Quando l’odio corre sul web

 
Emanuel Baroz
27 febbraio 2010
20 commenti

L’odio sul web è anche fortemente antisemita

boycott focus on israelHanno nomi un po’ infami come “Le democrazie occidentali e la pulizia etnica della Palestina”. O semplicemente “Boicotta Israele”. O anche “Forum Palestina”. Su facebook pullulano i gruppi della vergogna anti israeliana e vagamente antisemita che chiedono ai loro purtroppo numerosi iscritti di diffondere la campagna di boicottaggio contro i prodotti industriali israeliani ed ebrei e contro le Università dello stato di Israele. Il gruppo “Boicotta Israele” con il simbolo del codice a barre delle industrie ha addirittura 2046 membri.

Adesso stanno promuovendo al campagna “non in nostro nome”, coordinata a livello nazionale dai noti “bruciabandiere” di Forum Palestina per chiedere nientemeno al governo italiano di stracciare tutti gli accordi commerciali fatti con Israele, compresi quelli di reciproco scambio per la ricerca con le università di Gerusalemme e di Tel Aviv.

Alcuni forum di discussione sono pieni di membri che inneggiano anche a gente come Ahmadinejad, di cui non è raro trovare apologie in post come questo. “Ha detto Ahmadinejad: per gli occidentali le elezioni sono valide quando vincono i loro amici, sono nulle se le vincono i loro avversari. Nella Repubblica teocratica si può abortire fino al 45esimo giorno, esiste il divorzio, l’operazione per cambiare sesso è pagata dalla mutua, la prostituzione è legale, il numero dei laureati è superiore al nostro, le donne votano e, benché portino il velo (il gran chiodo fisso dell’Occidente), possono accedere a tutti i mestieri”.

Proprio nei giorni in cui il regime impicca sulle piazze decine di oppositori al nuovo Hitler, deve fare male non solo agli israeliani ma anche ai membri della resistenza iraniana in esilio in Europa e in Italia leggere su facebook i deliri contenuti in gruppi come quello che si appella a una pretesa “pulizia etnica in Palestina” cui assisterebbero inerti le potenze occidentali.

Basta andarci dentro e iscriversi, cosa che chi scrive per motivi di obiezione di coscienza non è riuscito a fare, per trovarvi i link di decine di discorsi di Ahmadinejad conditi con i commenti entusiasti di questi fan dell’antisemitismo. Collegati a questi siti dell’odio, con un proficuo interscambio di baggianate anti israeliane, troviamo sempre quelli di Forum Palestina che in questi giorni stanno lanciando il suddetto appello “non in nostro nome”. Che è il seguente: “il governo italiano, con la recente visita del premier Berlusconi in Israele, ha reso il nostro paese complice dell’oppressione del popolo palestinese e delle possibili escalation di guerra israeliana in Medio Oriente. L’Italia sta fornendo ufficialmente armamenti, investimenti economici, collaborazioni scientifiche al governo israeliano  condannato dalle istituzioni internazionali per la costruzione del Muro di segregazione, per i crimini di guerra a Gaza e l’occupazione coloniale dei Territori Palestinesi Noi, in quanto cittadini italiani, non accettiamo di essere considerati complici di questa politica di oppressione e di guerra. Per questi motivi chiediamo la revoca degli accordi militari, commerciali, scientifici, culturali tra le istituzioni italiane e quelle israeliane, chiediamo la revoca della partecipazione italiana ed europea al vergognoso embargo contro la popolazione  palestinese di Gaza ormai da quattro anni sotto assedio, non c’è pace duratura senza giustizia”.

E con questa citazione con cui viene messo il cappello persino sul nome della meritevole ong della galassia radicale, si invitano gli aderenti a scrivere alla mail noninostronome @ libero.it.  Seguono decine di firme, tra cui i nomi noti dell’anti sionismo “senza sé e senza ma”.

