecchia di Gerusalemme, oltre che i luoghi santi cristiani e mussulmani in Cisgiordania. Solo a partire dal 1967 l’accesso pieno ai luoghi santi avviene in piena libertà e con la tutela dell’autonomia religiosa delle varie comunità, mentre prima del 1967, durante tutta la dominazione musulmana, importanti restrizioni avvenivano nei confronti dei non musulmani e per quasi vent’anni gli ebrei non ebbero alcun accesso a due delle quattro città sante dell’ebraismo.
4) Se Israele ponesse fine all’occupazione dei territori palestinesi ci sarebbe la pace in Medio Oriente.
Sarebbe bello fosse così semplice! Ma a parte il fatto che i problemi del Medio Oriente sono molteplici e nella maggior parte dei casi non hanno nulla a che fare con il conflitto israelo-palestinese: si pensi al genocidio in Darfur, all’oppressione di donne e omosessuali in Arabia Saudita, alla persecuzione contro i cristiani da parte del fondamentalismo islamico, al conflitto tra sciiti e sunniti, alle tensioni tra Iran e mondo arabo sunnita, alla povertà endemica della regione nonostante le ricchezze energetiche, al diniego di diritti nazionali da parte araba per curdi e berberi, e alla mancanza di libertà religiosa in tutta la regione salvo Israele. Il problema è il rifiuto dell’esistenza d’Israele da parte di una significativa parte del mondo arabo e dei palestinesi. In fondo, i territori oggetto del contendere Israele li ha conquistati nel 1967, ma dal 1948 al 1967 erano sotto dominio arabo eppure i palestinesi non li rivendicavano per loro e i regnanti arabi non si sognavano neanche di farne uno Stato per i palestinesi. Israele ha dimostrato più volte di volere la pace e di essere pronto a rinunce, sacrifici e compromessi. Non altrettanto si può dire da parte palestinese: se Hamas oggi rappresenta veramente la maggioranza dei palestinesi, con la sua retorica antisemita, la sua alleanza con l’Iran e il suo ricorso a terrorismo contro civili dentro Israele, dimostra come non si tratta solo di una disputa territoriale ma di un conflitto esistenziale.
5) L’unica soluzione al conflitto israelo-palestinese è la creazione di uno stato binazionale dove i due popoli condividono la stessa terra.
Ci sono quattro motivi per cui questo modello politico è un’utopia. Primo, perché le due nazioni difficilmente accetterebbero di vivere insieme in armonia condividendo potere e interessi. Costringere i due contendenti a una convivenza così difficile porterebbe a nuovi conflitti – si guardi alla ex-Yugoslavia – specie se si pensa al secondo motivo: le grandi differenze socioeconomiche e culturali. Gli israeliani guardano a occidente, sono integrati nell’economia occidentale e nella globalizzazione; sono una società laica e moderna, dinamica ed economicamente avanzata; dove le donne sono emancipate e la libertà sessuale, la mobilità sociale e la meritocrazia hanno preso piede fermamente; i palestinesi per contro sono ancora una società religiosa e tradizionale che vive principalmente di agricoltura e di manifattura, dove la cultura e i valori sociali sono tradizionali e tradizionalisti, e difficilmente tollererebbero le influenze del settore ebraico; mentre le strutture familiari e tribali sono ancora dominanti rispetto al merito e alla mobilità fondata sulle risorse economiche del singolo. Insomma, difficilmente le due società andrebbero d’accordo, e queste differenze portano al terzo motivo per cui lo stato binazionale è una cattiva idea: l’orientamento politico e culturale palestinese spingerebbe un futuro Stato in comune verso alleanze con il mondo arabo, in pieno contrasto con gli interessi del settore ebraico che sarebbero orientati verso l’America, l’Europa, l’India e l’estremo oriente. Ma la ragione che più di ogni altra rende l’idea improbabile è che uno Stato binazionale sarebbe antidemocratico perché la stragrande maggioranza di israeliani e palestinesi vuole – com’era vero settant’anni fa – uno Stato nazionale. Imporre una soluzione diversa violerebbe il diritto d’autodeterminazione dei popoli.
(Fonte: Liberal, 22 Maggio 2008 )
#1Andrea
Buongiorno,
sono un po’ confuso: di seguito elenco alcune frasi celebri di David Ben Gurion. Le ho trovate in giro, e ammesso che siano vere, e’ possibile sapere in quale contesto sono state pronunciate?
