L’ANP continua a chiedere soldi, ma intanto la famiglia di Abu Mazen si arricchisce
Ramallah (Cisgiordania) -Nonostante l’enorme quantità di finanziamenti ricevuti negli ultimi tempi, l’Autorità Nazionale Palestinese dichiara di essere in grave crisi economica, tanto da non poter pagare gli stipendi dei propri dipendenti che infatti a Dicembre sono scesi in piazza in sciopero per protestare contro questa situazione. In effetti secondo la Banca Mondiale e il FMI l’ammanco di cassa dell’ANP ammonta a circa 400 milioni di dollari, e per il mantenimento della struttura servono almeno 100 milioni di dollari al mese. Per questo motivo a breve una delegazione del governo di Mahmoud Abbas, guidata dall’attuale primo ministro Salam Fayyad, effettuerà alcuni incontri con Paesi Arabi e altri Paesi donatori al fine di richiedere ulteriore denaro. Faranno parte della delegazione anche il segretario generale della Lega Araba, Nabil al-Arabi, e i ministri degli Esteri di Iraq e Libano.
Ma non tutti i dipendenti dell’ANP sono in cattive acque dal punto di vista economico: secondo quanto emerge da una indagine effettuata da Mohammed Rachid, ex consigliere economico di Arafat (la cui posizione destò non pochi sospetti anni fa) incaricato da alcuni donatori di scoprire dove finiscono i tanti milioni destinati alla ANP, proprio il presidente Abu Mazen e due dei suoi figli, Yasser e Tarek, avrebbero accumulato un vero patrimonio in contanti in conti in Svizzera (si parla di 200 milioni di dollari), dove il denaro sarebbe stato trasferito grazie al passaporto diplomatico di Yasser Abbas (già in passato denunciato da Hamas per corruzione).
Certamente la ricchezza accumulata negli ultimi anni dalla famiglia Abbas desta sospetti e indigna gli osservatori neutrali, ma sopratutto dimostra ancora una volta come le leadership palestinesi non siano mai state minimamente interessate allo sviluppo del proprio popolo, quanto piuttosto a trovare un modo per arricchirsi alle spalle di esso. Arafat docet.
Thanks to Rights Reporter
Nella foto in alto: Tarek Abbas (a sinistra), Mahmoud Abbas (al centro), Yasser Abbas (a destra)
#1Emanuel Baroz
14/01/2013 L’Unione Europea intenderebbe presentare, dopo le elezioni in Israele del 22 gennaio, un nuovo piano globale per la pace israelo-palestinese. Lo hanno riferito domenica la BBC e il quotidiano israeliano Yediot Aharonot aggiungendo che il piano, patrocinato da Francia e Gran Bretagna e sostenuto dalla Germania, prevedrebbe “la creazione di uno stato palestinese basato sui confini del 1967 con Gerusalemme est come capitale”, “un calendario chiaro per il completamento nel 2013 dei negoziati su tutte le questioni fondamentali” e probabilmente “una richiesta di congelare ogni costruzione negli insediamenti” ebraici.
14/01/2013 A meno di due mesi dalla conclusione dell’operazione anti-terrorismo “Colonna di nube difensiva”, secondo fonti palestinesi l’ala militare di Hamas avrebbe testato dei razzi a lungo raggio (assemblati localmente su know-how iraniano) con almeno due lanci di decine di km verso il mar Mediterraneo di fronte alla striscia di Gaza, da una base d’addestramento sorta in quello che fino al 2005 era l’insediamento ebraico di Gush Katif.
14/01/2013 Sgomberato sabato notte dalle Forze di Difesa israeliane un avamposto illegale palestinese nell’Area E1, fra Ma’aleh Adumim e Gerusalemme.
14/01/2013 A meno di dieci giorni dalle elezioni per la 19esima Knesset, la quantità di voti in bilico equivarrebbe a 21 seggi (sul totale di 120). Secondo un sondaggio dell’Istituto Dahaf pubblicato venerdì, il 18% degli intervistati non ha ancora deciso per chi votare e i loro voti potrebbero decidere la composizione del prossimo governo. L’analisi delle oscillazioni nelle intenzioni di voto mostra che per il 24% (pari a 5 seggi) tendono verso il centro-sinistra, mentre per il 19% tendono a destra. Il restante 57% degli indecisi (13 seggi) non è in grado di indicare la propria inclinazione.
13/01/2013 Siria/Libano. Il numero di profughi siriani assistiti dalle organizzazioni governative e non governative libanesi ha raggiunto le 195.000 unità. Lo ha comunicato sabato l’Alto Commissario Onu per i rifugiati.
13/01/2013 Centinaia di egiziani hanno manifestato la scorsa settimana al Cairo per la “liberazione” dell’Andalusia e contro le celebrazioni in corso a Granada per il 521esimo anniversario della “riconquista” della città da parte dei cristiani spagnoli.
13/01/2013 Ucciso dalle Forze di Difesa israeliane un palestinese che aveva cercato di infiltrarsi in Israele attraversando la barriera difensiva nei pressi di Har Hebron.
(Fonte: Israele.net)