«Boicottare i boicottatori. Nel nome di Daniel Pearl»
di Pierluigi Battista
La Federazione internazionale dei giornalisti ha cacciato Israele dall’organizzazione: all’unanimità (dunque con l’assenso e la complicità del rappresentante italiano). La suddetta, dannosa organizzazione non dice nulla sui Paesi che non conoscono la libertà di stampa e invece discrimina l’unica democrazia del Medio Oriente. La suddetta, dannosa organizzazione ha preso a pretesto una banale questione di quote (lo racconta bene Giulio Meotti sul Foglio) per dare sfogo a una forma di antisemitismo che dovrebbe far inorridire i giornalisti italiani.
Tre estati fa, durante la guerra del Libano, il leader della suddetta e dannosa organizzazione tuonò contro Israele per aver bombardato la tv di Hezbollah al Manar. Ma non ha mai protestato (e non risulta che lo abbia fatto il rappresentante italiano) quando sull’emittente di Hezbollah si trasmettono serial come La diaspora in cui un Rothschild dice ai suoi figli: «Dio ha onorato gli ebrei con una missione: dominare il mondo».
Scrive Meotti, inoltre, che nei programmi di quella tv ce n’è uno in cui «due ebrei sgozzano un bambino arabo per raccoglierne il sangue da utilizzare per la preparazione del pane azzimo» e un altro in cui «una prostituta malata in un bordello gestito da una tenutaria ebrea confida il suo desiderio di ‘contagiare i non ebrei’».
La Federazione internazionale dei giornalisti (con l’assenso e la complicità del rappresentante italiano) caccia Israele ma non dice una parola sul fatto che nei media in cui si dà voce all’islamismo più radicale lo Stato di Israele venga abitualmente definito «ratto marcio». E dove sono sistematicamente santificati i bambini che si fanno esplodere per sterminare gli infedeli e guadagnarsi il Paradiso dei martiri della jihad.
La Federazione internazionale dei giornalisti (con l’assenso e la complicità del rappresentante italiano) arriva buona ultima in una sequenza di boicottaggi «antisionisti» che ha conosciuto i fulgidi esempi dei medici britannici desiderosi di espellere i colleghi israeliani dalla World Medical Association e degli accademici americani smaniosi di stracciare tutti i contratti siglati insieme a Israele.
La suddetta, dannosa organizzazione è dominata da un pensiero unico e ossessivo: discriminare Israele e non far mancare l’appoggio a chi, assieme alla distruzione di Israele, non nasconde il proprio compiacimento per la soppressione fisica degli ebrei. Non si sa se alla suddetta, dannosa organizzazione fosse affiliato il giornalista Daniel Pearl, decapitato dagli jihadisti perché ebreo. Sarebbe bello, però, se i giornalisti di tutto il mondo libero, nel nome e nel ricordo di Pearl, boicottassero i boicottatori e lasciassero al suo (ignobile) destino la Federazione internazionale dei giornalisti.
(Fonte: Corriere della Sera, 13 Luglio 2009, pag. 27)
#1piero laporta
Mi domando se il presidente della repubblica, il presidente della camera e il presidente del senato trovino del tutto normale tacere di fronte al fatto che il rappresentante italiano abbia approvato, sostenuto e votato questo provvedimento razzista. Proverò una profonda vergogna a essere italiano finché le massime istituzioni dello stato, del mio stato, dello stato cui appartengo, non metteranno riparo a questa infamia.
#2Pasquale Russo
Una recente notizia diceva che gli Israeliani stavano correndo il rischio di perdere la capacità di diffondere la verità giornalistica d’Israele e questo significa che la politica dell’OLP o che qualche altra organizzazione stava facendo molta pressione per creare una campagna di disinformazione che doveva convincere le persone ad appoggiare una nuova intifada o una guerra contro gli Ebrei.
L’informazione è una cosa importante e bandire l’Israele dall’informazione internazionale significa alimentare quel fuoco antisemita che è stato acceso anche nei nostri centri sociali Italiani.
L’Intifada è un’operazione creata dalla lega degli arabi dell’OLP e bisogna sapere che questa è stata una delle più spietate e violente organizzazione terroristiche.
Punta a creare delle rivolte civili e delle vere e proprie aggressioni militari contro Israele.
L’intifada ha come obiettivo quello di fare il lavaggio del cervello alle persone e mira ad usare la forza violenta contro l’Israele e gli Ebrei.I Palestinesi che appoggiano l’intifada vogliono cacciare gli Ebrei dall’Israele perché secondo loro il territorio d’Israele è della Palestina.
I Palestinesi vogliono anche Gerusalemme e con l’intifada continuano a ribadire di non fare entrare gli Ebrei nel mondo arabo.
Una decisione inammissibile anche perché la scirttura e la religione degli Ebrei sono una delle cose più arabe,più pure e più sacre del mondo.
Perciò,l’intifada nasce dagli arabi che non riconoscono l’Israele e non è una cosa che è appoggiata dagli Ebrei.
Questo fenomeno,da molti esperti storici,è stato visto come il continuo della persecuzione degli Ebrei della seconda guerra mondiale e sicuramente la sua politica evolutiva e militare punta anche ad isolare Israele per un attacco a sorpresa con il lancio dei missili. .