“Noi dobbiamo espellere gli arabi e prenderci i loro posti.”
“Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle terre e l’eliminazione di ogni servizio sociale per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba”.
“Ci sono stati l’anti-semitismo, i nazisti, Hitler, Auschwitz, ma loro in questo cosa c’entravano? Essi vedono una sola cosa: siamo venuti e abbiamo rubato il loro paese. Perché dovrebbero accettarlo?”
“I villaggi ebraici sono stati costruiti al posto dei villaggi arabi. Voi non li conoscete neanche i nomi di questi villaggi arabi, e io non vi biasimo perché i libri di geografia non esistono più. Non soltanto non esistono i libri, ma neanche i villaggi arabi non ci sono più. Nahlal è sorto al posto di Mahlul, il kibbutz di Gvat al posto di Jibta; il kibbutz Sarid al posto di Huneifis; e Kefar Yehushua al posto di Tal al-Shuman. Non c’è un solo posto costruito in questo paese che non avesse prima una popolazione araba.”
“Tra di noi non possiamo ignorare la verità … politicamente noi siamo gli aggressori e loro si difendono … Il paese è loro, perché essi lo abitavano, dato che noi siamo voluti venire e stabilirci qui, e dal loro punto di vista li vogliamo cacciare dal loro paese.”
“Se avessi saputo che era possibile salvare tutti i bambini della Germania trasportandoli in Inghilterra, e soltanto la metà trasferendoli nella terra d’Israele, avrei scelto la seconda soluzione, a noi non interessa soltanto il numero di questi bambini ma il calcolo storico del popolo d’Israele”.
Grazie
#2Alberto Pi
@Andrea: ciao Andrea, puoi contestualizzare queste frasi gentilmente? Grazie
#3Am Israel Hai!
Caro Andrea,
estrapolando le frasi dal contesto si può dire tutto e il contrario di tutto…la realtà è che in molti dei luoghi dove oggi sorgono le città israeliane non c’era NIENTE, se non sabbia del deserto….
#4nora
@Am Israel Hai!: a parte che una frase del tipo “Noi dobbiamo espellere gli arabi e prenderci i loro posti.” mi sembra chiarissima, e non mi pare che in un qualunque contesto possa cambiare il senso. Così come “I villaggi ebraici sono stati costruiti al posto dei villaggi arabi. Voi non li conoscete neanche i nomi di questi villaggi arabi, e io non vi biasimo perché i libri di geografia non esistono più. Non soltanto non esistono i libri, ma neanche i villaggi arabi non ci sono più. Nahlal è sorto al posto di Mahlul, il kibbutz di Gvat al posto di Jibta; il kibbutz Sarid al posto di Huneifis; e Kefar Yehushua al posto di Tal al-Shuman. Non c’è un solo posto costruito in questo paese che non avesse prima una popolazione araba.”
Al di là di ciò, il fatto che non ci fosse nulla ma solo deserto, fa comodo a tutti i sionisti. E’ storicamente provato della presenza di una popolazione e di vari villaggi nel territorio. Terre coltivate e abitate. Anche perché: se non ci fosse stata anima viva, gli attuali palestinesi che abitano nelle terre dei loro padri, da dove vengono? dalla luna? E tutti i profughi palestinesi sparsi fra la Siria e il Libano?
Fino agli inizi del 1900 c’erano unità amministrativo sotto impero Ottomano che si è poi sgretolato e sotto il quale convivevano ebrei e musulmani della stessa etnia. Gli attuali israeliani sono solo figli di europei, che per un motivo o per l’altro, sono andati a colonizzare una terra e a cacciare chi ci abitava.
Ma vi è comodo pensare che fosse solo deserto e che la Nakba non sia mai esistita.
#5Pino Modola
Un’altra bugia su Israele?
