Priebke può uscire dai domiciliari per fare la spesa o andare in farmacia
L’ex ufficiale delle SS, 97 anni, è stato condannato all’ergastolo per l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Sta scontando la pena nella casa del suo legale. Può lasciarla per “indispensabili esigenze”. L’avvocato chiede la semilibertà e ripresenterà la richiesta di grazia
ROMA. 4 Ottobre 2010 – Erich Priebke può lasciare gli arresti domiciliari per fare la spesa, andare in chiesa, dal medico o in farmacia. Tutte attività che il codice definisce “indispensabili esigenze di vita”, spiega il suo legale, Paolo Giachini, precisando che questi benefici sono stati concessi da circa un anno ma che “la notizia è rimasta finora riservata”. Il tribunale militare di sorveglianza di Roma gli ha infatti concesso i permessi dopo che, spiega il suo avvocato, la persona che si occupava di lui non è più stata in grado di provvedere alle sue esigenze. In ogni caso, l’ex ufficiale nazista, oggi 97enne, condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, prima di lasciare l’abitazione del suo legale, dove sta scontando i domiciliari, deve avvisare le forze dell’ordine almeno 36 ore prima, e può uscire soltanto scortato dalla polizia.
Se l’avvocato Giachini ha deciso di parlarne solo ora è perché non è soddisfatto delle condizioni di vita del suo assistito: “Dovrebbe essergli concessa almeno la semilibertà, prevista dalla legge per gli ergastolani che hanno scontato 20 anni”. Sarà ripresentata anche la richiesta di grazia. (La GRAZIA??????)
“La persona che si interessava di Priebke, facendogli la spesa e provvedendo ad altre incombenze, da tempo non può più farlo per motivi di salute e dunque – spiega Giachini – abbiamo chiesto al Tribunale militare di sorveglianza semplicemente di applicare quanto prevede la legge. Si tratta, in particolare, dell’articolo 284 del codice di procedura penale in base al quale se la persona agli arresti domiciliari ‘non può altrimenti provvedere alle sue indispensabili esigenze’ può essere autorizzata ad assentarsi nel corso della giornata dal luogo di arresto, che è casa mia, per il tempo necessario a provvedere a queste esigenze. La nostra istanza è stata accolta e così Priebke, da circa un anno, può godere di alcune ore di permesso alla settimana”.
L’avvocato contesta però le modalità di questi permessi, ossia il fatto che Priebke venga sempre “forzosamente” accompagnato nelle sue uscite dalla polizia mentre questo “dovrebbe essere un servizio concordato”. “Il problema – aggiunge Giachini – è che la polizia non vuole lasciarlo mai solo. Intendiamoci: sappiamo che questo è dovuto anche alla necessità di tutelare la sua incolumità, per quanto nelle sue uscite Priebke non sia mai stato oggetto di offese o, peggio, azioni violente. La gente lo riconosce, ma probabilmente nessuno ha voglia di prendersela con un vecchio di quasi cento anni. Eppure, non è libero, se vuole, di andare a pregare in chiesa da solo. Dove c’è lui c’è sempre la polizia”.
Nel giugno 2007, l’ex ufficiale delle SS aveva ottenuto dal tribunale militare di sorveglianza il permesso di lavoro esterno: un provvedimento che aveva suscitato molte polemiche e che fu prima sospeso dal giudice e poi annullato dalla Cassazione. (Ricordiamo anche l’invito come giurato ad un concorso di bellezza del 2008)
Nella foto in alto: il criminale nazista Erich Priebke
#1Alberto Pi
CASO PRIEBKE: PACIFICI, CHIEDIAMO INCONTRO A ALFANO PER VERIFICARE VICENDA =
Roma, 6 ott. – (Adnkronos) – «Nel pomeriggio manderemo un’email
formale di richiesta di incontro al ministro Alfano, per chiedergli di
tutelarci e per verificare se questa procedura è contemplata dal
nostro stato di diritto, poiché abbiamo molti dubbi». Lo annuncia il
presidente della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, dopo la
rivelazione che Erich Priebke, l’ex capitano delle Ss condannato
all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, dallo scorso anno
può lasciare quotidianamente l’appartamento del suo avvocato, dove
sconta la sua condanna agli arresti domiciliari.
«Vogliamo respingere l’idea che lui non sappia come provvedere
da solo alle esigenze quotidiane -prosegue Pacifici al termine
dell’incontro con il ministro Mara Carfagna, che oggi ha visitato la
Comunità romana- se vuole leggere un giornale o fare la spesa può
ordinare la consegna a domicilio e lo può fare utilizzando gli stessi
canali che gli danno i mezzi di sostentamento, a lui che,
ufficialmente, per lo Stato italiano, è considerato nullatenente».
Pacifici, quindi, chiede «un’indagine», per capire «chi paga quella
casa, chi gli dà i soldi per mangiare».
Il presidente della Comunità ebraica romana, si dice anche
«preoccupato, perché il passaggio in città di un personaggio di
questo genere, per quanto apparentemente mite, visti i suoi 97 anni,
comunque crea rabbia e tensione tra le persone e se questa rabbia
viene espressa da altri anziani come lui, non so come potrebbe finire:
credo che Roma non meriti provocazioni di questo tipo». Infine, sulla
possibilità che il legale di Priebke chieda la sospensione della
pena, come annunciato nei giorni scorsi, Pacifici commenta: «esiste lo
stato di diritto, ricordo all’avvocato Giachini (il legale di Priebke,
ndr) che Priebke è stato condannato non per reati qualunque, ma per
crimini contro l’umanità».