Svezia: per il sindaco di Malmoe antisemitismo e sionismo si equivalgono!!!!
Malmoe (Svezia) 28 Gen 2010 – In occasione della Giornata della Memoria il sindaco della città svedese di Malmoe, Ilmar Reepalu, ha rilasciato una intervista al sito skanse.se in cui, in risposta ad una domanda dell’intervistatore sulla crescita dell’antisemitismo in Svezia negli ultimi mesi, ha dichiarato: “Noi non accettiamo né il sionismo, né l’antisemitismo. Sono estremisti che si mettono sopra gli altri gruppi e credono che valgano di meno”. Repaluu ha poi continuato affermando che la colpa degli attacchi contro gli ebrei a Malmoe è da attribuirsi ad Israele ed ai suoi attacchi a Gaza.
Ricordiamo che la città di Malmoe è stata già teatro nel passato di pesanti atti antisemiti, come il posizionamento di un bidone con la scritta “Zyklon B” (il famigerato gas utilizzato dai nazisti nelle camere a gas) fuori da una sinagoga nel Giugno 2008 e nel Dicembre 2008, e la protesta del Marzo 2009 durante l’incontro di tennis della Coppa Davis tra Svezia e Israele, che costrinse gli organizzatori a far disputare le partite a porte chiuse, fino ad arrivare, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, al ripetuto tentato incendio del tempietto del cimitero ebraico della città.
Dalla Svezia venivano anche i mandanti del furto della targa “Arbeit macht frei” dal campo di concentramento di Auschwitz, e sempre dalla Svezia sono arrivate nell’Agosto 2009 le assurde accuse di traffico di organi rivolte ai soldati israeliani da parte del quotidiano Aftonbladet.
Thanks to CFCA & Informazione Corretta
Per una poco comprensibile traduzione dell’intervista in lingua inglese cliccare qui
#1dova cahan
La Svezia sta dando di testa…per me e un paese antisemita di primo grado..
per non dire che non lo era anche durante la seconda guerra mondiale…
Noi conosciamo l’ambasciatore Raul Wallenberg che ha Budapest si prestava
a salvare gli ebrei e poi la sua sorte fu di finire in mano ai Russi e senza piu
saperne nulla…Ma bisogna tenere presente che la famiglia Wallenberg era
in stretti legami con i Nazisti e Hitler..e .tutto cio che avviene oggi in Svezia non mi sorprende per niente…
Io da ebrea non riesco a capire perche tanto antisemitismo contro di noi…e quanta premura per il popolo di Gaza…cari signori Europei ,,,vi dico chiaramentesiete voi che avete creato questa situazione…dite almeno tre volte al giorno Mea Culpa…e non ci scocciate a noi…popolo eletto da Dio…
#2Enrico
saluti a tutti, si i criminali stanno un pò dappertutto, comunque non tutti in quel paese lo sono.
#3Emanuel Baroz
Juden, raus! La Svezia scopre l’antisemitismo
di Mauro Senzaterra
Non si placa la polemica tra liberali e socialisti alla corte di Carlo Gustavo. Oggetto della discordia Ilmar Reepalu, sindaco progressista di Malmö in preda alla sindrome di Don Abbondio e indeciso a tutto. Tranne che a gettare benzina sul fuoco.
La Svezia, nell’immaginario collettivo, è sempre stata la patria della quiete e della tolleranza nonostante il suo milione e mezzo di immigrati che fanno dei “non svedesi” quasi il 17% della popolazione residente. Eppure, a differenza di quanto accade praticamente ovunque, sembra che tra le renne non ci sia alcun problema di convivenza sociale. Un esempio per tutti, insomma. E invece le cose non stanno esattamente in questi termini. Da poco meno di un paio d’anni ci sono due minoranze che hanno smesso di guardarsi in cagnesco e sono passate direttamente ai fatti. Soprattutto una, a dire la verità: la minoranza islamica. Evidentemente, la testa di alcuni tra i figli più scalmanati di Allah resta caldissima nonostante il lungo e gelido inverno scandinavo. Le solite scaramucce, penserà qualche anima bella, e la solita scusa per pigliarsela con i soliti poveri diavoli ai quali si affibbiano tutte le paranoie occidentali. Sarà, ma se anche quei paciocconi dal sesso facile cominciano farsi domande, una ragione ce l’avranno pure.