Spicca l’ex segretario di Rifondazione comunista Francesco Giordano, gli onnipresenti e misguided “ebrei contro l’occupazione”, moltissimi professori universitari e ricercatori (gente che evidentemente ricerca “rogne” più che argomenti scientifici) tra cui Cristina Accornero e Francesca Chiaretto, decine di esponenti locali di Rifondazione, Martina Pignatti Morano della famigerata ong “Un ponte  per…”, il Pmli, partito marxista leninista d’Italia (!!!!!!!) e il suo organo “il Bolscevico”, noti per avere esaltato a suo tempo la bontà della rivoluzione khomeinista e per avere promosso per anni il pellegrinaggio in Iran sulla tomba di questo infame personaggio, un tale Franco Zavatti della Cgil che ha creato un gruppo che si chiama “Modena- Jenin” e una miriade di cani sciolti che non meritano né la pubblicità né il collare, ma forse solo la museruola per evitare che la loro rabbia anti israeliana si propaghi a tanti studenti che ignari si affidano a cotali cattivi maestri.

E infatti va notato che il danno nelle menti dei giovani è già in fase di avanzata realizzazione se è vero come è vero che a questo appello di “Forum Palestina” ha aderito l’intero coordinamento degli studenti del secondo Policlinico di Napoli. L’elenco delle adesioni è impressionante e naturalmente vivendo noi in Italia e non nel loro adorato Iran di Ahmadinejad, la libertà di associazione, di propagazione persino delle idee dell’odio e di quant’altro è garantita.

(Fonte: L’Opinione, 24 Febbraio 2010)

Esperimento

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  • #1Alessandro

    Un articolo di cui non condivido una sola parola. Ci tenevo a dire solo questo. Finchè non riuscirete ad affrontare veramente la questione israelo – palestinese in maniera un pochino più oggettiva (ma solo un pochino) non stupitevi della proliferazione di questi gruppi che voi chiamate antisemiti. Tra l’altro l’appoggio di molti ebrei a queste iniziative, ebrei denominati da voi misguided (?????????) mi sembra provi che non si possa parlare di antisemitismo, almeno per certe iniziative. Io boicotto Israele e ritengo che sia uno STATO CRIMINALE. Ciò non mi impedisce di avere molti amici ebrei, alcuni la pensano come me e altri assolutamente no. Ma forse questo è un discorso troppo avanzato per chi ragiona per dogmi.

    3 Dic 2010, 02:36 Rispondi|Quota
    • #2Emanuel Baroz

      Sarà…io continuo a pensare che boicottare i prodotti israeliani, la cultura israeliana e la ricerca israeliana (perchè di questo si tratta quando si dice “Boicotta Israele”) sia un errore strategico nonchè economico, che non fa altro che inasprire gli animi e che, sopratutto, non risolve nulla. Sulle accuse di stato criminale neanche rispondo, tanto è il pregiudizio di chi afferma una castroneria del genere…fortunatamente lo Stato di Israele esiste e resiste, nonostante il terrorismo palestinese e nonostante chi giusitifica le criminali (quelli sì che si possono definire tali) di chi utilizza i propri fratelli come scudi umani e cerca continuamente lo scontro armato perchè non sa fare altro

      3 Dic 2010, 10:57 Rispondi|Quota
  • #3Alessandro

    bugìa, dico ben altro io, rileggi meglio!! questa che hai detto è una falsità! io non dico che non esistano siti antisemiti, dico che voi non siete oggettivi nel valutare la questione israelo palestinese e in più chiamate antisemita chi antisemita non lo è! mi sembrava di essere stato chiaro, ma è evidente che a chi vuole mistificare il vero significato di quello che uno dice non importa nulla!!!

    3 Dic 2010, 11:02 Rispondi|Quota
  • #4Alessandro

    La prima parte della risposta si può discutere, e mi sembra in un tono molto diverso dall’articolo che da dell’antisemite e quasi offende chiunque si schieri con il popolo palestinese. Ripeto, su questo si può discutere e io, personalmente, sono convinto che un boicottaggio sia più una questione simbolica. Seconda cosa io credo che Israele sia uno stato criminale perche i suoi abusi sono sotto gli occhi di tutti. è troppo facile dare del criminale soltanto agli altri, ma qua, lo stato che non esiste e che avrebbe tutto il diritto di esistere, è quello palestinese. senza contare le uccisioni e le privazioni di cui i palestinesi nei territori (senza contare quelli CACCIATI dalla loro terra) subiscono. Ribadisco poi di non condividere l’etichetta di antisemita ai gruppi che si battono per i diritti dei palestinesi e ribadisco di non aver capito quel “misguided” riferito agli ebrei che semplicemente riconoscono questo stato di cose!

