Deturpata a Livorno targa “Via degli ebrei vittime nazismo”
Ignoti cancellano parole e la trasformano in ‘via gli ebrei’
Livorno, 26 Maggio 2012 (ANSA) – Deturpata a Livorno la targa di via Degli ebrei vittime del nazismo. Ignoti, probabilmente la notte scorsa, hanno cancellato le parole vittime e nazismo trasformando cosi’ la dicitura sull’insegna in ‘via gli ebrei’.
Sdegno per l’atto vandalico e’ stato espresso dal sindaco della citta’ toscana Alessandro Cosimi: ”La recrudescenza di sentimenti di questo tipo – ha detto – e’ incredibile e inaccettabile. E’ vile chi si accanisce contro una lapide, annullando il suo significato”. La targa, fanno sapere dal Comune, verra’ rimossa e sostituita quanto prima.
Nella foto in alto: la targa deturpata dai “soliti” ignoti
#1Emanuel Baroz
Sostituita la targa di via degli Ebrei Vittime del Nazismo
Livorno, 27 Maggio 2012 – Il comune informa che è avvenuta la sostituzione della targa. L’intervento è stato eseguito da Aamps
Dopo la segnazione di Stefania Tarsili (vice segretario comunale Udc) che esprimeva il suo disappunto per lo sfregio alla targa di via degli Ebrei vittime del Nazismo (trasformata in “via gli Ebrei”, il comune informa che è avvenuta la sostituzione della targa. L’intervento è stato eseguito da Aamps.
Ieri il sindaco Alessandro Cosimi aveva palesato il suo sdegno promettendo un intervento immediato che poi c’è stato: «La recrudescenza di sentimenti di questo tipo è incredibile e inaccettabile. È vile chi si accanisce contro una lapide, annullando il suo significato attraverso la cancellazione delle parole “nazismo” e “vittime”».
(Fonte: il Tirreno, 27 Maggio 2012)
#2Emanuel Baroz
Il caso della vetrina ‘nazista’, il Comune: “Via quelle foto”
Polemiche sull’allestimento di un argentiere
Esposte immagini di Klaus Barbie, Adolf Eichmann, Josef Mengele ed Erich Priebke. Il commerciante: “Obbedisco ma è censura. Non è stato compreso lo spirito della mia iniziativa”
Firenze, 24 maggio 2012 – Sono state esposte per una settimana. Poi e’ arrivato l’invito del Comune: togliete da quella vetrina le foto dei gerarchi nazisti. La vetrina-choc e’ quella dell’argentiere fiorentino Gianfranco Pampaloni, che aveva voluto interpretare cosi’, partecipando ad un concorso, il tema scelto quest’anno dal Maggio musicale fiorentino e cioe’ il viaggio ”dalla Mitteleuropa al Sudamerica”: una rotta, ha pensato Pampaloni (non nuovo a vetrine provocatorie come quella dedicata alle coppie impossibili come quella ‘formata’ da Madre Teresa e Pietro Pacciani) che fu seguita anche dai gerarchi nazisti che fuggirono dalla Germania cercando rifugio dall’altra parte dell’Oceano.
Fin dall’inizio l’argentiere di via Porta Rossa (la stessa strada in cui nel ‘Gianni Schicchi’ Lauretta chiede al padre di comprarle l’anello di nozze) aveva spiegato che non vi era alcun intento offensivo nei confronti del mondo ebraico, anzi. Ma cio’ non e’ bastato ad evitare gli strali del vicensidaco Dario Nardella il quale gli ha inviato oggi una lettera in cui chiede di ”prendere in seria considerazione la rimozione dell’allestimento” che, al di la’ delle intenzioni di Pampaloni, mostrerebbe ”assoluto cattivo gusto” nel ”cercare visibilita’ commerciale maneggiando con cosi’ poca attenzione argomenti delicati come quelli della Shoah”.
In vetrina oltre alle foto di Klaus Barbie, Adolf Eichmann, Josef Mengele, Erich Priebke, una divisa da nazista, la custodia di un violino (i gerarchi raffigurati erano tutti discreti musicisti) sono esposti anche oggetti in argento dell’artigianato ebraico.
”E’ stato soprattutto quest’ultimo aspetto a sorprenderci – ha detto Guidobaldo Passigli, presidente della comunita’ ebraica fiorentina che ha apprezzato l’iniziativa di Nardella – perche’ sotto il nome ‘Judaica’ sono noti gli oggetti della ritualita’ ebraica, quelli che sono stati razziati dai nazisti dalle case degli ebrei morti”. Passigli ha anche detto che, nonostante la sorpresa dei primi giorni, la comunita’ ha atteso a reagire sapendo che ci sarebbe stato un gesto dell’amministrazione comunale.
