Londra 2012/ judo: squadra libanese si rifiuta di allenarsi vicino atleti israeliani
Londra, 27 Luglio 2012 – Funzionari delle Olimpiadi sono stati costretti a porre venerdì un paravento divisorio tra gli atleti di judo libanesi e quelli israeliani giacché i libanesi si rifiutavano di allenarsi sullo stesso tatami con gli israeliani. Lo ha detto la delegazione olimpica israeliana alla Reuters.
L’incidente è avvenuto quando due judoka libanesi si sono trovati vicini a cinque israeliani durante l’allenamento a Redbridge, ha spiegato Nitzan Ferraro, portavoce del Comitato Olimpico israeliano. La squadra libanese ha protestato con gli organizzatori dei Giochi Olimpici di Londra costringendoli a mettere una barriera tra loro e la squadra israeliana.
(Fonte: Israele.net, 28 Luglio 2012)
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Nella foto in alto: gli atleti israeliani costretti ad allenarsi dietro un paravento per non urtare la sensibilità dei colleghi libanesi…
#1Emanuel Baroz
Il muro dei libanesi, non ci alleniamo con Israele
di Stefano Semeraro
I giochi sono appena iniziati, chi ha guardato la cerimonia d’inaugurazione ha ancora nelle orecchie i bei discorsi del presidente del Cio Jacques Rogge e del padrone di casa Sebastian Coe sullo spirito olimpico, ma fra gli atleti in gara a Londra si sono alzati già i primi muri. Per l’esattezza nel judo, dove gli atleti libanesi si sono rifiutati di allenarsi con i colleghi israeliani con cui avrebbero dovuto dividere la palestra a Redbridge. ” Avevamo iniziato a scaldarci – ha raccontato Nitzan Ferraro, il portavoce del comitato olimpico israeliano – loro sono arrivati, ci hanno visti e la cosa non gli è piaciuta, e così si sono rivolti agli organizzatori”.
Risultato: un paravento- ufficiosamente una barriera per evitare che gli israeliani spiassero gli allenamenti dei libanesi – è stato piazzato per dividere le due squadre. Alla faccia dello spirito olimpico e dell’avvertimento che proprio Rogge aveva rivolto alla vigilia dei Giochi : ” Abbiamo spiegato a tutti che boicottare gli atleti israeliani, rifiutandosi di gareggiare con loro, è proibito. Chi lo farà senza essere infortunato o malato, verrà punito”. Per ora di boicottaggio vero e proprio non si parla, ma se le premesse sono queste temerlo è lecito.
Una libanese e una israeliana, Caren Chammas e Alice Schlesinger, in teoria potrebbero incontrarsi nella finale della categoria fino a 63 chili, anche se le probabilità non sono elevatissime, anzi. Ma è il principio che conta, la volontà di creare frontiere anche in una occasione – le Olimpiadi – in cui le divisioni politiche e religiose dovrebbero essere accantonate.
A quarant’anni dalla strage di Monaco ’72, invece, la piaga duole ancora. Libano e Israele, è vero,in teoria sono ancora in guerra (dal 1948), ma è dal 2006, quando Israele attaccò gli Hezbollah che dal territorio libanese sparavano razzi oltre confine, che fra Tel Aviv e Beirut non c’erano stati scontri aperti.
Gli animi evidentemente non sono però pacificati. Un precedente nel judo c’è stato: nel 2004 ad Atene il campione del mondo iraniano Arash Miresmail si era ritirato prima di combattere contro il judoka israeliano Rhud Vaks, anche se alla fine il suo comportamento era stato assolto dal Cio.
Prima dell’inizio dei Giochi la delegazione iraniana, fra l’altro, aveva dichiarato che nessuno degli atleti a Londra si sarebbe rifiutato di affrontare gli isareliani, ma da Teheran era arrivata puntuale una frenata. Da parte israeliana, invece, sull’incidente si è preferito non agitare la polemica, che qualche imbarazzo al comitato organizzatore di Londra lo ha creato. ” A noi non importa il comportamento dei libanesi – ha dichiarato Ferraro – noi non vogliamo mischiare politica e sport”.
(Fonte: La Stampa, 29 Luglio 2012, pag. 4)
#2HaDaR
Ricordate Parashat Balak? “כִּֽי־מֵרֹ֤אשׁ צֻרִים֙ אֶרְאֶ֔נּוּ וּמִגְּבָעֹ֖ות אֲשׁוּרֶ֑נּוּ הֶן־עָם֙ לְבָדָ֣ד יִשְׁכֹּ֔ן וּבַגֹּויִ֖ם לֹ֥א יִתְחַשָּֽׁב׃”