    3 Dic 2010, 11:09 Rispondi|Quota
    • #5Emanuel Baroz

      Qui riteniamo invece che di criminale Israele non abbia proprio nulla, visto che gli ebrei hanno tutto il diritto di vivere in quella terra che, ricordiamocelo, era per lo più disabitata e deserta, salvo alcuni villaggi e salvo alcune enclavi popolate prevalentemente dagli ebrei. Personalmente poi continuo a pensare che il terrorismo palestinese non abbia nulla di positivo, sopratutto perchè colpisce indiscriminatamente civili inermi, ed esulta quando un EBREO (e non un israeliano) muore.

      Ripeto: a mio parere alla base del suo ragionamento c’è un pregiudizio antisraeliano, così come c’è un pregiudizio antisemita alla base dei vari Infopal e Forum Palestina…..la manifestazione tenutasi a Roma qualche anno fa in cui si esaltavano i terroristi palestinesi è ancora ben impressa nelle menti di molti….

      8 Dic 2010, 15:45 Rispondi|Quota
  • #6Alessandro

    Il deserto era disabitato, altre zone no. Come dimostra, d’altro canto, l’altissima densità abitativa dei territori, ma soprattutto i palestinesi deportati dalla loro terra che vivono ancora nei campi profughi. ANCHE LORO hanno diritto di vivere nella loro terra!! Non crede?? Detto questo il discorso mio era un attimino diverso: il fatto che io consideri Israele uno stato legittimo non toglie che i sui abusi chiarissimi (uccisioni, usurpazione di territorio e proprietà e vessazioni di ogni genere ai danni di un intero popolo) faccia di esso uno Stato che definire “non giusto” è un eufemismo. Sbaglio? Ribadisco, il diritto che si vuole negare è quello del popolo palestinese di ESISTERE! Se lo si nega in base alla bibbia o alla religione, beh, non si è diversi di quei fanatici che in nome di una religione si fanno saltare in mezzo alla gente! Ribadisco poi di non aver capito il “misguided” riferito agli ebrei che semplicemente riconoscono questo stato di cose! Ripeto un’altra volta di rifiutare l’etichetta di antisemita, io come moltissime altre persone, solo per aver riconosciuto i diritti di un popolo che si vorrebbe cancellare.

    8 Dic 2010, 22:16 Rispondi|Quota
    • #7Emanuel Baroz

      ma chi è che lo vorrebbe cancellare, gli israeliani? Ne è proprio sicuro?! E perchè i cosiddetti “fratelli arabi” non si sono minimamente interessati ai propri “fratelli palestinesi” fino al 1967? Cos’è, hanno scoperto la loro esistenza solamente a partire da quella data?

      9 Dic 2010, 08:59 Rispondi|Quota
      • #8Emanuel Baroz

        Gli arabi non hanno abitato a lungo in modo stabile la Palestina.

        Continuativamente, solo poco più di un secolo. Per quattro secoli, dal 1516 al 1918, la Palestina è stata una negletta provincia turca quasi disabitata, consegnata dall’incuria dei governi di Istanbul alla sabbia del deserto e alle paludi. La Palestina (meglio conosciuta in quei secoli come “provincia di Damasco” e comprendente l’attuale Israele, Cisgiordania, Giordania, Libano e parte della Siria) incomincia a essere “restaurata” solo a partire dalla seconda metà dell’800, quando i primi pionieri ebrei, giunti dall’Impero zarista, creano qualche occasione di lavoro, capace di attirare lavoratori di altre province turche, come la Siria, l’Iraq, l’attuale Giordania (creata artificialmente, a tavolino, solo nel 1921), lo stesso Egitto. Maggiori occasioni lavorative si sviluppano tra la prima e la seconda guerra mondiale, sia per l’occupazione britannica che per le fatiche dei contadini ebrei, con i loro aranceti e le terre acquistate a caro prezzo dagli sceicchi arabi e strappate alla sabbia, e al conseguente indotto. Che oggi i palestinesi, cioè i pronipoti dei tanti lavoratori arabi giunti in Palestina un secolo fa, esistano e abbiano acquisito una coscienza nazionale, prima del tutto inesistente, è vero.