Ecco quanto ho letto ed aspetto smentite:
Ufficialmente non esiste. Non è indicato dalle cartine, non compare nelle foto aeree e le strade per raggiungerla sono state deviate. _L’unica notizia è che il carcere di massima sicurezza 1391 si trova al centro di Israele. _Esiste da vent’anni, ma è stato scoperto solo sei anni fa, quando un giornalista del più autorevole giornale israeliano Haaretz ne ha dato notizia. Persino l’ex Ministro di Giustizia, David Libai, ha dichiarato di esserne all’oscuro e come lui anche molti uomini politici sono rimasti sorpresi. _Eppure esiste. Lo sanno bene i pochi prigionieri che ne sono usciti vivi. _Chiunque entri nel 1391 rischia di scomparire per sempre. Torture, pestaggi, minacce di violenze sessuali e interrogatori disumani sono all’ordine del giorno. _I detenuti vivono in celle senza finestre, con il soffitto dipinto di nero e con la luce artificiale di una lampadina. L’impianto di aria condizionata mantiene la temperatura molto bassa e rumori continui non permettono di dormire. Spesso, inoltre, i carcerieri entrano di notte nelle celle e gettano prigionieri secchi di acqua gelida. __Le stanze sono grandi 2,5×2,5 metri, mentre quelle di isolamento sono 1,5×1,5 metri; solo ai personaggi più “illustri” è concessa una cella di 2,5 per 4 metri. _I servizi igienici rasentano lo zero, con un buco nel pavimento come gabinetto e con l’acqua che sgorga da una fessura della parete. _I prigionieri non possono ricevere visite, hanno diritto ad un’ora al giorno all’aria aperta e trascorrono il resto della giornata in isolamento. Al momento della consegna dei pasti, i reclusi devono mettersi un sacco in testa e alzare le mani e solo dopo che il militare è uscito dalla cella possono consumare il loro cibo. _Non sapevano dove si trovassero e quando cercavano di saperlo i secondini rispondevano “sulla luna” o “a Honolulu”. _Nessuno, tranne un nucleo ristretto di alti funzionari del governo e della sicurezza, sa quante persone siano incarcerate nell’Edificio 1391. _Si sa solo che è destinato ai detenuti politici libanesi e palestinesi. Se la custodia dei primi è gestita dal servizio segreto interno, comunque controllato, i palestinesi sono affidati al corpo speciale Unità 504, molto più autonomo e specializzato in interrogatori. __Ed è proprio a causa dei prigionieri politici palestinesi che è venuta a galla la notizia dell’esistenza del carcere. _I parenti e i famigliari dei palestinesi “scomparsi” si sono rivolti ai centri per la tutela dei diritti umani che hanno avviato le ricerche e durante un’udienza della Corte Suprema, l’avvocato dello Stato, messo sotto pressione dai giudici, ha rivelato l’esistenza di una prigione segreta in cui vengono rinchiusi i palestinesi ritenuti a conoscenza di informazioni di primaria importanza per la sicurezza di Israele. __Tuttavia, scoperto lo scandalo, non è successo nulla; la censura militare ha posto dei limiti severissimi e i mezzi d’informazione israeliani hanno fatto orecchie da mercante. L’unica ammissione ufficiale è che la 1391 “è un’installazione classificata all’interno di una base segreta dell’Esercito dove si svolgono attività segrete”. __Nessun giornalista può indagare sulla prigione, pena l’espulsione dal Paese; inoltre i cancelli della 1391 sono chiusi anche agli operatori della Croce Rossa, in violazione degli accordi internazionali.__Resta sorprendente il fatto che un carcere di massima sicurezza rimanga oscuro per oltre vent’anni in un Paese che si definisce “l’unica democrazia in Medioriente”.
#6Emanuel Baroz
ma non si stanca mai di scrivere amenità lei?!
#7V267
I palestinesi si devono rassegnare, come si sono rassegnati gli indiani d’America.
Che se ne vadano nelle riserve e, se proprio non ce la fanno, si ammazzino con l’alcol
#8mike
da amico fraterno di israele mi risulta molto ostico accettare queste ultime parole orrende!!!
#9Emanuel Baroz
concordo con te……ma abbiamo lasciato questo commento proprio per far vedere l’esasperazione a cosa può portare!
#10V267
Esasperazione un corno!
La guerra strisciante che c’é in Medio Oriente é una guerra di nervi che dura dal 1948, dall’anno in cui é stato proclamato lo stato di Israele.
I momenti caldissimi sono sfociati in scontri diretti, che hanno visto soccombente la controparte araba, ma le vittorie militari senza una reale pacificazione portano a scelte politiche perdenti, i cui effetti si ripercuotono sulla sicurezza e sulla sopravvivenza stessa dello stato ebraico.
La recente proposta di pace del primo ministro israeliano Netanyahu mi é sembrata molto ragionevole: creare uno stato palestinese demilitarizzato.
