A Parigi parte il processo per l’omicidio del ragazzo ebreo Ilan Halimi
Francia/ Al via il processo contro la “gang dei barbari”
27 giovani accusati di sequestro,tortura e omicidio di un giovane ebreo
Parigi, 29 apr. (Ap) – Si apre oggi davanti alla Corte d’assise minorile di Parigi il processo contro 27 persone accusate, a vari gradi, del sequestro e dell’assassinio di Ilan Halimi, un giovane francese di religione ebraica. La vicenda che indignò e sconvolse la Francia risale al gennaio del 2006: dopo tre settimane Ilan venne trovato nudo, con ustioni e ferite mortali di arma da taglio su tutto il corpo. Per questo brutale omicidio sono stati arrestati 26 giovani, dieci ragazze e diciassette ragazzi, di età compresa, all’epoca dei fatti, tra i 16 e i 32 anni. Tra di loro anche Youssouf Fofana, capo della presunta “gang di barbari“. L’uomo, oggi 28 anni, è accusato, tra l’altro, di “omicidio con premeditazione commesso a causa dell’appartenenza o della non appartenenza vera o presunta della vittima a una determinata religione”, “associazione per delinquere, sequestro con richiesta di riscatto, atti di violenza e torture”.
Fofana, il principale imputato del rapimento e dell’uccisione del ragazzo,cittadino francese di origine ebraica, ha fatto il suo ingresso in aula con un vistoso sorriso, declinando le proprie generalità di combattente della “giusta fede”.
“Il mio nome è Arabo, il cognome Armata africana della rivoluzione salafita,la mia data di nascita il 13 febbraio 2006″(il giorno del rinvenimento del cadavere di Halimi).
Thanks to Liberali per Israele
#1Alberto Pi
Giulio Meotti : ” L’ebreo rimosso ”
Roma. Ieri Libération dedicava tutta la sua prima pagina a questo efferato
“crimine antisemita”. I rapitori lo avevano organizzato con molta cura. Ma
pensavano che tutti gli ebrei fossero ricchi e che la famiglia di Ilan
Halimi avrebbe pagato il riscatto. Una bella ragazza era entrata nel negozio
di telefoni cellulari di Parigi dove Ilan lavorava come commesso. Gli aveva
dato appuntamento in periferia. Una trappola. Tre settimane dopo, Ilan viene
trovato agonizzante, il corpo bruciato all’ottanta per cento, vicino alla
stazione di Saint-Geneviève-des- Bois. Seminudo, con ferite e bruciature di
sigarette spente sulla carne viva e in quasi tutto il corpo, Ilan è morto
nell’ambulanza che lo trasportava all’ospedale. La madre Ruth, chiedendo un
processo pubblico e aperto a tutti, perché tutti possano vedere quel che può
succedere a un ebreo nel cuore di Parigi, dice in modo chiaro quel che
pensa: “Sarebbe stato ucciso in quel modo se non fosse stato un ebreo?”.
Ilan non era di famiglia benestante. Per non urtare la sensibilità della
comunità musulmana delle periferie il caso venne fin dall’inizio tenuto su
un registro basso, la polizia negava l’intento religioso. Ma dopo che l’allora
ministro dell’Interno, Nicolas Sarkozy, annunciò che a casa del rapitore
erano stati trovati scritti di Hamas e del Palestinian Charity Committee, fu
tutto più evidente. Un ebreo torturato e ucciso nel cuore della Francia. Si
è aperto ieri a Parigi il processo contro le ventisette persone accusate, a
vari gradi, del sequestro e dell’assassinio di Ilan Halimi. Tra di loro
Youssouf Fofana, capo della “gang di barbari”. L’uomo, 28 anni, è accusato,
di “omicidio con premeditazione commesso a causa dell’appartenenza o della
non appartenenza vera o presunta della vittima a una determinata religione”.
