La flottilla carica di italiani
Ha ricevuto oltre novemila richieste da tutta Europa l’iniziativa di organizzare una nuova spedizione diretta a Gaza dai “pacifinti” che rischiano di mettere in pericolo le relazioni diplomatiche fra i paesi
di Dimitri Buffa
Brasilia – L’incidente diplomatico è la loro vocazione primaria. E il movimento che sta allestendo la nuova flottilla per Gaza (ha ricevuto già 9 mila richieste di partecipazione un po’ da tutta Europa) ha infatti avuto incontri segreti con i diplomatici turchi qui in Italia e incontri pubblici con i simpatizzanti pro Hamas in Brasile.
A darne notizia nel loro sito Infopal sono gli stessi due militanti “pacifinti” che furono prigionieri nelle galere israeliane alcuni gioni a fine maggio in seguito alle tragiche provocazioni della Mavi Marmara e alla successiva sparatoria che si verificò a bordo con dieci militanti turchi uccisi dalle forze armate israeliane: Angela Lano e Manolo Luppichini.
Scrive proprio la Lano, da Brasilia, che “le delegazioni della European Campaign to end the siege on Gaza e della Freedom Flotilla sono state ricevute alla Camera dei Deputati e al Senato Federale del Brasile.” Il deputato federale Nilson Mourão, che ha accolto il gruppo europeo in visita al Congresso nazionale brasiliano, è il presidente della Commissione parlamentare per le relazioni con i paesi arabi.
Si tratta di una sorta lobby, “la cui missione – ha spiegato Mourão durante la conferenza stampa con parlamentari, giornalisti e operatori di Ong organizzata alla Camera dei Deputati il 7 luglio – è di appoggiare i diritti del popolo palestinese”. “La nostra commissione promuove molte attività di solidarietà con la Palestina e sostiene diverse iniziative legislative – si legge nel pezzo di Angela Lano – come la donazione di un vasto appezzamento di terreno per l’edificazione dell’Ambasciata palestinese e lo stanziamento di fondi destinati alla ricostruzione di Gaza.”
Da parte sua, durante la conferenza stampa a Brasilia , Mohammad Hannoun, rappresentante della Campagna Europea, ha illustrato la missione delle Freedom Flotille e le ragioni del viaggio in Brasile: “La European Campaign, organizzazione promotrice delle Flotille, è nata dopo che Israele ha messo sotto assedio la popolazione di Gaza, punendola, insieme al resto dei palestinesi, per aver dato la vittoria al movimento di Hamas, nel gennaio del 2006.”
“Come flottiglie della libertà – continua Hannoun – siamo partiti due anni fa con piccole imbarcazioni da pesca dirette nella Striscia di Gaza assediata, ma a maggio di quest’anno siamo arrivati ad allestire una flotta di nove navi cariche di aiuti umanitari. La prossima, che salperà a fine settembre, ne avrà 20, con a bordo politici e giornalisti di tutto il mondo, attivisti, Ong e cargo. Il nostro obiettivo, infatti, è di rompere definitivamente l’embargo”.
“Lo scopo del nostro viaggio in Brasile – ha aggiunto Hannoun – è di invitare i parlamentare brasiliani a prendere parte alla Freedom Flotilla II, di incontrare le comunità arabe e palestinesi e raccogliere da tutti quanti sostegno morale, politico ed economico, perché l’embargo è una vergogna per tutta l’umanità.”
“Noi vogliamo andare a Gaza – minaccia Hannoun – con una flotta di navi con bandiere di tutte il mondo, per denunciare un assedio che affama un milione e mezzo di persone. La solidarietà, infatti, non ha colore, razza, religione o partito. È dovere di tutti. In questo momento storico, abbiamo bisogno che la gente si schieri, prenda posizione a favore del diritto e della giustizia, e che non chiuda gli occhi di fronte ai crimini israeliani. Non si può essere con i palestinesi e con il terrorismo israeliano allo stesso tempo. Bisogna scegliere da che parte stare”.
Insomma ancora una volta gli amici italiani di Hamas, quelli di Infopal, sono in prima linea nel preparare un’altra pericolosa provocazione a senso unico che si spera non si risolva anche essa in un bagno di sangue. Come si accennava prima, pare che la Lano e il suo compagno siano stati ricevuti in gran segreto nei giorni scorsi a Roma dall’ambasciata di Turchia. Insieme a loro questo Hannoun che è un po’ la mente di tutte le iniziative. Hannoun è il fondatore dell’ Associazione Benefica di Solidarietà con il popolo palestinese (Abspp) con sede a Genova, già sotto indagine per sospetti di finanziamento ad Hamas. Sul sito della onlus si raccolgono fondi per la nuova flotta, da depositare presso la Banca popolare etica.
Il 5 luglio i filo palestinesi hanno comprato la loro barca per Gaza, ma “ora ci tocca pagare la prima rata del 15% e tra due settimane il resto”, si lamentano sempre sul loro sito. Sia some sia, i soldi per questi “pacifinti” anti Israele purtroppo non sono mai stati un problema.
Adesso infatti ci riprovano, e questo dopo aver incontrato Semih Lütfü Turgut, consigliere turco facente funzione dell’ambasciatore. Sottinteso che queste manovre potrebbero anche creare seri problemi alle relazioni diplomatiche tra Roma e Ankara.
In alto: la pace secondo i pacifinti
#1MASSIMO DENTI
E’ inconcepibile che un individuo di siffatta reputazione, terrorista in incognito, giri il modo a fomentare l’odio verso lo Stato Ebraico. E’ logico che queste sono solo provocazioni che non porteranno ad un serio percorso di pace. Il loro intento è solamente quello di mettere in difficoltà Israele e di renderlo ancora più inviso alla gran parte dell’opinione pubblica. Torno a ripetere a personaggi così non si dovrebbe lasciare il sacro dono della libertà.