Libano: Perduca (Pd),Suleiman su Israele non fa sperar bene
(ANSA) – 12:03 – Roma, 26 mag -Le prime dichiarazioni del presidente libanese Suleiman su Israele non lasciano ben sperare il senatore radicale, eletto nelle liste del Pd, Marco Perduca.
“Anzi – ha osservato Perduca – pare proprio che per suggellare la sua elezione, frutto di un compromesso che dà il potere di veto su qualsiasi decisione a Hezbollah, il Libano adesso abbia come priorità l’unità nazionale nella difesa dallo Stato ebraico. Ricordiamoci che nei mesi scorsi sono stati ammazzati diversi parlamentari della maggioranza, mentre nel solo maggio almeno 60 persone sono cadute vittime della violenza di quel “partito di dio” con cui si è oggi voluto trovare l’accordo”.
“Oltre a confermare la presenza militare italiana nel contingente Unifil2, occorre dedicare – ha concluso Perduca – iniziativa politica per individuare, come chiede la risoluzione Onu 1701, le reali cause del conflitto che ormai è sempre più a carattere regionale, sostenere il lavoro del Tribunale speciale e porre fine alle vuote celebrazioni di una stabilità a-democratica. Gli ultimi 30 anni di storia libanese dovrebbero servire da monito”.
#1Am Israel Hai
Dal Corriere della Sera in edicola il 23 Novembre 2004:
Sinistra italiana in imbarazzo
Diliberto va in visita dall’Hezbollah libanese Israele: «Ripugnante»
ROMA – L’incontro avvenuto sabato scorso a Beirut fra il segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto e il capo degli Hezbollah Hassan Nasrallah ha suscitato reazione fermissima dell’ambasciata israeliana in Italia e imbarazzo nel centrosinistra. Hezbollah è «contro ogni riconciliazione con Israele», appoggia l’intifada e colpisce Israele con attacchi armati dal sud del Libano. Da qui l’indignazione dell’ambasciatore Ehud Gol, che esprime «disgusto e ripugnanza» per l’episodio, per «il desiderio di Diliberto di intrattenere relazioni con quella organizzazione terroristica e assassina». Lui, il segretario cossuttiano, rifiuta «la criminalizzazione della resistenza libanese, palestinese e irachena, diverse dal terrorismo», accusa Gol di essere «degno rappresentante di un governo che opprime un altro popolo» e giudica il suo intervento «una intromissione nella politica italiana». La vicenda crea un certo scompiglio nella sua coalizione, che sceglie però la linea del «non enfatizzare» e di far rientrare la cosa nelle «distanze che ci sono tra di noi sulla politica estera», come commenta Dario Franceschini (Margherita). Non avrebbe reso omaggio a Nasrallah la Ds Marina Sereni («sì al dialogo, ma non con organizzazioni terroristiche»); mentre più duro, nella Quercia, è Giuseppe Caldarola: «E’ un incidente molto grave: non si dà credito a organizzazioni sanguinarie; per noi questo deve essere un discrimine di alleanza e spero che Prodi apra un dossier sul caso». Enrico Boselli (Sdi) parla di «errore e danno» di Diliberto: «Ma è solo una posizione isolata». E il verde Alfonso Pecoraro Scanio inneggia alla linea pacifista ricordando, però, che «Hezbollah è un partito legale in Libano». Niente di strano, invece, per Rifondazione. Dice Gennaro Migliore: «A Beirut c’era anche la nostra delegazione. Non abbiamo avuto un colloquio bilaterale con Hezbollah, ma non ho riserve verso formazioni di quel tipo».
Daria Gorodisky