Esistono tanti piccoli stati così nel mondo: ad esempio, il Costarica.
Quale é stata la risposta dei paesi arabi? Un secco NO.
A me sinceramente di mettermi tutto il mondo contro non me ne fotto…..
Gli arabi, gli islamici si meritano di essere ridotti in “terra per ceci”…
E permettetemi questa digressione: sono pericolosi per Israele, ma anche per tutto il mondo occidentale, perché la loro religione é la negazione di Dio in terra, una forma di imbecillimento generale delle masse, un sistema di instupidimento, una merda che se mette piede in Europa ed in America trasformerà la civiltà occidentale in un caravanserraglio…
Dove sono nonna Golda e il valoroso generale Dayan?
V267
#11GRAZIANO CAMILLI
LE RELIGIONI SONO DIVENTATE L’OPPIO DEI POPOLI
ED E’ SCIOCCO PARLARE DI RELIGIONE, OGGI,PARLIAMO
PIUTTOSTO DI AMORE UNIVERSALE.
IL MIO SOGNO E’ DI VEDEREUN GIORNO APPARIRE
UNA ASTRONAVE EXTRA TERRESTRE CON UN TPO
CHE SCENDE DA ESSA E CHE CI PARLA DI DIO !
#12Francesco
Carissimo Am Israel Hai!
e’ molto difficile “estrapolare le frasi dal proprio contesto” quando queste sono ufficialmente riportate nei diari di David Ben Gourion padre di quella piaga che e’ stata ed e’ tutt’oggi il sionismo. Vogliamo parlare dell “equa” risoluzione 181 dell’ ONU sulla quale si fonda praticamente il conflitto? Vogliamo parlare del piano Dalet? e quali sarebbero i posti dove c’era la polvere? Deir Yassin? Qalunya? Beit Surik? Biddu? La stessa Haifa? Tiberiade? Kirbhat Nasr al-Din? Potrei riempire pagine con i nomi dei villaggi distrutti dai sionisti. E potremo riempire libri di sangue con i nomi dei civili massacrati da questi criminali. L’anti semitismo e’ un crimine..L’antisionismo e’ un DOVERE!
#13Emanuel Baroz
Vogliamo forse parlare del pogrom del 1929 a Hebron? O degli infiniti attacchi ai villaggi popolati da ebrei siti nella Palestina britannica fin dagli albro dell’800? I suoi interventi su questo sito dimostrano semplicemente che alla base di tutto il suo ragionamento c’è un pregiudizio…decida lei di quale tipo
#14Alberto Pi
@Francesco: l’antisionismo e’ solo un modo moderno per definirsi antisemiti senza sentirsi in colpa. Lo stato di Israele vive e prospera, nella piena legittimità’ internazionale. Quelli come te se ne dovrebbero fare una ragione.
#15Alberto Pi
CONOSCERE I FATTI
FATTI CHE NON SI POSSONO NEGARE E SI DEBBONO TENERE PRESENTI
1) Si dice che i Palestinesi lottano per “riavere” la loro terra, occupata dagli Israeliani.
Invece:
– il territorio della Palestina è stato per secoli (fin dalle Crociate) sotto l’Impero Ottomano (turco);
– nessuno mai, per secoli, dalla dominazione romana in poi, ha stabilito un regno od una nazione in quella zona;
– Gerusalemme non è mai stata capitale per nessuno tranne che per il popolo ebraico;
– dopo la 1a Guerra Mondiale, vinto e dissolto l’Impero Ottomano, il territorio della Palestina è passato
su disposizione della Società delle Nazioni – sotto il Mandato inglese;
– alla fine del Mandato inglese, il 29 novembre 1947 (Risoluz. N.181) venne proposta dall’ONU la creazione di due stati: uno arabo ed uno ebraico (133 voti a favore, fra cui quello dell’URSS, e 13 contrari).
Gli ebrei accettarono e, il 14 maggio 1948, dichiararono la fondazione del loro Stato: Gli arabi rifiutarono e, il 15 maggio 1948, sferrarono con 5 eserciti (Egiziano, Siriano, Libanese, Transgiordano ed Irakeno) il primo attacco concentrico;
– l’11 maggio 1949, con la Risoluzione n.273, lo Stato d’Israele veniva ammesso all’ONU.
