Nonostante i razzi dei terroristi, Israele continua ad inviare medicinali e cibo a Gaza

 
Emanuel Baroz
18 novembre 2012
4 commenti

Nonstante i razzi dei terroristi, Israele invia medicinali e cibo a Gaza

Gerusalemme, 18 Novembre 2012 – Malgrado l’incessante e continuo lancio di missili e razzi sempre più potenti dalla Striscia di Gaza contro le città israeliane (750 solo in questa settimana), il governo di Netanyahu ha continuato ad inviare beni di prima necessità alla popolazione palestinese. Questa mattina 124 camion hanno attraversato attraverso i valichi di Kerem Shalom e di Erez.  I veicoli contengono generi alimentari, prodotti caseari, farmaci, tessuti, combustibili, materiali da costruzione, giocattoli e aiuti umanitari.

Lo ha comunicato il Coordinatore per le attività nei territori, aggiungendo che 35 diplomatici e rappresentanti internazionali hanno lasciato Gaza attraverso i valichi, insieme a una trentina di palestinesi bisognosi di cure in ospedali israeliani.

(Fonte: Il Borghesino, Israele.net, 18 Novembre 2012)

Per ulteriori dettagli sulla notizia cliccare qui e qui

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  • #1Emanuel Baroz

    19 Nov 2012, 11:07 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

    Qualche ragionamento a mente fredda su Gaza

    Cari amici,

    siamo arrivati al quinto giorno dell’operazione che in ebraico si chiama “Colonna di fumo” e nelle lingue occidentali “pilastri di difesa” (A proposito, vi siete chiesto da dove viene il nome? E’ una citazione dalla Bibbia, nell’Esodo la presenza divina si manifesta con una colonna di fumo di giorno e di fuoco di notte che guida gli spostamenti del popolo ebraico; solo una volta si mette in coda, per difendere gli ebrei dagli attacchi del Faraone – e questo è il caso da cui viene il nome). Siamo arrivati al quinto giorno, si parla di una tregua che dovrebbe essere promossa da quei mediatori imparziali che si chiamano Egitto, Turchia e Qatar, ma per il momento i combattimenti vanno avanti. Vale la pena di fare una riflessione.

    Perché Israele ce l’ha con i poveri gazani? Per cattiveria, naturalmente – sono ebrei. Di questo è convinto mezzo mondo, è il caso di tenerne conto. Ma a parte questo, perché? Perché Israele si ostina a bombardare Gaza e non, per esempio, Ramallah, che pure sta stracciando i patti di Oslo con la sua domanda di ammissione all’Onu? Perché non il Libano, dove pure gli Hezbollah lo maledice un giorno sì e l’altro pure? Perché ha (forse) bombardato una fabbrica d’armi in Sudan un paio di settimane fa e non se la prende con l’Egitto o con la Siria o con l’Iraq, che sono altrettanto – diciamo – antisionisti?

    La ragione è semplice. Finora né da Ramallah né dall’Egitto (dall’Egitto ufficiale, non dai terroristi del Sinai che in qualche modo il governo egiziano cerca di contenere) e neppure dal Libano o dall’Iraq si spara contro Israele. Israele fa la guerra a Gaza per la semplice ragione che Gaza fa la guerra a Israele. La fa da anni, continuamente, secondo dinamiche e misure variabili per ragioni più o meno chiare. In totale sono stati sparati contro Israele negli ultimi anni più di 12.000 razzi Qui (http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Palestinian_rocket_attacks_on_Israel) trovate la lista pura e nuda, qui una cronaca più articolata (http://en.wikipedia.org/wiki/Palestinian_rocket_attacks_on_Israel) e qui (http://qn.quotidiano.net/esteri/2012/11/17/803926-striscia-gaza-sigle-nomi-gruppi-armati-militari.shtml) l’elenco dei vari gruppi che sparano. Non si tratta di una “spirale di violenza” come scrivono i giornali italiani. Si tratta di una strategia politico-militare da parte di questi gruppi che hanno un obbiettivo chiarissimo: la “riconquista” della “Palestina” per mezzo di una guerra di popolo di lunga durata, per usare la definizione di Mao.