        Che abbiano diritto a un loro territorio e a un loro Stato autonomo oltre alla Giordania, dove più dei due terzi degli abitanti sono palestinesi, è ormai altrettanto accettato. Ma non è falsando la Storia che questi diritti diventano più sicuri.

        http://www.focusonisrael.org/2008/01/18/patria-palestinesi-stato-ebraico-israele/

        9 Dic 2010, 09:01 Rispondi|Quota
        • #9Emanuel Baroz

          2) Ma allora cos’è, di chi è la Palestina?

          Come entità autonoma la Palestina (Peleshet) non è mai esistita, né sono mai esistite una lingua e una cultura palestinesi. I palestinesi, come i giordani, i siriani, i libanesi e gli iracheni (tutte entità nazionali inventate dopo la prima guerra mondiale, nel 1920) sono arabi, proprio come i giordani, i siriani e così via, e tali unicamente si considerano.

          Per quasi 1900 anni l’area designata con il nome greco-romano di Palestina (per far dimenticare il nome stesso di Giudea) non è stata una nazione e non ha avuto frontiere, ma solo confini amministrativi. Gli Arabi conquistano la Palestina soltanto nel 637 e vi regnano fino al 750, per 113 anni in totale.

          Poi vi si alternano Persiani, Turchi, Circassi, Bizantini, Curdi, e nel 1099 i Crociati cristiani, sconfitti nel 1187 da un condottiero curdo, il Saladino. Nel 1244 sono delle tribù alleate di Gengis Khan a occupare e a mettere a sacco la Palestina. Poco dopo arriveranno i Mongoli, cacciati nel 1516 dai Turchi che costituiranno l’Impero Ottomano, dalla Turchia ai paesi del Magreb, vale a dire lungo tutta la costa meridionale del Mediterraneo. I Turchi vi resteranno fino alla fine della prima guerra mondiale, nel 1918. La decadenza e il degrado della Palestina la fa apparire una ” landa desertica e paludosa (..) quasi disabitata” agli occhi di Edmondo De Amicis nella seconda metà dell’8OO, mentre nel 1867 Mark Twain scriveva che la Palestina era

          una silenziosa e funerea estensione, una desolazione (…) Non abbiamo mai visto un essere umano sulla strada (…). Perfino gli ulivi e i cactus, quegli amici sicuri di un terreno incolto, hanno per lo più abbandonato il paese (..). La Palestina siede su sacchi di cenere, desolata e brutta…

          Gli unici insediamenti permanenti in Palestina – segnatamente a Gerusalemme e a Safed, sede ininterrotta quest’ultima di università religiose – sono stati quelli ebraici, a partire dalla fine del regno ebraico nel 70.

          http://www.focusonisrael.org/2008/01/01/cose-di-chi-e-la-palestina/

          9 Dic 2010, 09:02 Rispondi|Quota
          • #10Emanuel Baroz

            per quanto riguarda Gerusalemme:

            Gli ebrei non hanno mai lasciato Gerusalemme e anzi, secondo tutte le statistiche note, vale a dire dalla metà dell’8OO, a Gerusalemme gli ebrei hanno sempre costituito la maggioranza relativa della popolazione, che a una delle prime rilevazioni statistiche ammontava in totale a 15.000 persone.

            Nel 1876, assai prima dunque della nascita del sionismo, vivevano a Gerusalemme 25.000 persone, delle quali 12.000, quasi la metà, erano ebrei, 7500 musulmani e 5500 cristiani.

            Nel 1905 gli abitanti erano saliti a 60.000. Di questi 40.000 erano ebrei, 7000 musulmani e 13.000 cristiani.

            Nel 1931 su 90.000 abitanti, gli ebrei erano 51.000, i musulmani 20.000 e i cristiani 19.000.

            Nel 1948, alla vigilia della nascita dello Stato ebraico, la popolazione di Gerusalemme era quasi raddoppiata: 165.000 persone, di cui 100.000 ebrei, 40.000 musulmani e 25.000 cristiani. La presenza ebraica a Gerusalemme ha sempre costituito il nucleo etnico numericamente più forte. Con Gerusalemme gli ebrei hanno sempre avuto un forte legame religioso, storico, nazionale, e di nessun altro popolo Gerusalemme è mai stata capitale. E’ quindi una leggenda l’affermazione che gli ebrei siano stati assenti da Gerusalemme per quasi venti secoli o che costituissero una insignificante percentuale della popolazione gerosolimitana.

