Ieri sera con qualche minuto di ritardo accademico sull’ora prestabilita, si è tenuta all’Hotel Parco dei Principi di Roma, la serata di sostegno allo Stato d’Israele patrocinata da alcune organizzazioni ebraiche.
Buona affluenza, anche se ci si aspettava una tale partecipazione, sull’onda dell’emotività suscitata dagli eventi di guerra. Tante le personalità politiche presenti, pochi con una lunga militanza a favore di Israele, e i più appartenenti alla schiera degli “amici recenti” su cui la Comunità Ebraica di Roma ha potuto contare nei mesi scorsi. In rappresentanza del Governo il ministro delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi, poi il deputato del Pd Piero Fassino (l’unico applauditissimo PRIMA dell’intervento), l’ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il presidente della fondazione Museo della Shoah, Leone Paserman.
Complessivamente la serata è stata piuttosto noiosa, trattandosi di uno sbrodolamento autocelebrativo con il favore delle istituzioni, ed è servito a ribadire un po’ di retorica a favore dell’intervento armato e di ferma condanna al terrorismo di Hamas. Gli unici momenti degni di nota sono stati gli interventi dei delegati del Keren Kayemet e del Keren Hayesod, forse i soli ad entrare nel vivo della questione senza farsi prendere da deliri dialettici. Contestazioni – quasi ovvie – alle considerazioni di Clotilde Pontecorvo, in rappresentanza del Martin Buber. L’apertura va bene, ma la platea ha deciso che le sue parole erano un po’ troppo anche per una serata dedicata alla pace.
Tra i politici, importante il riconoscimento riservato all’onorevole Piero Fassino che ha potuto godere di una “passerella” di applausi che non è stata riservata nemmeno ai relatori ebrei. Un intervento complessivamente equilibrato. E la strenua posizione a sostegno di Israele all’interno dei DS (che contano nelle loro file, per capirsi, Massimo D’Alema) gli ha garantito un “lasciapassare” tale da evitare di concentrarsi troppo anche sulle sue, equidistanti, parole.
Curioso l’intervento di Ferdinando Adornato (ex PCI, PDS, Allenza Democratica, Forza Italia, ora UDC, domani chissà…) che ha sfoggiato un discorso piuttosto ovvio ma che ha strappato ben 6 applausi. Bisogna riconoscere che l’ovvietà è un bene prezioso quando tutt’intorno c’è chi è troppo preso ad individuare le responsabilità di una sola parte. Bravo, comunque.
L’intervento di Andrea Ronchi è passato piuttosto indifferente con una nota davvero singolare. La riportiamo integralmente: “L’Italia è un paese strano. Noi non abbiamo memoria…“. Viene da pensare che se la platea avesse avuto memoria forse Ronchi non avrebbe ricevuto gli onori di casa.
Poi Renzo Gattegna dell’Unione delle Comunità Ebraiche, e l’ambasciatore d’Israele Gideon Meir. Prima aveva parlato Riccardo Pacifici. Che aveva evocato una riflessione interessante:
Penso se ci fosse stato qui tra noi oggi il senatore Giovanni Spadolini, l’unica carica dello Stato a non volere incontrare Arafat nel 1982 (incontro che costò al Presidente Sandro Pertini, l’esclusione dai funerali di Stato del piccolo Stefano Tashè, n.d.r.) insieme a pochi altri come i radicali di Marco Pannella…non potrebbe fare a meno di notare che le cose si sono invertite: prima a sostenere Israele c’era solo una ristretta minoranza in Italia. Ora sono in tanti al nostro fianco. E la storia ha lasciato fuori le forze che non riconoscevano le nostre ragioni…
Un passo interessante, come anche:
Oggi stiamo dando una grande lezione al mondo e a questo paese. La lezione di chi invece di andare nelle piazze a gridare slogan cruenti, ad invocare la distruzione dello Stato d’Israele e a bruciare bandiere, ha scelto di incontrarsi in un albergo, a sostenere la pace…
Chiude la serata un canto intonato insieme dai gruppi Hashomer Hatzair e Benè Hakiva, storicamente contrapposti – se ci sono riusciti loro, a cantare insieme, possono riuscirci anche israeliani e palestinesi – e un piccolo imbarazzo al momento degli inni. Un interessante esibizione in controcanto che Mameli sarebbe svenuto sulla sedia.
Bravi tutti. Ci vediamo a Montecitorio il 14 alle 18,00. Con le stesse idee, e magari anche più chiare.
#1giovanni
a proposito di ADORNATO
nel suo intervento ci sono delle ovvietà ma non sono falsità
ben vengano le cose ovvie se ricordano fatti significativi e/o veritieri
#2Alberta
L’autore dell’articolo non ha detto che fossero falsità…ma l’ironia sui suoi cambi di casacca ci sta tutta!