Libano: Scoperto un arsenale clandestino delle milizie di Hezbollah
Dai Caschi Blu Unifil ed esercito libanese
Beirut, 26 Ottobre 2010 – I Caschi Blu della missione Unifil e le forze regolari libanesi hanno scoperto un arsenale clandestino nel sud del Paese, contente oltre 250 chili di dinamite 50 chili di esplosivo al plastico C4.
Come riporta il quotidiano israeliano Ha’aretz, l’esplosivo apparterrebbe alle milizie sciite di Hezbollah e risalirebbe all’ultimo conflitto tra Israele e Libano, nell’estate del 2006, e sarebbe stato trasferito presso una base militare libanese.
Secondo le informazioni dei servizi segreti israeliani la maggior parte delle armi di Hezbollah viene custodita in abitazioni private nei villaggi a maggioranza sciita: in caso di conflitto le milizie sarebbero in grado di lanciare tra i 600 e gli 800 missili al giorno contro Israele.
(Fonte: Apcom, 26 ottobre 2010)
Nella foto in alto: il leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, che maneggia un suo utensile da lavoro
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LIBANO: ALLARME ONU, CRESCE RISCHIO NUOVA GUERRA CIVILE
RAPPORTO, ARSENALE HEZBOLLAH SUPERA ESERCITO. USA CONTRO SIRIA
NEW YORK(ANSA) – NEW YORK, 28 OTT – Il Libano rischia di ripiombare nella guerra civile nelle prossime settimane, anche perché Hezbollah starebbe ricevendo armi dalla Siria e dall’Iran. L’allarme giunge dall’Onu, secondo cui il paese “é arrivato ad una situazione critica senza precedenti” tanto che dovrebbe diventare “la maggiore delle preoccupazioni per la comunità internazionale”. Lo ha oggi indicato Terje Roed-Larsen, inviato delle Nazioni Unite nel paese mediorientale, e gli ha fatto eco Susan Rice, l’ambasciatrice Usa, al termine di una riunione del Consiglio di Sicurezza a porte chiuse dedicata al Medio Oriente, con particolare attenzione al Libano.
Il Palazzo di Vetro teme nuovi scontri quando verranno pubblicate le sentenze del tribunale speciale che l’Onu ha istituito per indagare sull’omicidio dell’ex premier libanese Rafiq Hairi, assassinato il 14 febbraio 2005. La pista seguita dai magistrati internazionali porta ad Hezbollah e alla Siria, che ha sempre esercitato una forte influenza sul Paese dei Cedri. Roed-Larsen ha denunciato le “dichiarazioni bellicose” che si stanno moltiplicando “ogni giorno di più”. L’inviato ha anche puntato il dito contro le armi che stanno arrivando nel Paese, le quali “non vengono certo dalla Luna”.
Il riferimento era chiaramente alla Siria e all’Iran, due Paesi che stanno armando il gruppo sciita Hezbollah, ma che l’alto funzionario non ha voluto citare direttamente “per non infiammare ulteriormente la situazione”. L’ambasciatrice Usa al Palazzo di Vetro, Susan Rice, ha dal canto suo definito Damasco una “minaccia alla stabilità del Libano”. La Siria, secondo la Rice, “ha mostrato un totale disprezzo dell’indipendenza e della sovranità del paese confinante e continua a fornire risorse alle milizie come Hezbollah”. Nel paese erano già emerse forti tensioni dopo la pubblicazione dell’ultimo rapporto dell’inviato delle Nazioni Unite. Secondo il documento l’arsenale di Hezbollah “potrebbe superare quello delle forze armate regolari” del Libano. Il potere del gruppo guidato da Hassan Nasrallah “pone una sfida chiave per la sicurezza dei civili”. Hezbollah aveva respinto il documento Onu sostenendo che fosse stato scritto da “un membro del regime sionista”, come viene chiamata in maniera sprezzante Israele dai radicali islamici e dall’Iran. Il gruppo islamico radicale aveva quindi attaccato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, il quale “continua a non realizzare che Hezbollah si trova al cuore dell’equazione politica libanese, attraverso la sua presenza nel parlamento e nel governo, e da parecchio tempo”.