    Ma non sarà Israele che vuole invece, imperialista com’è, conquistare la povera Gaza, magari per farne “colonie”? Be’, guardate i fatti. Fra il ’67 e il 2005 Israele a Gaza c’era (e si viveva meglio, sia i gazani che avevano lavoro, sia gli israeliani che non venivano bombardati). Gaza fra l’altro era un antichissimo insediamento ebraico, ne parla la Bibbia, c’era una notevole comunità ebraica con un centro cabalistico anche durante i secoli dell’occcupazione islamica. Fino a sette anni fa c’erano anche le “colonie”, cioè dei villaggi che coltivavano la terra che oggi è incolta, traendone le più belle primizie di Israele. Poi Sharon decise per ragioni demografiche e strategiche che era bene ritirarsi da Gaza, vinse le resistenze di chi ci abitava e da un bel giorno, esattamente il 12 settembre 2005, non ci fu neppure un soldato israeliano a Gaza (a parte il sergente Gilad Shalit, che ci ha abitato oltre cinque anni, ma diciamo non per sua scelta). I gazani e Hamas che li domina in maniera molto dura (ma a suo tempo l’hanno anche votato) avevano tutta la possibilità di trasformare la Striscia in un posto normale: potevano fare l’agricoltura come i “coloni” prima di loro, o costruire industrie con i miliardi di dollari di aiuti che hanno ricevuto, o farne una sorta di Singapore del Mediterraneo, una città stato di traffici e di turismo.

    Invece la trasformarono in una caserma, in una base logistica militare, in una piattaforma di lancio. Si calcola che Hamas abbia oggi 10 mila missili; sono uno ogni centocinquanta persone, come se in Italia ci fossero quattrocentomila missili, decine di milioni di militari, migliaia di basi armate. Questi missili, come vi ho detto, non sono rimasti lì, sono cresciuti negli anni in quantità e qualità, dai piccoli Qassam ai grandi Fajr sparati nei giorni scorsi contro Tel Aviv e Gerusalemme, sono stati usati in ogni occasione possibile. Questo fra l’altro induce a pensare a che cosa potrebbe accadere in “Cisgiordania”, se Israele, seguendo le pressioni di mezzo mondo, facesse la stessa mossa, sgomberasse i propri cittadini (“coloni”) e lasciasse il pallino in mano ai Palestinesi: vogliamo scommettere che si ripeterebbe la situazione di Gaza e del Libano del Sud?

    Al di là della ricostruzione cronologica di ogni incidente e anche delle due gradi operazioni (Piombo fuso di quattro anni fa a questa), c’è un dato strategico ovvio: Israele ha rinunciato a Gaza, se n’è andato, non ha interesse a “occuparla”, vorrebbe lasciarla in pace ed esserne lasciato in pace, come fa con tutti i suoi vicini che pure non gli vogliono proprio bene. Israele a Gaza come altrove, vuole mantenere lo stato di fatto, è disposto anche a fare sacrifici territoriali, come è accaduto più volte. Hamas e i gruppi che lo affiancano e gli fanno concorrenza hanno l’interesse opposto: vogliono la guerra e la fanno come possono e come sanno: con gli attentatori suicidi se ne hanno il modo (e minacciano di ricominciare: http://www.jpost.com/Defense/Article.aspx?id=292337), coi rapimenti, coi razzi, coi mortai, con le imboscate… Sono loro che vogliono “cacciare gli ebrei” o magari ammazzarli tutti, come fa capire lo statuto di Hamas (http://www.fas.org/irp/world/para/docs/880818a.htm).

    Ultima considerazione: Ma ce l’ha così tanto coi gazani, Israele? In cinque giorni di operazioni, ci sono state circa mille missioni di bombardamento, fatte dagli aerei, mirando bene, come si vede dai numerosi video che sono circolati sul web, non certo sparando a casaccio. Be’, secondo i calcoli di Hamas, i morti sono stati una quarantina, uno ogni venticinque attacchi. In cambio sappiamo bene chi c’è fra questi morti: il comandante militare di Hamas, il responsabile della sua missilistica, il capo del contrabbando di armi ecc. Si trovano tutti citati per nome e cognome su Internet. Certamente ci sono state anche delle vittime involontarie, come in tutte le guerre, gente che si è trovata accanto ai comandanti nemici nel mirino, o che sono state usate come scudi umani. Ma è la scarsità di vittime che fa impressione, non la loro esistenza.

    E nel frattempo Israele ha distrutto buona parte dell’apparato militare di Hamas, i suoi sistemi sotterranei di lancio, i suoi depositi di missili: anche in questo caso con straordinaria precisione e con pochissime vittime. Di vittime ce ne sarebbero state tantissime invece da parte israeliana se il sistema difensivo antimissile Iron Dome non avesse intercettato l’80 per cento dei circa 300 missili che in questi giorni Hamas è riuscito a sparare indiscriminatamente sulle città (altri 600 circa sono finiti in mare o nei campi vuoti). E se non ci fossero stati i rifugi, le stanze blindate, i sistemi di allarme.