2) I terreni appartenevano a ricchi latifondisti (sceicchi, emiri) e venivano lavorati da pochi contadini,
quasi servi della gleba: Erano terreni deserti e malarici:
– gli ebrei comprarono la terra dai latifondisti arabi a prezzi esosi (anche a 1.000,00 – 1.500,00 $ per acro)allorché, nello stesso periodo, la ricca terra dello Iowa (USA) veniva venduta a circa 110,00 $ per acro (M.Auman – Land ownership in Palestine – 1880/1948). L’hanno bonificata e l’hanno poi avuta sotto il loro controllo a seguito delle molte sanguinose guerre di autodifesa;
– nessun paese, che si sappia, ha mai restituito territori acquisiti in guerra: Israele ha restituito il Sinai nel 1982 ed il Sud-Libano nel 2000.
3) Si crede che gli Israeliani abbiano compiuto, in questo secolo, un’invasione.
Invece:
– la popolazione totale era, 150 anni fa, nell’ordine di circa 200.000 abitanti: oggi ammonta a circa 10.000.000 (quasi 7 milioni in Israele e circa 3 milioni nei Territori).
– gli ebrei erano presenti nella Giudea (poi Palestina) già 2.400 anni prima che l’Islam la occupasse. Comunque vi sono stati degli ebrei sempre, senza interruzione (27 sinagoghe nella sola Gerusalemme Vecchia);
– i palestinesi, come popolo, sono nati in questo secolo: erano arabi provenienti dai paesi limitrofi (soprattutto Giordania), venuti in massa in Palestina sotto il Mandato inglese in cerca di una vita migliore dato lo sviluppo che l’immigrazione ebrauca dava a quel territorio: gran parte di loro furono cacciati e uccisi a migliaia dal governo giordano nel “settembre nero” del 1970.
4) Aggressione?
– Israele ha sempre agito ed agisce per legittima difesa: non solo nella guerra cominciata già all’indomani della fondazione dello Stato, ma anche sempre successivamente, fino ad oggi. Nessun attacco è mai venuto da Israele, mentre si accettano come normali quelli terroristici commessi per anni dagli arabi come hanno documentato le cronache e la TV.
5) Accordo.
– finché Israele non ha occupato i territori, e cioè dal 1948 al 1967, gli arabi li hanno avuti nelle loro mani: avrebbero potuto creare lo Stato palestinese ma non l’hanno fatto. Arafat ed i suoi hanno anche recentemente rifiutato di averlo accanto a quello d’Israele, dimostrando così di avere l’intenzione di non contentarsi mai di quanto loro offerto (oltre il 98%), né di accettare un compromesso su Gerusalemme; di volere perciò (come da sempre) “ricacciare in mare l’invasore”.
6) Interessi religiosi.
– si può osservare che i palestinesi – come tutti i mussulmani – vanno in pellegrinaggio alla Mecca e pregano rivolti verso la Mecca; gli ebrei, da sempre, verso Gerusalemme;
– le due moschee furono – non per caso – edificate sulle rovine del Tempio di Salomone. Non si può sostenere che la “spianata” sia di prima ed unica sacralità per gli arabi come lo è per gli ebrei. Comunque, nello Stato d’Israele e nei territori sotto controllo israeliano c’è piena libertà di culto, libertà che mancò totalmente per gli ebrei quando Gerusalemme era sotto il dominio giordano (accesso al Luoghi Santi impedito, cimiteri profanati e distrutti).
7) Profughi.
– Israele ha accolto i profughi cacciati dai paesi arabi, in numero anche superiore (800.000) a quello dei palestinesi incitati dalle autorità dei paesi arabi a fuggire dal neonato Stato d’Israele al momento della sua fondazione (1948) cioè circa 600.000 (v.rapporto UNRWA – Agenzia dell’ONU per i Rifugiati) contro i circa 4.000.000 di cui oggi si chiede il ritorno;
– Israele ha inserito i suoi profughi ebrei, e perfino quegli arabi-palestinesi che non fuggirono nel 1948 (che hanno i loro seggi nel Parlamento) mentre gli Stati arabi ed Arafat hanno costretto i profughi palestinesi nei campi e li hanno abbandonati a sé stessi, usandoli a scopo politico per il conflitto, rendendoli frustrati ed aggressivi e sperperando e dirottando ad altri scopi i miliardi (!) di $ erogati dall’UNRWA e da alcuni Stati arabi.
8) Oppressione.
– i palestinesi dei Territori hanno avuto da Israele strade, elettricità ed altre infrastruttire, nonché assistenza sanitaria e sei università.