            http://www.focusonisrael.org/2008/05/18/israele-21-domande-21-risposte/

            9 Dic 2010, 09:04 Rispondi|Quota
  • #11Alessandro

    Io non ho mai detto che queste affermazioni siano false!! L’ho forse detto?? Non mi pare proprio, anzi, alla luce di tuto ciò ho sempre pensato che lo stato di Israele sia legittimo, come ho ribadito nel mio ultimo post, rispedisco al mittente l’accusa di falsificare la storia, e rilancio l’accusa di NON RISPONDERE ALLE DOMANDE. Lo stato israeliano, e questo è sotto gli occhi di tutti, sta commettendo abusi che non si vedevano in uno stato occidentale da molto tempo e si credeva che non sarebbero più stati commessi. Ho abbozzato un elenco di abusi in un commento precedente, non lo ripeterò ora. Ripeterò invece le domande a cui lei non risponde. Non hanno diritto i profughi palestinesi a rientrare nelle loro terre? Come mai chi denuncia crimini dell’esercito israeliano è da lei bollato come antisemita? Cosa significa il “misguided” riferito a un gruppo di ebrei che riconosce le violenze perpetrate dallo Stato di Israele? E ancora: il fatto che gli ebrei abbiano il diritto di vivere lì, giustifica un massacro di tali proporzioni?

    9 Dic 2010, 11:13 Rispondi|Quota
    • #12Emanuel Baroz

      ma quali abusi? quali massacri? Come si fa a rispondere a tali assurdità?! E quali sarebbero le terre dei profughi palestinesi se, come detto prima, la maggior parte di essi non provengono dalla regione che attualmente è lo Stato di Israele?!

      9 Dic 2010, 12:45 Rispondi|Quota
  • #13Alessandro

    Per quanto riguarda i profughi, hai detto una cosa totalmente falsa, essi provengono dalle terre che oggi fanno parte dello Stato di Israele. La bassa densità non è sinonimo di terra disabitata. Tanto è che sono stati deportati fuori dai confini. Sono poi cosa conosciuta le memorie dei riservisti israeliani che parlano di tiro al bersaglio sui ragazzi palestinesi nei territori, potrei poi continuare molto a lungo su cosa intendo per abusi dell’esercito nei territori occupati. Per quel che riguarda i massacri, beh, l’ultimo conclamato è l’operazione piombo fuso, ma lo stillicidio quotidiano si può definire tale. Negare tutto ciò vuol dire mettersi due belle fette spesse di prosciutto davanti agli occhi e, a parere mio, potreste ritrovarvi a pagare tale errore a caro prezzo nel caso gli equilibri del mondo cambino. Fortunatamente, anche per lo Stato di Israele, ci sono ebrei disposti a riconoscere e cercare di affrontare questi problemi (proprio quelli che lei chiama “misguided”, e io non ho ancora capito il perchè).

    10 Dic 2010, 01:41 Rispondi|Quota
    • #14Emanuel Baroz

      Purtroppo con quelli come te non ci può discutere perchè pensano di sapere tutto e non conoscono neanche la storia…peccato.

      11 Dic 2010, 20:44 Rispondi|Quota
  • #15Alessandro

    Veramente mi sembra che il mio continuo porti domande sia l’atteggiamento diametralmente opposto di uno che crede di sapere tutto. Le tue risposte mancate o a metà dimostrano che forse dovresti pensare un attimino a quello che hai scritto. Inoltre stai tranquillo che la storia la conosco, l’ho studiata con passione e attenzione. Peccato perchè io volevo un confronto. Non buonista o ipocrita, anche magari con scambi di vedute, ma che mi arricchisse. Così non è stato, ma ci ho comunque guadagnato: ho capito che le mie motivazioni sono valide e che quelle di chi la pensa come te, al contrario, sono basate su pochissimo ragionamento e tanto fanatismo, religioso e nazionalista.

    11 Dic 2010, 22:23 Rispondi|Quota
    • #16Emanuel Baroz

      contento tu…..in realtà hai posto delle domande alle quali ho risposto, ma poichè le mie risposte non ti piacevano hai deciso che non erano credibili. Ripeto: contento tu…

      11 Dic 2010, 22:29 Rispondi|Quota
  • #17Alessandro

    Bah… io non ho ancora capito come fai a giustificare gli abusi dello Stato di Israele, come mai chiami misguided gli ebrei che riconoscono e vogliono affrontare questi abusi (questa te l’avrò fatta almeno 100 volte), perchè chi si schiera contro le violenze dell’esercito israeliano deve essere etichettato come antisemita e come mai se gli Israeliani hanno, giustamente, il diritto di condurre una vita tranquilla e in pace mentre i palestinesi no. A tutte queste domande non hai risposto, non che hai dato risposte che non mi piacevano, quella è una scusa che si tira fuori.

