Una normale giornata israeliana….
Gaza, 13/11/2008 – Missile Qassam palestinese lanciato mercoledì notte dalla striscia di Gaza verso Israele si è abbattuto nei pressi di Sderot.
Gaza, 13/11/2008 – Due missili Qassam palestinesi lanciati mercoledì sera dalla striscia di Gaza verso Israele si sono abbattuti su un terreno non edificato nella zona di Shaar HaNegev.
Gaza, 13/11/2008 – Due granate di mortaio palestinesi lanciate mercoledì pomeriggio dalla striscia di Gaza verso Israele si sono abbattute sul Negev occidentale.
Gaza, 13/11/2008 – Quattro granate di mortaio palestinesi lanciate mercoledì dalla striscia di Gaza verso Israele si sono abbattute vicino a Nahal Oz.
Gaza, 13/11/2008 – Sventato tentativo di infiltrazione terroristica. Quattro terroristi sono stati abbattuti mercoledì dalle Forze di Difesa israeliane vicino al valico di Kissufim tra Israele e striscia di Gaza. Un soldato è rimasto leggermente ferito. Trovati mitra e granate sui terroristi abbattuti, che erano membri di Hamas.
Gaza, 13/11/2008 – Tre granate di mortaio palestinesi sono state lanciate mercoledì mattina verso il valico di Kissufim tra Israele e striscia di Gaza.
(Fonte: Israele.net , ynetnews , Israel national news)
#1Lady Ginevra
Quando salii sull’aereo che da Israele mi avrebbe riportato in Italia, un grosso punto interrogativo aleggiava sulla mia testa: starò facendo la cosa giusta?
Già, perché io sono italiana, e volevo tornare nella mia patria, sentire la mia lingua, ricongiungermi alla mia famiglia. Ma in Israele ero stata felice. Sentivo qualcosa che mi tratteneva là, in quel paese più vero, dove la vita ha un valore, dove è lontana la superficialità e lo scarso spessore morale dell’occidente. Un Paese di idealisti (a parte le dovute eccezioni che non mancano da nessuna parte), di gente coraggiosa, altruista, che non guardava il proprio orticello come siamo abituati a vedere qua, che non aveva nessun timore di esporsi.
Ho subito il fascino di Israele, lo conservo nel cuore, e avrei voluto che un motivo qualsiasi mi trattenesse lì.
Per anni, lustri e decenni, mi sono chiesta se avessi fatto bene o meno a tornare, se avessi preso la decisione giusta.
Con l’intifada, con gli attentati continui, ammetto di aver pensato di aver fatto bene a tornare: ma quando mi capita di incontrare o sentire qualcuno che vive là, non posso non ammirare, se non addirittura invidiare il coraggio, e quello spirito sempre teso a costruire, a difendere la vita.
Non mi sento a mio agio a starmene qua.
#2Libat
Questa e’ una lettera che ho scritto una settimana fa’. Oggi e’ caduto un’altro razzo, questa volta vicino a casa mia a beer-sheva.
ciao a tutti…
come gia’ sapete vivo in israele da circa 10 anni, ma forse non sapete ke studio all universita’ di beer sheva – la capitale del sud israele.
e’ quasi una settimana ormai che non studiamo piu’ perche’ beer sheva e’ sotto missili di hamass. i miei amici sono stati richiamati al militare, mio fratello e’ a sderot (la citta’ piu’ vicina a gaza che riceve missili da ormai anni), e i bambini del sud al posto di andare a scuola, guardano la guerra in tv e corrono in qualche rifugio ogni volta che si sente la sirena nella loro citta’.
non so quanto vi informate su quello che sta succedendo qui in israele, e spero che vi informiate parecchio – volevo solo raccontarvi in prima persona cosa vuol dire essere in guerra.
e’ la mia prima volta. quando c erano attentati in israele non uscivo di casa tranne che a scuola e in posti sicuri. oggi, la sirena, ti rovina la colazione a casa tua, ti chiude la scuola e ti sveglia la mattina. anche a capodanno a beer sheva al posto di festeggiare son venuti giu’ missili. la maggior parte del tempo a beer sheva la sirena non ha funzionato e cosi’ al posto di avere qualche secondo per rifugiarti – senti un botto enorme e speri che tutti i tuoi amici stiano bene e che al prossimo missile – la sirena funzioni. i cittadini stanno attaccati alla radio, le strade sono vuote e nessuno sa che succedera’.
la maggior parte dei studenti all universita’ di beer sheva sono tornati a vivere con i genitori al centro o al nord di israele, io inclusa. abbiamo lasciato i nostri appartamenti, amici, vicini, lavoro etc..
dopo 24 ore di missili senza sirena, senza lavoro e studi – la maggior parte dei studenti son scappati via. i cittadini delle citta’ – no.
e cosi’, la gente al sud vive.
non so esattamente cosa volevo dirvi. forse – cercate di immedesimarvi, perche’ solo cosi’ potrete capire forse. e la prossima volta che venite in israele – non limitatevi a essere turisti al centro di israele – venite un po’ al sud – la gente e’ calda e coraggiosa, la vita e’ piu’ modesta, l economia del sud ha ricevuto un botto in questa guerra – e comunque il sud e’ una gran parte di israele – molto molto diversa da tel aviv o gerusalemme – ma stupenda secondo me.
e ogni volta che sentite parlare di israele, ricordatevi che vivere questa realta’ e’ diversissimo dal parlarla. grazie per avere letto.
e chiedo scusa- il mio italiano svanisce pian piano
libat