    Insomma, non è proprio vero che per il momento Israele stia facendo la guerra a Gaza, con l’intenzione di distruggerla e di uccidere la gente. Tutto il contrario. Per ora si tratta di un’operazione estremamente misurata, attentamente calcolata, davvero millimetrica, che mira a tagliare le unghie a Hamas. Poi però, come si è visto negli scorsi quattro anni, queste unghie ricrescono, abbondantemente alimentate dal contrabbando (ecco perché il blocco navale, per rendere questa crescita almeno un po’ più lenta e difficile) e sempre più lunghe, perché i missili che arrivano sono sempre più potenti. Quindi Israele si trova di fronte alla scelta se pensare che queste operazioni di taglio delle unghie si debbano ripetere ciclicamente, sempre più difficili e costose; oppure se affrontare il prezzo politico e militare di spiantare il regime di Hamas da Gaza, con un’operazione di terra certamente non facile. Vedremo nei prossimi giorni, forse nelle prossime ore, che cosa deciderà.

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=46877

    19 Nov 2012, 11:08 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    19/11/2012 Dall’inizio dell’operazione “Colonna di nube difensiva” (sera del 14 novembre) sino a domenica sera, le Forze di Difesa israeliane hanno colpito più di 1.100 obiettivi terroristici nella striscia di Gaza, dei quali circa 130 nella giornata di domenica. In totale sono 540 i razzi palestinesi esplosi in Israele da mercoledì, dei quali 31 in aree urbane. Più di 70 i razzi esplosi in Israele domenica, quattro dei quali in aree urbane. Circa 280 razzi sono stati intercettati dal sistema anti-missile “Cupola di ferro” dall’inizio dell’operazione. Un relativa calma, domenica sera, nel sud di Israele sembra dare credito alle notizie di trattative in corso al Cairo per un cessate il fuoco.

    19/11/2012 Il sistema anti-missili “Cupola di ferro” ha intercettato domenica pomeriggio, sopra l’area di Tel Aviv, altri due missili palestinesi Fajr-5 (di produzione iraniana) lanciati dalla striscia di Gaza. Le sirene anti-aereo sono suonate in tutta l’area di Tel Aviv, Rishon Lezion, Bat Yam, Holon e Bnei Brak.

    19/11/2012 Israele ha inviato domenica, nella striscia di Gaza, 80 camion con medicinali e forniture alimentari attraverso i valichi di Kerem Shalom e di Erez. Lo ha comunicato il Coordinatore per le attività nei territori, aggiungendo che 35 diplomatici e rappresentanti internazionali hanno lasciato Gaza attraverso i valichi, insieme a una trentina di palestinesi bisognosi di cure in ospedali israeliani.

    19/11/2012 Proiettili vaganti siriani hanno colpito sabato notte una jeep israeliana di pattuglia sulle alture del Golan, nell’area di Tel Hezeka. Danni, ma nessun ferito. È il quarto incidente su questo confine in una settimana. L’artiglieria israeliana ha reagito con un colpo di mortaio, e quella siriana ha a sua volta sparato un colpo che è caduto nella zona smilitarizzata. Le Forze di Difesa israeliane hanno inoltrato formale protesta alla forza di interposizione delle Nazioni Unite.

    18/11/2012 Le Forze di Difesa israeliane hanno bombardato domenica pomeriggio la casa di Yahia Abia, capo delle unità di lanciatori di razzi di Hamas. Abia è rimasto ucciso nel raid, insieme ad altre quattro persone che erano con lui.

    18/11/2012 Quattro civili israeliani sono rimasti feriti, domenica pomeriggio, da un razzo Grad palestinese che ha colpito il loro veicolo all’ingresso della città di Ofakim.

    18/11/2012 “Siamo pronti a prendere in considerazione tutti i suggerimenti offerti dai nostri amici in tutto il mondo – ha dichiarato domenica il ministro degli esteri israeliano Avigdor Liberman – ma la prima e più importante condizione è che le organizzazioni terroristiche a Gaza devono smetterla di sparare. Appena si impegneranno a smettere di sparare, siamo pronti a prendere in considerazione tutte le proposte avanzate”.

    18/11/2012 ”Non c’è paese al mondo che tollererebbe una pioggia di missili sui suoi cittadini da oltre frontiera. Sosteniamo pienamente il diritto di Israele di difendersi”. Lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, domenica durante una conferenza stampa in Thailandia, dove si trova in visita. Obama ha chiesto di porre fine al lancio di missili contro Israele da parte dei militanti della striscia di Gaza, per poter far ripartire un processo di pace.

