“Fuori la feccia ebraica da atenei e procure”: sul web liste nere e appelli al boicottaggio
Torna in rete l’elenco comparso per la prima volta nel 2008: professori universitari e magistrati da “epurare”. Dagoberto Bellucci, fascista convertito all’islam ed ex della pornostar Eva Henger, va oltre e traccia la mappa delle attività controllate da “sionisti”
di Marco Pasqua
Docenti ebrei accusati di “manipolare le menti degli studenti” e di controllare gli atenei italiani. Una lobby, formata da 162 professori, che dovrebbe essere “allontanata dalle università”. Comparsa per la prima volta nel 2008, quando la polizia postale riuscì ad individuarne l’autore, torna in rete la blacklist dei professori ebrei. Ma non è la sola espressione dell’odio antisemita che il web propone su blog e forum dichiaratamente neonazisti e antisemiti. L’ultimo degli elenchi della vergogna, comprende, oltre ad alcuni nominativi di magistrati ebrei (o ritenuti tali), una lista aggiornata di attività commerciali, ristoranti, macellerie, pasticcerie, i cui proprietari sono ebrei. Attività da “boicottare”, come scrive Dagoberto Bellucci, italiano convertito all’Islam e residente in Libano, da molti definito nazi-islamico, molto vicino agli ambienti della destra estrema.
La blacklist di docenti ebrei, appartenenti a vari atenei italiani, compare (o meglio compariva perché il sito è stato oscurato nel tardo pomeriggio di oggi) su un blog denominato ‘Rumors’ e ospitato sulla piattaforma italiana del Cannocchiale. La stessa dove è apparsa la prima volta, nel febbraio del 2008. In quell’occasione, in seguito all’indignazione politica bipartisan e all’oscuramente del sito, le indagini della Polizia Postale permisero di arrivare a individuare il responsabile della pubblicazione di quell’elenco (Paolo Munzi, residente in provincia di Rieti, figlio di un ex sindaco). Ma il copia e incolla acritico e la diffusione virale dell’odio contro gli ebrei hanno permesso a quell’elenco di continuare a circolare. E di venire riproposto, con slogan e insulti che potrebbero essere puniti sulla base della legge Mancino.
L’elenco in questione, si legge nel blog, “è stato ricavato da un appello contro il boicottaggio attuato nelle università inglesi nei confronti di Israele e dei docenti ebrei. Il 99% dei docenti firmatari la petizione proposta dalla comunità ebraica di Roma – spiega il sito ‘Rumors’ – appartiene alla Sapienza di Roma, ha un cognome ebraico e sostiene pubblicamente e politicamente Israele”. Tra le deliranti affermazioni riportate dall’estensore dell’articolo, quella relativa al potere esercitato dalla lobby ebraica: “Gli studenti sono vittime della manipolazione mentale di professori infeudati alle caste regnanti negli atenei. Questi docenti utilizzano l’istituzione universitaria italiana per sostenere gli interessi politici di uno stato estero”. Tra i 162 figurano professori non solo della Sapienza, ma di tutti i principali atenei italiani: Bologna, Torino, Palermo, Chieti, Tor Vergata, Roma Tre, Federico II, Pisa, Lecce, Politecnico di Milano, Bicocca, Perugia e Sassari. “Fuori la feccia sionista dalle Università”, il titolo di un post scritto il 14 maggio scorso. Attacchi riservati anche ad alcuni magistrati (sono quattro, con nome e cognome), la cui presenza nelle Procure è un “cancro da estirpare”. “Fuori la lobby ebraica dalle Procure”, tuona il gestore del blog, che accusa questi pubblici ministeri di “utilizzare la legge per eliminare con il carcere coloro che non condividono queste loro idee”. Magistrati che, sempre secondo quanto viene scritto sul blog, sarebbero “aderenti ad un’organizzazione politica finalizzata a proteggere gli interessi politici della lobby sionista transnazionale. Una cricca di pubblici magistrati che strumentalizzano politicamente le Istituzioni giuridiche dello Stato italiano utilizzando la persecuzione giudiziaria contro coloro che vengono ritenuti da questi o indicati loro da esponenti politici di stati esteri residenti in Italia, “nemici” dell’entità sionista comunemente definita, Israele”. Accuse gravissime e infondate, risultato di una macchina del fango antisemita il cui fine è solo quello di denigrare la figura dei quattro magistrati citati nel post.
