MO: GB, PROTESTE DURANTE CONCERTO BBC FILARMONICA ISRAELE
Londra, 2 Settembre 2011 (ANSA)- Un concerto della Filarmonica di Israele tenuto ieri sera alla Royal Albert Hall di Londra è stato interrotto per due volte in seguito alle proteste di un gruppo di spettatori contrari alle politiche portate avanti in Medio Oriente dalle autorità dello stato ebraico.
Ne dà notizia sul suo sito online la BBC che, come ogni anno, ha organizzato la stagione delle ‘Proms’ nel famoso teatro londinese dedicato al principe Alberto, il consorte della regina Vittoria. L’emittente, che trasmetteva la serata sul terzo canale radiofonico, durante le proteste ha sospeso la diretta scusandosi con gli ascoltatori.
La prima interruzione è avvenuta quando Gil Shaham stava per eseguire il concerto per violino di Bruch, sotto la direzione di Zubin Mehta. Alcuni spettatori hanno improvvisamente iniziato a rumoreggiare fischiando e gridando slogan anti-israeliani. La stessa scena si è ripetuta un’ora più tardi.
Un gruppo denominato ‘Palestine Solidarity Campaign’ aveva chiesto agli appassionati di boicottare la serata a causa della presenza dell’orchestra israeliana ed aveva persino chiesto alla BBC di annullare l’evento. Il movimento accusa la Filarmonica di essere «complice nel mascherare le continue violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani da parte dello stato di Israele».
Nella foto in alto: l’Orchestra Filarmonica di Israele
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#1Adriana
Ma come si può commentare??? A me vengono solo lacrime, ma di rabbia.. rabbia incredula ed impotente! Che vergogna..
✡✡✡ A.
#2lorenzo
La banalità non conosce crisi.
domando: a cosa o a chi credono i Palestinesi ?
Questo conflitto enumera ragioni e torti da ambo le Parti; inutile risalire alle origini del problema ma utile ricordare che senza il flusso dei petro-dollari, tangente/pizzo/compenso, da parte dei ricchi satrapi sauditi et similia, sarebbe già esaurito.
Una nemesi ?
#3Gionathan
E’ una vergogna che in un paese che ritiene di aver inventato la democrazia e
il diritto a ciascuno di praticare la propria religione e divulgare le proprie idee si
accanisca in questo modo contro non solo Israele come stato e come tale, ma anche alle sue manifestazioni culturali che nulla hanno a che fare con la politica di un certo governo. Si può dissentire sul comportamento dell’attuale governo Netaniahu ma non riesco a capire come si possa accanirsi contro un’ orchestra che fra l’altro è una della migliori del mondo.
Evidentemente tutte le occasioni sono buone per dimostrare il proprio odio verso, non solo gli israeliani, ma verso gli ebrei tutti.
#4Emanuel Baroz
Teppisti intellettuali contro Israele
Il vandalismo antisraeliano ha un volto comune di protesta. E’ quello mostrato da una trentina di attivisti che hanno interrotto per due volte un concerto della Filarmonica di Israele, sotto la direzione di Zubin Mehta, tenuto giovedì alla Royal Albert Hall di Londra. L’emittente Bbc, che trasmetteva la serata sul terzo canale radiofonico, durante le proteste ha sospeso la diretta scusandosi con gli ascoltatori.
Poi c’è un altro teppismo, più grave, sottile, perfido. E’ quello intellettuale sfoggiato dal sociologo Zygmunt Bauman, il filosofo della “modernità liquida”, la star delle chattering classes italiane, “uno dei più grandi pensatori viventi”. In un’intervista a un settimanale polacco, Politika, Bauman ha detto che “Israele sta traendo vantaggio dall’Olocausto per legittimare azioni inconcepibili” e che il fence anti terrorismo eretto da Gerusalemme per difendere i propri cittadini è come il Ghetto di Varsavia.
Non si tratta di una boutade, ma di una idea che da anni circola nei quadri dell’intellighenzia europea. Nel 1982 fu il premier socialista della Grecia, Andreas Papandreou, a paragonare Israele ai nazisti. Poi venne Norbert Blum, ministro tedesco del Lavoro, un cristiano-democratico, che accusò Israele di operare sui palestinesi una “Vernichtungskrieg”, l’espressione nazista per la guerra di sterminio. La disse il Nobel José Saramago, quando paragonò Ramallah ad Auschwitz. Fino al giornale norvegese Dagbladet, che durante la guerra del Libano nel 2006 fece la caricatura del premier israeliano Ehud Olmert come il maggiore delle SS Amon Goeth, quello di “Schindler’s List” di Spielberg. Ora il famoso sociologo Zygmunt Bauman paragona una barriera provvisoria che ha fermato i kamikaze e che ha consentito di riavviare i colloqui negoziali al ghetto in cui 400mila ebrei polacchi furono rinchiusi prima di essere sterminati nelle camere a gas di Treblinka. Bauman non fa dell’umanitarismo, sta dicendo: Israele merita di fare la fine dei nazisti. La questione dell’assedio esistenziale allo stato ebraico sta diventando davvero il discrimine morale attraverso cui giudicare la salute o la perversione intellettuale dei nostri maître à penser e delle classi dirigenti occidentali.
(Fonte: Il Foglio, 3 settembre 2011)