Hezbollah prepara la guerra con Israele. Obiettivo: salvare Assad
di Sharon Levi
E’ sconcertante la semplicità con cui i leader di Hezbollah, il gruppo terrorista sciita legato a Teheran che tiene in ostaggio il Libano, parlino apertamente di guerra con Israele per allentare la tensione sul regime siriano di Bashar al-Assad.
A farlo è un alto dirigente di Hezbollah in una intervista rilasciata alla Reuters. Il dirigente terrorista nega, prima di tutto, che in Siria vi siano uomini di Hezbollah che stiano dando manforte alla repressione del regime siriano (bugia incredibile smentita da diversi testimoni siriani) e poi, con assoluta naturalezza, afferma che Hezbollah si sta preparando ad una guerra con Israele al fine di “alleviare la pressione internazionale sul regime di Damasco”.
Il dirigente terrorista parla di “lotta per la sopravvivenza del movimento sciita libanese” ammettendo che “una caduta di Assad indebolirebbe anche Hezbollah (e l’Iran aggiungiamo noi)” ed è una cosa che il movimento terrorista libanese (e Teheran) non può permettere. Torna poi a ripetere il solito mantra dove si sostiene che “dietro alle sommosse in Siria ci sono entità esterne (i sionisti n.d.r.) che mirano a far cadere il regime allo scopo di instaurare una marionetta dell’occidente”. E poi il pezzo forte: «Hezbollah non interverrà mai in Siria (bugia) in quanto i fatti siriani sono un affare interno di Damasco, ma non resterà immobile a guardare che entità straniere cercano di abbattere un alleato e sostenitore di Hezbollah. Noi abbiamo un debito di riconoscenza verso Bashar al Assad».
Hezbollah deve moltissimo al regime di Damasco che ha sostenuto il gruppo terrorista in tutti i modi, sia a livello finanziario (solo nei primi tempi però perché adesso la mafia internazionale di Hezbollah è potentissima) e soprattutto facendo giungere tonnellate di armi di ogni tipo dall’Iran, nonostante la presenza di Unifil 2 che avrebbe dovuto impedire qualsiasi riarmo di Hezbollah. E’ chiaro quindi che la sopravvivenza del regime di Assad è direttamente legata a quella di Hezbollah.
La tesi degli Hezbollah è la stessa che portano avanti la Siria e l’Iran, cioè quella che vuole l’occidente impegnato a rimodellare il Medio Oriente a suo piacimento al fine di instaurare governi fantoccio nelle mani degli USA e, naturalmente, di Israele. Peccato che questa tesi cozzi con la realtà dei fatti dato che a cadere fino ad oggi sono stati solo quei regimi che, regime a parte, erano più collaborativi proprio con l’occidente e con Israele. Basta guardare a quello che è avvenuto in Egitto dove le prime mosse del nuovo regime militare sono state far passare le navi iraniane nello stretto di Suez e ha riaprire il valico di Rafah con Gaza, cose impensabili con Mubarak.
Il Governo israeliano non sottovaluta queste dichiarazioni e già da molti giorni ha elevato il livello di allarme nel nord del Paese. Annunci sono stati fatti alla popolazione e le pattuglie che controllano i confini con il Libano hanno adottato particolari misure anti-sequestro. Anche la NATO è in allarme. Una squadra navale dell’alleanza atlantica si è posizionata davanti alle coste libanesi cosa questa che ha provocato l’immediata reazione di Hezbollah che ha spostato alcune batterie di missili dall’interno alla costa.
La crisi in Siria sta quindi, com’era prevedibile, allargandosi anche ai paesi limitrofi. Hezbollah e l’Iran non possono permettersi il lusso di perdere Damasco e pur di non arrivare a questo punto sono disposti a tutto, persino a scatenare una guerra con Israele.
#1Emanuel Baroz
Così Israele ha fatto fesso Hezbollah
di Virginia Di Marco
Gerusalemme. Hassan Nasrallah è rimasto di stucco. Decine di spie al soldo dell’arcinemico Israele sarebbero state infiltrate per anni tra i ranghi dei “suoi” Hezbollah, l’organizzazione sciita radicale che controlla il sud del Libano.