Il livornese Dagoberto Bellucci, classe 1970, legato all’Msi e al gruppo neofascista di Avanguardia e noto alle cronache per aver avuto una relazione con la pornostar Eva Henger, oltre a riproporre sul suo blog un elenco di cognomi ebraici, rilancia l’idea di un boicottaggio di prodotti degli ebrei. Lo fa partendo da un documento e dalle analisi che risalgono al periodo della Repubblica sociale Italiana e delle leggi razziali. “Stiliamo una nuova lista di prodotti di aziende in mano agli ebrei – scrive in un post datato 7 luglio – Seguiremo una documentazione consegnataci da Maurizio Lattanzio, l’unico fascista in Italia, per dirla con parole sue. Invitiamo i lettori a farne buon ‘uso’ perché le ditte ed i nomi dei responsabili delle ditte ivi riprodotte sono, con ogni probabilità, ancora presenti e operative nel tessuto commerciale ed economico nazionale”. E, infatti, molte delle imprese citate sono a oggi pienamente operative. Un elenco analogo compare anche sulla sezione italiana del forum neonazista Stormfront. In un apposito thread viene riportata la lista delle comunità ebraiche italiane, delle scuole, ma anche di negozi, ristoranti, pasticcerie. In tutti i casi compare anche il numero di telefono e l’indirizzo. “I luoghi si possono ritrovare facilmente su internet con una ricerca”, suggerisce l’autore di questo elenco.
Liste che vengono continuamente monitorate e registrate dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Milano (Cdec), grazie all’attività di ricerca sul web condotta dal ricercatore Stefano Gatti, volta a “stanare” i siti antisemiti e negazionisti. In un report presentato alla commissione parlamentare contro l’antisemitismo, Gatti aveva già inserito la figura di Bellucci, “collaboratore del mensile neonazista Avanguardia, autore di un virulento volumetto antisemita, oltre che di vari articoli con la medesima ispirazione”. Nel suo ultimo report quadriennale (relativo agli anni 2007-2010), il Cdec aveva anche lanciato un allarme: “In Italia l’antisemitismo cresce e si diffonde online, alimentandosi delle vicende legate al conflitto israelo-palestinese e della scarsa conoscenza che gli italiani hanno degli ebrei. E attraverso internet la propaganda e la diffusione di idee intolleranti diventa più facile”.
#1petunia
non capisco qual sia il reato o il dramma?il blog èstato chiuso e nn bastano le parole del giornalista perche io possa giudicare e condannare cosa cera scritto.E anche per me i sionisti e chi sostiene i sionsti è feccia!
se poi anche alcuni PM si mettono a fare politica….. perseguendo le opinioni e ele critche antisioniste allora oltre ad essere una vera persecuzione politico giudiziaria del blog rappresenta anche un peicolos precedente antidemocratico.Poi mi sembra evidente ch tali operazioni mediatiche alla Pasqua non dimostrano altr che la capacità di pressione politica che la comunità ebraica è in grado di esercitare anche sulla Polizia e sui Pubblici ministeri.OCCHIO CHE QUI è IN GIOCO MOLTO DI PIù CHE LALIBERTà DI UN BLOGGHERELLO!
Le opinioni e le critiche personali non possono maiessere considerati crimini come vorrebbe Marco Psqua e te!
#2Emanuel Baroz
certo, certo: postare le liste di nominativi di persone di religione ebraica e delle varie imprese commerciali di ebrei è una azione che ha a che fare con la libertà d’opinione, no? E poi c’è la lobby ebraica, il complotto demoplutogiudaicomassonico…povera Italia!
#3Pane al pane
Come se i sionisti non avessero mai stilato liste di proscrizione. Proprio il CDEC è preposto a questo compito: blog filopalestinesi, ebrei dissidenti dal sionismo, professori universitari filopapelstinesi ecc..tutti etichettati come “antisemiti” (cioè razzisti).
L’ultima lista sionista è stata redatta a carico di professori londinesi che avevano tenuto una serie di conferenze sul boicottaggio.
Comunque la lista è già sparita.
Gli ebrei hanno la precedenza su tutto.
Se c’era il nome di un non-ebreo diffamato, prima di farlo sparire il diffamato avrebbe dovuto trovare un avvocato, presentare istanza di provvedimento d’urgenza per la cancellazione della pagina e attendere che questa si concretizzasse con ordinanza presentata ai responsabili del server.
Due o tre mesi almeno, ad essere ottimisti… sempre che il giudice ravvedesse la diffamazione.
Per voi ebrei le strade sono più brevi e rapide di quelle usate dai comuni mortali.
D’altronde siete il “popolo eletto”?
Lo siete in tutto anche nella risposta della giustizia.
Comincio a convincermi che questo sedicente popolo eletto abbia al suo interno elementi che andrebbero individuati, isolati e messi in condizioni di non nuocere.
Considerando ciò che hanno subito in passato si potranno anche condannare i metodi con i quali hanno tentato di fermarli…………. ma non certo i motivi.
#4Emanuel Baroz
quanta fantasia avete nello scegliere gli pseudonimi! Cmq dite sempre le stesse cazzate! Contenti voi…
#5P.G.
Tutti antisemiti ipocriti, e a dirlo è il sottoscritto, una persona rigorosamente laica.