Kiev, tifosi all’hotel dell’Olocausto
Euro 2012: in Ucraina vogliono costruire un albergo a Babi Yar, luogo del genocidio
Di Giulia Zonca
Fra tre giorni Babi Yar sarà invasa da migliaia di persone, di solito vanno lì ogni 29 settembre in pellegrinaggio, a ricordare i morti: 33.771 ebrei ucraini massacrati e buttati in una fossa dai nazisti nel 1941, ma quest’anno andranno a protestare. Kiev ha deciso di costruire un albergo nel luogo della memoria e al diavolo la decenza e i ricordi perché Euro 2012 incombe e non ci sono stanze per tutti.
Il progetto esiste già, il comune lo ha approvato e il comitato per i campionati europei di calcio lo ha sottoscritto qualche giorno fa. Babi Yar, nome che evoca genocidi e torture è il terreno fuori Kiev su cui sorgerà uno dei 28 alberghi che la capitale ucraina deve affrettarsi a costruire se vuole garantire ospitalità alla massa pronta a soggiornare in città tra il 9 giugno e il primo luglio del 2012. Kiev è la sede della finale e al momento non ha ancora i requisiti, offre 17 mila posti letto, giudicati insufficienti dagli ispettori dell’Uefa, quindi le carte sono state firmate di fretta e la destinazione scelta con brutalità. Nel posto che qualcuno ancora chiama «la tomba dei bambini», per i 30 mila ragazzini morti lì durante la seconda guerra mondiale, dormiranno i tifosi e la comunità ebraica ha già ribattezzato la macabra idea «Hotel Olocausto». Se Kiev vuole tirare dritto dovrà sfidare molte voci contrarie, il centro Simon Wiesenthal ha iniziato una campagna per boicottare i lavori, il presidente di Israele Shimon Peres ha condannato l’ipotesi: «Lì niente deve essere toccato» e in generale l’opinione pubblica è schifata.
In più ci sono i conti con la storia che già non tornano perché dopo essere stati massacrati quegli ebrei sono stati dimenticati a lungo. L’Unione Sovietica non voleva riconoscerli neanche da cadaveri, nel 1976 ha costruito un monumento ai caduti dedicato a tutte le vittime di Babi Yar, russi, zingari e ucraini uccisi tra il 1941 e il 1943, ma nessuna citazione al giorno maledetto. Il massacro è stato rimosso. Nel 1961 Yevgeny Yevtushenko, autore dissidente, ha scritto il poema «Babi Yar» e l’anno dopo Dmitri Shostakovich l’ha messo in musica nella sinfonia numero 13 mentre il governo ignorava l’esistenza di quelle vittime. Antisemitismo durato fino al 1991, anno in cui il rabbino ha ottenuto un simbolo in quel parco abbandonato. Oggi c’è una gigantesca Menorah, il candelabro a sette braccia, e sotto quella scultura hanno pregato Papa Giovanni Paolo II e Bill Clinton. Nel 2006 un gruppo di finanziatori ha provato a mettersi d’accordo con il comune per costruire un museo, respinti. L’area è diventata residenziale anche se sta in periferia e c’è già una stazione che la collega al centro città. Troppo adatta all’espansione urbanistica per destinarla al passato.
Il sindaco di Kiev, Leonid Chernovetskyi, non era pronto ad affrontare questa mobilitazione, ha ottenuto la maggioranza dei voti dal consiglio e non prevedeva la fronda messa in piedi da uno degli esponenti dell’opposizione, Sergei Melniki, il politico che ha consegnato gli schizzi del futuro albergo alla stampa. Il sindaco non nega di aver mandato avanti il progetto e qualche suo collaboratore prova a difenderlo: «Costruendo lì non creiamo nessun disagio a chi vive a Kiev, bisogna tener conto di tanti problemi». L’Ucraina ne ha avuti parecchi sulla strada che porta a Euro 2012. Hanno vinto una contestata assegnazione ma ogni mese si sentono in bilico e più di una volta le città ospitanti sono state messe in discussione. Da poco hanno ricevuto l’approvazione definitiva a patto di rispettare il calendario degli impegni e non scansare i parametri richiesti. Probabile che concentrino le partite in pochi stadi per evitare di avventurarsi in cantieri infiniti e per chi era perso tra scartoffie e scadenze Babi Yar è sembrata un’oasi non un cimitero. Ora dovranno ripensarci, alzare il naso dalle planimetrie e affrontare la storia.
#1Alessandro Matta
vergogna allo stato Ucraino che ancora una volta mostra il suo antisemitismo più bieco con questo ennesimo scempio , che non è l unico verso le vittime di Babji Jar ! già ai tempi del regime sovietico , l ucraina trasformò questo pezzo dolorosissimo della storia della shoah in una piccola parte della “resistenza sovietica” , facendo scrivere nel monumento commemorativo che a morire furono de “partigiani Ucraini” . Adesso che i regimi sovietici che banalizzavano la shoah sono crollati , ovviamente si preferisce costruire alberghi … meglio dimenticare secondo questi signori … ma io grido il mio SDEGNO e sono dalla parte di chi oggi si ritrova li a impedire questo scempio !!!!
#2Emanuel Baroz
Il coraggio di un poeta che portò alla luce il massacro di Babi Yar
di Valerio Di Porto, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Nel 1941, kippur fu celebrato il 29 settembre. In molti luoghi, si era nel pieno della guerra. Kiev era sotto l’occupazione tedesca. Proprio nei dintorni, a Babi Yar, nei pressi del vecchio cimitero ebraico, gli Einsatzkommando 4, agli ordini del colonnello delle SS Paul Blobel, massacrarono a colpi di mitragliatrice con la collaborazione della polizia ucraina gli abitanti ebrei. Il massacro andò avanti fino al 3 ottobre. Si calcola che oltre 100.000 corpi caddero gli uni sugli altri nel burrone. Alcune vittime respiravano ancora e fu loro dato il colpo di grazia.
Per lungo tempo il massacro di Babi Yar venne tenuto nell’oblio anche dalle autorità sovietiche, ma qualcosa comunque trapelò.
Venti anni dopo, nel settembre 1961, il giovane poeta russo Evgenij Evtushenko, sconvolto dalla scoperta del tutto fortuita del massacro degli ebrei di Kiev, scrisse «Babi Yar», una poesia pubblicata sulla Literaturnaia Gazeta. Ha scritto in proposito Marek Halter: “Il Partito Comunista condannò immediatamente il poeta e il giornale. Ma era troppo tardi: i corpi delle vittime massacrate a Babi Yar già tornavano a galla e fluttuavano alla luce del sole e sotto gli occhi di tutti, di tutto il mondo, sul Dniepr, il fiume che attraversa Kiev, e sotto le finestre del Cremino, sulle acque della Moscova”.
La poesia di Evtuschenko contribuì ad alimentare la contestazione della storia ufficiale e il regime sovietico reagì con violenza: le opere di Evtuschenko furono messe all‘indice. Ciò nonostante, la poesia «Babi Yar» di Evtushenko fu tradotta in tutte le lingue, pubblicata dalla stampa di tutto il mondo e ispirò a Dimitry Shostakovitch la sua celebre tredicesima sinfonia. E dovunque – ancora oggi – risuona il grido del poeta:
Mi sembra d‘essere io un figlio di Israele…
Mi sembra di essere io Dreyfus.
Mi sembra di essere io un bimbo di Bialystok.
Mi sembra di essere io Anna Frank.
(Notiziario Ucei, 29 settembre 2009)