    18/11/2012 La portavoce delle Forze di Difesa israeliane, Avital Leibovich, ha spiegato alla stampa che l’attacco di domenica mattina a un edificio nella striscia di Gaza che ospita alcune testate giornalistiche, fra cui la tv di Hamas “al-Quds”, è servito per colpire antenne di trasmissione usate da Hamas per le sue operazioni terroristiche. “Sapevamo che dentro l’edificio c’erano giornalisti – ha detto Leibovich – e per questo siamo stati attenti a non attaccare nessun altro piano dello stabile”. Nell’attacco sono riamasti feriti sei giornalisti. Leibovich ha aggiunto che il consiglio ai giornalisti a Gaza è di “tenersi distanti da tutte le postazioni di Hamas”.

    18/11/2012 Il sito web del giornale egiziano Al-Ahram ha riferito di forti contrasti all’interno dei Fratelli Musulmani circa le modalità di sostegno a Hamas. Sotto accusa, in particolare, il traffico di armi verso la striscia di Gaza. Khairat El-Shater, ex candidato alla presidenza per la Fratellanza, avrebbe sostenuto che chiudere gli occhi di fronte a questo traffico di armi può mettere in serio imbarazzo l’Egitto sulla scena internazionale.

    18/11/2012 Pochi minuti dopo che il sistema “Cupola di ferro” aveva intercettato, domenica mattina, due missili diretti su Tel Aviv, le Forze di Difesa israeliane hanno colpito l’area nella striscia di Gaza da cui i due ordigni erano stati lanciati.

    18/11/2012 Le Forze di Difesa israeliane hanno confermato d’aver iniziato a occupare di tanto in tanto le frequenze radio usate da Hamas per comunicare con gli abitanti della striscia di Gaza. Tra l’altro, l’esercito israeliano utilizza questo mezzo per avvertire i residenti locali di tenersi lontani da aree destinate ad essere colpite.

    18/11/2012 Più di 30 i razzi palestinesi lanciati domenica mattina dalla striscia di Gaza contro Beersheba, Ashdod, Ashkelon, Sderot e altre città israeliane. Il sistema anti-missilistico “Cupola di ferro” ha intercettato domenica mattina almeno 17 ordigni, compresi due missili diretti verso Tel Aviv, dove le sirene d’allarme hanno suonato per la quarta volta dall’inizio dell’operazione anti-terrorismo. Sempre domenica mattina, le Forze di Difesa israeliane hanno colpito più di 70 obiettivi terroristici nella striscia di Gaza. Una dozzina gli israeliani che domenica mattina hanno avuto bisogno dell’intervento dei servizi di pronto soccorso della Stella Rossa di Davide. Un razzo ha centrato un’auto a Holon (poco a sud di Tel Aviv) mandandola a fuoco: il guidatore si è salvato perché era uscito dal veicolo appena sentita la sirena anti-aerea.

    18/11/2012 Dall’inizio dell’operazione “Colonna di nube difensiva” (sera del 14 novembre) sino a domenica mattina, i terroristi della striscia di Gaza hanno sparato circa 900 razzi, dei quali poco più di 500 hanno raggiunto il territorio israeliano e solo in piccola percentuale le sue aree urbane. (Decine di razzi palestinesi si sono abbattuti all’interno della striscia di Gaza e non si escludono danni ai civili che vi abitano.) Almeno 280 razzi palestinesi diretti verso aree israeliane densamente abitate sono stati intercettati in volo dal sistema “Cupola di ferro”. Restano chiuse tutte le scuole israeliane nel raggio di 40 km dal confine con la striscia di Gaza. Lezioni normali, invece, in tutta l’area metropolitana di Tel Aviv.

    18/11/2012 Dall’inizio dell’operazione “Colonna di nube difensiva” (sera del 14 novembre) sino a domenica mattina, le Forze di Difesa israeliane aeree e navali hanno compiuto più di mille attacchi contro arsenali, postazioni di lancio, basi e quartier generale dei terroristi della striscia di Gaza e su alcune abitazioni dei loro capi. Secondo fonti palestinesi i morti sarebbero 48, compresi circa 20 civili.

    (Fonte: Israele.net)

    19 Nov 2012, 11:31 Rispondi|Quota
  • #4Ruben DR

    20/11/2012 Razzi palestinesi si sono abbattuti martedì mattina sul valico di confine di Kerem Shalom, usato per trasportare merci all’interno della striscia di Gaza. Di conseguenza il valico è stato temporaneamente chiuso. Martedì era previsto il transito di 180 camion di cibo e medicinali.

    (Fonte: Israele.net)

    20 Nov 2012, 12:39 Rispondi|Quota