”Come Garibaldi, obbedisco all’editto comunale: domani stesso cambiero’ la vetrina, ovviamente con un nuovo allestimento per rispondere alle critiche che mi sono state mosse. Ma questa, va detto, e’ censura”, ha detto Pampaloni manifestando stupore.
”Non e’ stato capito lo spirito fiorentino della mia iniziativa, e mi dispiace certo e’ che gli unici a mostrarsi suscettibili per la mia iniziativa sono stati coloro che non ne erano destinatari”: ha spiegato l’argentiere che, ha raccontato di aver ricevuto per la sua vetrina i complimenti della presidente degli Amici del Maggio musicale.
”Diversi oggetti esposti sono stati disegnati dagli artisti ebrei, noti in tutto il mondo, David Palterer e Zelig Siegel, che su questa mia provocazione non hanno avuto nulla da ridire, al contrario”, ha aggiunto prima di chiudere la saracinesca per riaprirla, forse gia’ domani, con una nuova vetrina. Che, c’e’ da scommettere, fara’ ancora discutere.
(Fonte: La Nazione.it, 24 Maggio 2012)
Per vedere le foto cliccare sul link seguente: http://multimedia.quotidiano.net/?tipo=photo&media=36170
#3Emanuel Baroz
Invocò le camere a gas per i ‘maledetti ebrei’. La Cassazione condanna il docente di Cagliari
Confermata, dalla Cassazione, la condanna per antisemitismo a 4 mila euro di multa con il beneficio della non menzione della pena nei confronti di un professore universitario di Cagliari.
Pietro Melis, professore di Scienze della formazione dell’università di Cagliari accusato per un suo scritto, pubblicato nel 2004, negli Annali della stessa facoltà, dove invocava “le camere a gas naziste per i maledetti ebrei” ‘colpevoli’, a suo dire, di praticare il rito di macellazione ‘ortodosso’ degli animali prescritto dal libro del Levitico.
I supremi giudici hanno respinto la dignità scientifica della tesi sostenuta da Melis in nome della causa ‘animalista’ della quale, da vegetariano convinto, si è fatto fautore. Avvertono gli alti magistrati che “un insulto resta tale anche se inserito in un bel ragionamento e in senso complessivo dell’elaborazione culturale non può redimere passaggi argomentativi in sé non ammissibili sul piano della liceità giuridica”. I supremi giudici, inoltre, hanno anche respinto la linea difensiva di Melis che sosteneva di aver solo manifestato, al massimo, “avversione o antipatia” e non “odio” verso gli ebrei, “né espresso incitamento in tal senso”. In proposito la Cassazione rileva che la natura antisemita del suo scritto è testimoniata anche dalla lettera con la quale ha inviato il suo elaborato al rabbino capo della Comunità di Roma, Riccardo Di Segni. “Maledetti ebrei credenti…Per voi dovrebbero essere usate ancora le camere a gas…Non dovrebbe essere un reato giustiziare un ebreo credente”.
Adesso, oltre alla condanna e alla multa, Melis dovrà anche risarcire per danni morali la Comunità ebraica di Roma e le comunità israelitiche italiane, costituitesi parte civile nel processo nelle persone di Giacomo Sandri e Cinzia Ghirsi. Melis ha provato a sostenere che Sandri e Ghirsi non avevano titolo per costituirsi in giudizio dal momento che non erano ebrei di nascita . In proposito la Suprema Corte ha replicato che “l’etnia d’origine non assume alcun rilievo nel diritto al risarcimento nei processi per discriminazione religiosa e razziale.
Il professore, oltre ad aver fatto ‘dono’ del suo libro al rabbino Di Segni, lo aveva anche inviato a 140 biblioteche italiane e straniere affinché lo scritto fosse “un marchio indelebile sulla vostra pelle: sulla base del diritto naturale non dovrebbe essere un reato giustiziare un ebreo credente o un islamico”. Quanto al limite della libertà di pensiero, la Cassazione avverte che essa non può essere invocata né servire da giustificazione quando finisce con il travolgere il “rispetto di valori più alti, pure costituzionalizzati, quali la dignità umana”.
(Fonte: L’Unione Sarda, 28 maggio 2012)
#4Parvus
Anche io sono contrario a certi metodi di macellazione, Ma quel pseudoprofessore universitario che (en passant) si dimentica che anche gli arabi lo praticano, ed invoca le camere a gas per gli ebrei, meriterebbe d’esser condannato ad essere preso a pedate a vita.
#5Fede
Quanto odio hanno nel corpo e nella mente questi individui, provo per loro commiserazione.
Forse non hanno coraggio di ammettere che il nemico tanto odiato, è dentro di loro; sono loro stessi.
Forse un autocoscienza approfondita li porterebbe alla disperazione, allora ecco che scelgono di “odiare l’ebreo”. La vita di questi individui deve essere un inferno, da cui non usciranno perchè se lo son autoimposto.