9) La pace.
– a Camp David si è arrivati ad un passo dalla pace, ma la risposta palestinese è stata, di nuovo, il rifiuto ed il ricorso alla violenza, proponendo – tra l’altro – immagini false di bambini oppressi, che venivano invece cinicamente utilizzati come riparo davanti ad adulti armati.
10) Odio.
– soprattutto occorre che i palestinesi pongano fine all’insegnamento dell’odio fin dalle scuole elementari. Esistono documenti sul carattere orribile di quello che si insegna.
11) Negoziati.
– anche per gli insediamenti, Israele ha dimostrato di essere disposto a negoziare, purché in un clima di compromesso e non di violenza. Israele oggi chiede di riprendere e completare gli accordi a suo tempo raggiunti per porre fine alla violenza che non può dare risultati positivi per nessuna delle due parti.
#16roberto
Il carcere 1391 del quale il sig. Pino Modola ci ha informato esiste, ebbene sì : non meravigliatevi se non lo si viene a sapere. Del resto anche io ho nel garage un drago, estremamente feroce ma che riesco a tener ben quieto quieto rimpinzandolo quotidianamente onde evitare che il calore emanato dal fuoco ( il drago notoriamente sputa fuoco ) possa destar sospetti nei vicini. Quei pochi che sono riusciti a vederlo ed uscirne vivi si guardano bene dal raccontarlo, pena l’esser prima o poi divorati. Vedete, il carcere 1931 esiste, come il mio drago…
Cordiali saluti e complimenti per qusto sito, utile ( fino ad un certo punto: contro i malati di mente dell’antisionismo non c’è informazione che tenga) e ben fatto…
Roberto Fiaschi
#17Emanuel Baroz
Grazie Roberto….gli interventi come il tuo ci rinfrancano!
#18halim hafiz
per fortuna che esiste ancora in questo mondo delle coscienze umana e pulita si no il mondo sarebbe finito da un pezzo
#19halim hafiz
non sara’pace nel mondo a finche non ce sara’ giustizzi
#20halim hafiz
non sara’pace nel mondo a finche non ce sara’ giustizzi
e’ siamo tutti figli di dio perche non cerchiamo di vivere in pace tutti?(anche se’ a volte siamo figli di P.)
#21Mariooo
“estrapolando le frasi dal contesto si può dire tutto e il contrario di tutto…la realtà è che in molti dei luoghi dove oggi sorgono le città israeliane non c’era NIENTE, se non sabbia del deserto….”
Difendere un reo confesso…arghh… è dura !
#22Emanuel Baroz
questo tuo tentativo di ribaltare il ragionamento è ridicolo: gli ebrei avevano tutto il diritto, sia storico sia legale/internazionale, di vivere in quelle terre, ed hanno avuto il coraggio e la forza di costruire lì dove non c’era nulla, il che rende inaccettabili nonchè pretestuose le richieste da parte araba di rivolere indietro quel pezzo di terra perchè abitato dai propri antenati (falso clamoroso perchè “dove oggi sorgono le città israeliane non c’era NIENTE, se non sabbia del deserto…”)
Torna quando avrai altri cazzate da scrivere, ma rendimi la cosa più difficile, altrimenti non mi diverto!
#23giorgio
Non è la prima volta che leggo un commento come quello di V267. Purtroppo gli ebrei che difendono Israele vivono nell’ignoranza di una storia inventata di sana pianta dai sionisti che hanno, e ancora usano, la tragedia dell’Olocausto per fini politici. La Palestina non è mai stata terra nullius, come la definirono le potenze occidentali nell’800.
In passato ebrei ed arabi vi coabitavano pacificamente. Poi arrivarano i sionisti e, complici gli inglesi, combinarono un casino cacciando gli arabi dalle proprie case: la nascita di Israele nel maggio del 1948 coincide con la Nakba, la cacciata dei palestinesi dalle proprie terre. La storia raccontata è stata completamente reiscritta.
Perfino autori ebrei israeliani come Ilan Pappe o Shlomo Sand vi smentiscono.
Ma ancora non sono riuscito a capire perchè devono pagare i palestinesi per le colpe che hanno commesso gli europei perseguitando gli ebrei, e per quale motivo ad Israele, unico stato al mondo insieme agli USA, deve essere consentito di farsi beffe del diritto internazionale, che dichiara illegali le colonie, e delle risoluzioni ONU.
