Gaza: presunti collaborazionisti condannati a fare i kamikaze
di Guglielmo Sasinni
Li avrebbero potuti uccidere con una raffica di Kalashnikov, come i terroristi di Hamas usano fare per “giustiziare ” quei palestinesi che considerano spie di Israele. Questa volta invece gli hanno riservato il più perfido degli inganni, li hanno costretti a vestirsi da shaid, da “martiri” kamikaze che aspirano al paradiso di Allah, li hanno imbottiti di tritolo e li hanno spinti fino all’obiettivo: Juhr al-Dik, una località nel settore sud-orientale della Striscia di Gaza, a ridosso della frontiera israeliana.
All’alba di ieri i due si sono diretti verso la postazione dei soldati israeliani con fare incerto, i militari resisi conto all’ultimo momento della minaccia hanno aperto il fuoco uccidendoli. Questa la versione ufficiale. In realtà sembra che le cose si siano svolte diversamente. Le cariche esplosive nascoste sotto le giacche dei fratelli Yaqoub e Ahmed Nassar, palestinesi nati nei campi profughi della Striscia, sono esplose prima che venissero sparate le raffiche dei soldati israeliani.
I due “kamikaze” non volendo provocare una strage hanno premuto gli inneschi prima di superare la recinzione israeliana. Yaqoub e Ahmed erano affiliati ad Hamas, da tempo si erano resi conto dei tradimenti del movimento integralista palestinese che tiene in ostaggio Gaza. Questi due fratelli li incontrai lo scorso gennaio a Tel Aviv, cercavo notizie per un articolo sui collaborazionisti palestinesi ( “Libero” 10.01.09). Parlammo a lungo e quando scrissi li indicai come “Khaled” e “Omar, mi spiegarono perché non si ritenevano dei traditori, ma dei combattenti. Adesso ho capito che cosa intendevano.
(Fonte: Libero, 22 Febbraio 2009, pag. 24)
#1Daniela
suona un po’ strana questa storia. Perche’ mai queste persone se veramente si sono convinti che Hamas e’ nemico del popolo palestinese e va combattuto anche a prezzo della propria vita, vita che peraltro (a quanto si capisce dall’articolo) Hamas avrebbe loro tolto nel giro di poche ore e loro ne erano consapevoli, perche’ si sono fatti esplodere nella terra di nessuno anziche’ tra gli uomini di Hamas che hanno loro fornito l’esplosivo, aiutato a indossarlo e sistemarlo, e che li hanno accompagnati al valico? E perche’ mai Hamas avrebbe dovuto far correre questo rischio a parecchi dei suoi, invece di liquidare i presunti collaborazionisti come di solito avviene? Inoltre abbiamo tutti visto il video del ragazzino imbottito di esplosivo che non era tanto convinto di voler davvero farsi esplodere…. nessuno gli ha sparato, gli e’ stato invece indicato come togliersi il corpetto e inviato un robottino con delle forbici, una volta rimosso l’esplosivo e’ stato arrestato mentre gli artificieri mettevano in sicurezza tutto quanto. Come mai queste due persone non hanno gridato le proprie intenzioni? In prigione in israele sarebbero stati relativamente al sicuro….