Gli 007 sotto copertura sarebbero riusciti a gabbare il partito di Dio arrivando persino a occupare posti d’importanza strategica all’interno del movimento. Lo rivela il giornale kuwaitiano Al-Rai al Aam; prima una simile ipotesi era stata formulata anche dal sito libanese Lebanon Now, il quale aveva immaginato che la sfilza di arresti eseguiti negli ultimi giorni dall’organizzazione contro alcuni dei suoi stessi membri fosse verosimilmente dovuta alla scoperta di una rete spionistica collegata con lo Stato ebraico. Il quotidiano del Kuwait ha confermato tutto, definendo la dirigenza di Hezbollah «sbalordita dal livello dell’infiltrazione israeliana».
In carcere sono finite infatti anche figure eccellenti, come il parente di un non meglio identificato «alto funzionario» del movimento, e – questa la rivelazione che fa più scalpore – l’incaricato dei rapporti con Siria e Iran. La stampa straniera ha aggiunto anche che «oltre dieci membri operativi» di Hezbollah sono accusati di essere collaboratori d’Israele, e che il grado dei loro contatti con lo Stato ebraico «supera ogni immaginazione».
Sembra che il movimento si sia accorto che tra le sue fila si nascondessero delle talpe, e che per farle venire allo scoperto abbia lanciato loro un’esca: una finta fuga di notizie di intelligence su Israele che ha indotto i “collaborazionisti” a esporsi, rendendo possibile la loro individuazione. «Israele – scrive Al-Rai al-Aam – non ha saputo gestire questo gioco mentale e ha spinto i suoi agenti dritti nella trappola».
Una bella gatta da pelare per Nasrallah, che in questi ultimi tempi ha anche dovuto fare fronte a malumore e critiche da parte dei suoi supporter, infastiditi da alcune dichiarazioni giudicate troppo comprensive nei confronti del presidente siriano, Bashar al-Assad, principale sponsor del partito di Dio.
Il segretario generale ha una annosa esperienza in materia di spie e guerra d’intelligence. Negli ultimi due anni, la stampa libanese ha riportato di numerosi arresti operati contro collaboratori d’Israele o supposti tali, anche se di solito si trattava di persone vicine al movimento, ma non organiche.
Le cronache di questo conflitto sotterraneo sono punteggiate di fatti e personaggi che spesso sembrano usciti direttamente dalle pagine di una spy story. Come la finta roccia/vera telecamera scoperta a dicembre 2010: un masso di colore grigiastro incastonato su un’altura che sovrasta la valle libanese di Bekaa. Hezbollah ha accusato Israele di utilizzare lo strumento camuffato per spiare un vicino campo di addestramento di miliziani; gli israeliani hanno invece liquidato la faccenda come una trovata propagandistica del partito. A oggi nessuno ha ancora capito come andarono veramente le cose.
La guerra delle spie si combatte in una zona griga, con poche luci e moltissime ombre, e a volte la caccia alla spia si trasforma in una caccia alle streghe, che porta ad arresti (e condanne) strumentali. Lo scorso maggio, per esempio, i servizi segreti militari libanesi hanno arrestato con l’accusa di spionaggio a favore dello Stato ebraico lo sceicco sciita Mohammed Ali al-Husseini, ostile a Hezbollah. Il suo arresto per un reato tanto infamante è stato frutto di questa rivalità? Per ora la domanda resta senza risposta.
Capita, poi, anche che la stampa venga arruolata, magari suo malgrado. I resoconti degli arresti svolgono, in una certa percentuale, una funzione di deterrenza; chi li legge viene avvisato: i traditori non la passano liscia, prima o poi finiscono in galera, o sul patibolo.
E intanto la scorsa settimana il Primo ministro libanese, Najib Mikati, ha annunciato il nuovo governo: Hezbollah ha fatto il pieno di ministeri, 18 su 30. La stampa israeliana, sempre attentissima a monitorare quanto succede oltre il confine nord, si chiede ora se questa nuova, ulteriore, ondata di arresti influenzerà in qualche modo le prossime operazioni politiche del partito di Nasrallah a Beirut.
http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/399870/