INTIFADA SCANDINAVA – Il clima tra comunità ebraica (lo yiddish è una delle lingue riconosciute nel Regno delle tre corone) e comunità musulmana si è andato scaldando progressivamente a partire dalla fine del 2008, quando Israele lanciò l’operazione Piombo Fuso su Gaza. In quel periodo più o meno tutta l’Europa visse mesi di tensione consegnandosi in ostaggio e senza resistenza a manifestazioni di piazza organizzate per esprimere sostegno alla Terra Martire per eccellenza. A Rosengard, quartiere non certo di elite di Malmö, andò tutto molto peggio e, da allora, non ha smesso più. Un terzo degli abitanti del quartiere è musulmano, molti di loro sono disoccupati e hanno un grado di scolarizzazione molto basso. Però sono tanti, circa 40 mila, e hanno una caratteristica che non lascia mai indifferente la politica: portano voti. Quindi non c’è da stupirsi se la gente che vive a Malmö vede un film mentre quella che la governa vuol vederne un altro. Resta il fatto che, nel solo 2009, sono state registrate 79 denunce per atti di aggressione contro persone appartenenti alla comunità ebraica che vanno ad aggiungersi agli innumerevoli episodi violenti che squassano il capoluogo della Scania. Certo, votano anche gli ebrei, ma sono soltanto 700.
VA PENSIERO – Intanto, forti di una millenaria esperienza che consente loro di comprendere in largo anticipo quando si annuncia il temporale, gli ebrei cominciano ad andarsene da Malmö. L’aria pesante ha già consigliato una trentina di famiglie a fare le valigie per trasferirsi a Stoccolma. Ma, più ancora dell’atmosfera densa, gli ebrei temono le istituzioni, specie quelle locali, perché pare non abbiano alcuna intenzione di fare qualcosa per arginare la marea. Anzi, sembrano piuttosto disponibili a fornire le risposte che, da sempre, fanno più contenti gli aggressori degli aggrediti. È il caso del sindaco di Malmö, Ilmar Reepalu, social progressista che regna sulla città da 15 anni, le cui confidenze alla stampa locale ed internazionale hanno fatto rizzare i capelli anche ai più fedeli accoliti del politically correct. Reepalu si era già distinto un anno fa quando, nel mezzo del conflitto israelo-palestinese, prese decisamente posizione a favore di questi ultimi appoggiando la tesi della reazione sproporzionata. Opinione legittima, naturalmente, se non fosse che non mosse un dito per punire un bel gruppetto misto di picchiatori (un po’ musulmani e un po’ provenienti da vari centri sociali della zona) dedicatosi alla caccia all’ebreo durante una manifestazione a sostegno di Israele. Ad uno degli oratori fu sparato un fuoco d’artificio e i manifestanti furono invitati a tornare a casa dalla polizia che li scortò per evitare il peggio. Evidentemente, si trattò di un evento di proporzioni accettabili.
Reepalu è uno che, quando c’è da difendere la pace cittadina, non si fa mancare niente. Per rispondere alle pressioni dei media, ad esempio, ha pensato bene di rilasciare una dichiarazione al napalm che ha mandato fuori dalla grazia di Dio anche Mona Sahlin, grande capa dei democratici svedesi. “Noi consideriamo ugualmente inaccettabile l’antisemitismo e il sionismo perché sono entrambe visioni razziste” ha detto il sindaco di Malmö alla stampa. E giù polemiche, stavolta più che giustificate, perché si possono anche coltivare opinioni originali, ma questa è una fesseria talmente evidente che perfino Diliberto avrebbe avuto difficoltà ad argomentare. Meno innocua, invece, un’altra presa d’atto: “Se gli ebrei non stanno bene a Malmö, possono anche andarsene. Non c’è problema”. A questo punto, è stato inevitabile il richiamo – molto cauto – dei mammasantissima del partito, anche se ormai la corrente Reepalu è in totale delirio agonistico. Al punto che il nostro, dopo essere stato “obbligato” ad incontrare i rappresentanti della comunità ebraica, se ne è uscito ammettendo di non essere stato adeguatamente informato sulla gravità della situazione. È una fortuna che Malmö conti meno di 300 mila abitanti: fossero stati nel numero degli abitanti di Tokyo, è difficile immaginare un evento di proporzioni adeguate a catturare l’attenzione di Reepalu. Tuttavia ha ammesso di aver espresso qualche volta giudizi infelici, ma ha anche sottolineato di essere stato molto più spesso frainteso. Da chi non specifica e viene il sospetto che sia una questione che vorrà risolvere con se medesimo.
SOLITA SOLFA – Resta il fatto, però, che l’azione decisa dal sindaco per mettere un freno al fenomeno sia una di quelle idee che fanno furore dalle nostre parti. Verrà istituito un forum permanente per il dialogo. Imbarazzante. Non che sia inutile, per carità, ma azzardiamo l’ipotesi che non sarà sufficiente a risolvere il problema. E non sarebbe sufficiente nemmeno dislocare i carri armati sul terreno come avrebbe proposto quasi certamente qualche ipotetico omino verde scandinavo. Il punto è che basterebbe semplicemente imporre il rispetto delle regole elementari di convivenza civile senza necessità di lanciarsi in spericolate avventure ideologiche. Può anche essere conveniente lasciar fare le teste calde per non giocarsi qualche simpatia elettorale, ma sarebbe bene non scordarsi che diventare gli ebrei di qualcuno è un attimo.
(Fonte: Giornalettismo, 8 marzo 2010)