Yedioth Ahronoth, il giornale israeliano che meglio ha seguito la vicenda,
raccontava ieri di un clima sempre più antisemita in Francia in questi tre
anni. “Va sempre peggio”, dice Serj Ben-Haim, presidente di una delle
maggiori comunità parigine. “La morte di Ilan è un simbolo, l’antisemitismo
continua a crescere”. Un mese fa Michael Benhamou venne aggredito e
picchiato da un gruppo di arabi nella metro di Parigi al grido di “fottuto
ebreo” e “ti uccidiamo ebreo”. Gli imputati al processo Halimi sono Jerome
Ribeiro, detto “colpo di testa”, Samir Ait Abdelmalek alias “Smiler”,
Fabrice Polygone, Yahia Kaba e Jean-Christophe G., unico minorenne del
gruppo, soprannominato “Zigo”. Furono reclutati sulle strade di Bagneux da
Fofana, il “boss”. “Dal primo giorno ho visto che l’ostaggio aveva tracce di
ustioni da cicche sui fianchi e sulla schiena”, ha raccontato un carceriere
sopraggiunto in un secondo momento, Cedric Birot Saint-Yves. Nonostante il
leader della banda, Youssouf Fofana, avesse scelto Ilan nella convinzione
che “gli ebrei sono tutti ricchi”, la famiglia Halimi, gente modesta che
abitava nella stessa banlieue dei rapitori, non poteva pagare il riscatto
preteso e il 13 febbraio Fofana ha inflitto a Ilan diverse coltellate per
poi cospargerlo di benzina e dargli fuoco. Alla famiglia i rapitori hanno
detto “se non potete pagare rivolgetevi alla sinagoga”. Nidra Poller sul
Wall Street Journal scrive che “ciò che più disturba in questa storia è il
coinvolgimento di parenti e vicini, al di là del circolo della gang, a cui
fu detto dell’ostaggio ebreo e che si precipitarono a partecipare alla
tortura”. La morte di Ilan Halimi non ha però meritato espressioni indignate
da parte dell’opinione pubblica europea, non ha urt
Giulio Meotti : ” L’ebreo rimosso ”
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Oggi alle 22.01
Roma. Ieri Libération dedicava tutta la sua prima pagina a questo efferato
“crimine antisemita”. I rapitori lo avevano organizzato con molta cura. Ma
pensavano che tutti gli ebrei fossero ricchi e che la famiglia di Ilan
Halimi avrebbe pagato il riscatto. Una bella ragazza era entrata nel negozio
di telefoni cellulari di Parigi dove Ilan lavorava come commesso. Gli aveva
dato appuntamento in periferia. Una trappola. Tre settimane dopo, Ilan viene
trovato agonizzante, il corpo bruciato all’ottanta per cento, vicino alla
stazione di Saint-Geneviève-des- Bois. Seminudo, con ferite e bruciature di
sigarette spente sulla carne viva e in quasi tutto il corpo, Ilan è morto
nell’ambulanza che lo trasportava all’ospedale. La madre Ruth, chiedendo un
processo pubblico e aperto a tutti, perché tutti possano vedere quel che può
succedere a un ebreo nel cuore di Parigi, dice in modo chiaro quel che
pensa: “Sarebbe stato ucciso in quel modo se non fosse stato un ebreo?”.
Ilan non era di famiglia benestante. Per non urtare la sensibilità della
comunità musulmana delle periferie il caso venne fin dall’inizio tenuto su
un registro basso, la polizia negava l’intento religioso. Ma dopo che l’allora
ministro dell’Interno, Nicolas Sarkozy, annunciò che a casa del rapitore
erano stati trovati scritti di Hamas e del Palestinian Charity Committee, fu
tutto più evidente. Un ebreo torturato e ucciso nel cuore della Francia. Si
è aperto ieri a Parigi il processo contro le ventisette persone accusate, a
vari gradi, del sequestro e dell’assassinio di Ilan Halimi. Tra di loro
Youssouf Fofana, capo della “gang di barbari”. L’uomo, 28 anni, è accusato,
di “omicidio con premeditazione commesso a causa dell’appartenenza o della
non appartenenza vera o presunta della vittima a una determinata religione”.
Yedioth Ahronoth, il giornale israeliano che meglio ha seguito la vicenda,
raccontava ieri di un clima sempre più antisemita in Francia in questi tre
anni. “Va sempre peggio”, dice Serj Ben-Haim, presidente di una delle
maggiori comunità parigine. “La morte di Ilan è un simbolo, l’antisemitismo
continua a crescere”. Un mese fa Michael Benhamou venne aggredito e
picchiato da un gruppo di arabi nella metro di Parigi al grido di “fottuto
ebreo” e “ti uccidiamo ebreo”. Gli imputati al processo Halimi sono Jerome
Ribeiro, detto “colpo di testa”, Samir Ait Abdelmalek alias “Smiler”,
Fabrice Polygone, Yahia Kaba e Jean-Christophe G., unico minorenne del
gruppo, soprannominato “Zigo”. Furono reclutati sulle strade di Bagneux da
Fofana, il “boss”. “Dal primo giorno ho visto che l’ostaggio aveva tracce di
ustioni da cicche sui fianchi e sulla schiena”, ha raccontato un carceriere