Questo per me rimane un mistero.
#24Emanuel Baroz
la storia parla chiaro caro Giorgio….spiace che persone come te ancora credano alla leggenda dei palestinesi da sempre presenti in quella regione
#25giorgio
Certo sì, la storia inventata dai sionisti per prendervi per i fondelli.
Che vi piaccia o no, documenti alla mano, storici come Ilan Pappe e Shlomo Sand ci dicono come sono andate veramente le cose.
Fatevene una ragione, è l’uso delle bugie, della violenza e degli appoggi del cugino grosso, che vi permette di combinare quello che combinate da 60 anni a questa parte.
Israele è stato costruito sulla sofferenza di due popoli: quello ebraico e quello palestinese. Ciò che è stato fatto a voi dagli europei, i vostri governi lo stanno facendo ai palestinesi.
E voi che accettate questo, ne siete complici. Ma ricordatevi che verrà un giorno il giudizio di dio.
#26giorgio
Avevo scritto un altro commento, ovviamente è stato censurato, perchè leggendolo la gente potrebbe farsi domande e andare a vedere come stanno realmente le cose.
Siete ridicoli voi che difendete Israele, davanti all’evidenza non potete far altro che negare e censurare.
#27Emanuel Baroz
ma con quanti altri nomi vuoi postare le tue castronerie? Come vedi per ora non abbiamo censurato nulla di ciò che hai detto, anche perchè riteniamo che siano utili per far capire a chi ci legge quanto un sito del genere sia necessario
#28IO
Israele NON VUOLE LA PACE, altrimenti non si spiega per quale motivo disporrebbe di un numero che va dalle 80 alle 200 TESTATE NUCLEARI ( ILLEGALI ) come dichiarato pubblicamente dal fisico nucleare MORDECHAI VANUNU nel 1986 ( arrestato dal Mossad, incarcerato e sottoposto a TORTURE ). Il bello è che fa la morale e MINACCIA di ATTACCO l’Iran per un suo presunto ( e MAI DIMOSTRATO ) Programma Nucleare, quando questo ultimo ha ratificato il Trattato di Non Proliferazione Nucleare e consente ( al contrario di Israele ) l’ingresso nei suoi impianti agli ispettori dell’AIEA ( Agenzia Internazionale per l’Agenzia Atomica ).
“la spartizione della Palestina in due stati fu proposta dalla Commissione Peel nel 1937 e I dall’Onu nel 1947, ma fu rifiutata dagli arabi (i sionisti accettarono entrambe le proposte), mentre l’idea di uno Stato binazionale fu proposta da due movimenti sionisti negli Anni Trenta e respinta dalla leadership araba.” notizia completamente FALSA e PRIVA DI FONDAMENTO in perfetto stile di FALSARI SIONISTI che accusano gli altri di quello che dovrebbero accusare sè stessi.
“Israele ha dimostrato più volte di volere la pace e di essere pronto a rinunce, sacrifici e compromessi.” FALSO anche questo.
#29giorgio
@IO: purtroppo i viscidi e ignoranti sionisti, i veri razzisti, sembrano non sapere che gli ebrei che denunciano Israele quale stato terrorista, in costante e totale spregio dei diritti umani, sono migliaia, a cominciare da Hedy Epstein e Stephane Hessel, sopravvissuti all’olocausto, per passare a Norman G. Finkelstein, i cui genitori furono anch’essi vittime dei nazisti, e poi Akiva Orr, Yonatan Shapira, Ury Avnery, i veterani IDF di Breaking the Silence, gli shministit, i grandi intellettuali come Gilad Atzmon, Ilan Pappe, Noam Chomsky, Gideon Levy e potrei continuare all’infinito. Ma i bugiardi sionisti, da mezzi uomini quali sono, fanno finta di nulla e ignorano le testimonianze della loro stessa gente, questi sì veri ebrei e grandi uomini. Vergogna!
#30Emanuel Baroz
Lo Stato di Israele cerca e vuole la pace per i suoi cittadini. Ultima prova è il ritiro da Gaza nel 2005. Da quel giorno da lì sono piovuti missili e razzi sempre più potenti, e dove prima c’erano serre e campi coltivati dai tanto vituperati “coloni” ora ci sono solo ramper di lancio di missili. Questi sono fatti. Inconfutabili. Quando ne prenderete atto potremo iniziare a discutere