    11 Dic 2010, 22:45 Rispondi|Quota
    • #18Emanuel Baroz

      partiamo da due punti di vista differenti, perchè a mio parere lo Stato di Israele non commette abusi ma cerca di difendersi dal terrorismo palestinese e dall’odio antisraeliano e anisemita che viene inculcato dalle varie leadership palestinesi nelle menti dei propri figli nel corso degli anni. Il termine misguided non è mio ma di chi ha scritto l’articolo, quindi dovresti rivolergerti a lui. Ritengo che l’analisi delle questioni israeliane sia molto spesso influenzata da un pregiudizio antiebraico prima e antisraeliano poi che è difficile da eliminare.

      12 Dic 2010, 17:36 Rispondi|Quota
  • #19Alessandro

    Dall’impaginazione del sito sembra che l’autore e chi mi risponde siano la stessa persona, ma forse mi sbaglio e se è così chiedo scusa, ma in questo caso credo bisognerebbe correggere la grafica. Poi, io ho frequentato abbastanza i gruppi di solidarietà con i palestinesi e ti assicuro che di antisemita c’è poco o meglio nulla e anzi, spesso quando un atteggiamento di un militante diventa ambiguo in questo senso viene richiamato dagli altri. questo per quel che riguarda gruppi di una certa parte politica (sinistra). che poi ci siano gruppi neonazisti che si riscoprono filoarabi solo in funzione antiebraica è vero. sono però una minoranza risibile all’interno del movimento di solidarietà alla Palestina e se ne stanno ben nascosti, non partecipando a nessuna iniziativa, perchè nessuno li vorrebbe e sarebbero cacciati. il loro è più che altro un appoggio politico e di convenienza. accomunare a questi tutte le persone che si sentono vicini ai palestinesi fa perdere molta credibilità all’articolo, oltre che essere del tutto falso. non la prenderai sul personale, visto che non sei l’autore del pezzo.

    Poi se pensi che tutto ciò che faccia l’esercito israeliano sia per proteggere israele e quindi sia giusto continuare con queste violenze, sei libero di farlo. però qualcuno potrebbe rispondere che allora anche tutte le azioni palestinesi siano per proteggere il loro diritto ad esistere in un contesto di guerra permanente. io sinceramente preferisco pensare che nessuno ha il diritto di uccidere civili inermi e, in questo caso, c’è un esercito addestrato e armato che fa molte più vittime della parte avversa. mi importa poco se questo esercito sia ebreo, cristiano o buddista. ma la vera discriminante è che questo esercito non avrebbe il diritto di stare dove sta e troppe volte ha sconfinato e continua a sconfinare. ciò provoca vittime e soprusi e io questo critico e condanno.

    13 Dic 2010, 01:30 Rispondi|Quota
    • #20Emanuel Baroz

      Normalmente sotto il titolo c’è il nome dell’autore dell’articolo….io proprio per esperienza personale invece posso dirti che all’interno di gruppi di estrema sinistra (ma anche di sinistra normale,eh?) esiste un pregiudizio antisraeliano difficile da estirpare, e credo sia dovuto oltre che alla disinformazione antisraeliana imperante in determinati ambienti, anche ad una base fatta di sfiducia nei confronti dell’ebreo, che non si è mai pienamenter “integrato” con un certo pensiero (che pooi naturalmente non è vero, basta studiare la storia!)

      Non me la prendo sul personale, non ne avrei motivo, ma non condivido la tua analisi e le tue tesi, sopratutto per quanto riguarda questi presunti abusi perenni commessi dall’esercito israeliano. Non nego ci siano stati (anche se bisognerebbe conoscere bene ogni episodio, e non fare di tutta un’erba un fascio!) , ma sono stati minimi e cmq quando sono accaduti sono stati puntualmente e giustamente puniti dai vari tribunali militari, cosa ben diverso dal dire che i soldati israeliani commettono indiscriminatemente abusi

      13 Dic 2010, 11:55 Rispondi|Quota
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