sopraggiunto in un secondo momento, Cedric Birot Saint-Yves. Nonostante il
leader della banda, Youssouf Fofana, avesse scelto Ilan nella convinzione
che “gli ebrei sono tutti ricchi”, la famiglia Halimi, gente modesta che
abitava nella stessa banlieue dei rapitori, non poteva pagare il riscatto
preteso e il 13 febbraio Fofana ha inflitto a Ilan diverse coltellate per
poi cospargerlo di benzina e dargli fuoco. Alla famiglia i rapitori hanno
detto “se non potete pagare rivolgetevi alla sinagoga”. Nidra Poller sul
Wall Street Journal scrive che “ciò che più disturba in questa storia è il
coinvolgimento di parenti e vicini, al di là del circolo della gang, a cui
fu detto dell’ostaggio ebreo e che si precipitarono a partecipare alla
tortura”. La morte di Ilan Halimi non ha però meritato espressioni indignate
da parte dell’opinione pubblica europea, non ha urtato la sensibilità di chi
è sempre pronto a dichiararsi per il dialogo, la tolleranza, la convivenza
civile. L’uccisione di Ilan è passata nel silenzio e nell’indifferenza, la
sua fotografia non ha fatto il giro del mondo, i dettagli della sua morte
sono stati criptati come degrado metropolitano. Ma Ilan è stato barbaramente
ucciso perché ebreo. E il suo omicidio è avvenuto in Francia per mano di una
banda di giovani islamici. Oggi riposa a Gerusalemme. Pare fosse sul punto
di fare alyah prima che la gang islamica lo rapisse e torturasse a morte. La
migliore eulogia non a caso l’ha scritta Judea Pearl, il padre del
corrispondente del Wall Street Journal in Pakistan rapito e sgozzato come un
animale da al Qaida dopo avergli fatto pronunciare queste parole: “Sono
ebreo, mia madre è ebrea…”. “Come ha fatto questo clima disumano a
infiltrarsi nel paese che ha dato al mondo libertà, uguaglianza e
fratellanza?” chiede Judea Pearl. “Ilan non lo ha chiesto ai suoi rapitori,
sapeva la risposta. Oh Ilan e Daniel, due bellissimi figli dell’occidente.
Oh miei figli, non sono stati soltanto i barbari ad avervi uccisi, accanto a
loro c’erano gli intellettuali. Vi hanno ucciso perché eravate l’anima della
civiltà occidentale”.
ato la sensibilità di chi è sempre pronto a dichiararsi per il dialogo, la
tolleranza, la convivenza civile. L’uccisione di Ilan è passata nel silenzio
e nell’indifferenza, la sua fotografia non ha fatto il giro del mondo, i
dettagli della sua morte sono stati criptati come degrado metropolitano. Ma
Ilan è stato barbaramente ucciso perché ebreo. E il suo omicidio è avvenuto
in Francia per mano di una banda di giovani islamici. Oggi riposa a
Gerusalemme. Pare fosse sul punto di fare alyah prima che la gang islamica
lo rapisse e torturasse a morte. La migliore eulogia non a caso l’ha scritta
Judea Pearl, il padre del corrispondente del Wall Street Journal in Pakistan
rapito e sgozzato come un animale da al Qaida dopo avergli fatto pronunciare
queste parole: “Sono ebreo, mia madre è ebrea…”. “Come ha fatto questo
clima disumano a infiltrarsi nel paese che ha dato al mondo libertà,
uguaglianza e fratellanza?” chiede Judea Pearl. “Ilan non lo ha chiesto ai
suoi rapitori, sapeva la risposta. Oh Ilan e Daniel, due bellissimi figli
dell’occidente. Oh miei figli, non sono stati soltanto i barbari ad avervi
uccisi, accanto a loro c’erano gli intellettuali. Vi hanno ucciso perché
eravate l’anima della civiltà occidentale”.
(Fonte: Il Velino)
#2Alberto Pi
http://lasentinelladellalaicita.wordpress.com/2009/04/29/memento/
Memento
ilan-halimi
Succede in Europa,precisamente in Francia.
Succede che al processo della cosiddetta ¡°gang dei barbari¡± il principale
imputato del rapimento e dell¡¯uccisione di Ilan Halimi,cittadino francese di
origine ebraica, abbia fatto il suo ingresso in aula con un vistoso sorriso,
declinando le proprie generalit¨¤ di combattente della ¡°giusta fede¡±.
¡°Il mio nome ¨¨ Arabo, il cognome Armata africana della rivoluzione
salafita,la mia data di nascita il 13 febraio 2006¡å(il giorno del
rinvenimento del cadavere di Halimi).
Degno epitaffio sul cenotafio degli apologeti entusiasti di un¡¯integrazione
che rende legali in Europa civilissime costumanze quali la poligamia,il
delitto d¡¯onore,il velo alle donne ed altre quisquillie.
Troppe considerazioni per un minuto fatterello di cronaca nera?
Provate a dirlo agli amici ed ai parenti della vittima di simile zelo
missionario¡
Il link alla notizia:
http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2009/04/29/01016-20090429ARTFIG00610-fofana-provoque-les-juges-de-la-cour-d-assises-.php
#3Ted
Da Dreyfuss a oggi, malgrado la Shoah, nulla è cambiato… in Francia!