Razzo lanciato da Gaza esplode nel sud di Israele
Gerusalemme, 26 Febbraio 2013 – Un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza è esploso questa mattina vicino Ashkelon, nel sud di Israele, senza però provocare feriti (ma causando comunque danni, materiali e psicologici a molti degli abitanti della zona) Lo ha annunciato la polizia, sottolineando che si tratta del primo lancio dall’operazione “Pilastro di difesa”, realizzata dall’esercito israeliano alla fine dello scorso anno a Gaza (in risposta al lancio di razzi sempre più potenti da parte del terroristi palestinesi). «Il razzo è caduto in mattinata vicino Ashkelon e ha provocato qualche danno su una strada, ma non vittime», ha precisato Micky Rosenfeld, portavoce della polizia.
Il lancio del razzo è stato rivendicato da un gruppo armato espressione del movimento nazionalista al Fatah, del presidente palestinese Abu Mazen, che lo ha definito una rappresaglia a seguito della morte di un palestinese detenuto da Israele. «A titolo di prima risposta all’omicidio dell’eroico prigioniero Arafat Jaradat, rivendichiamo il lancio di un razzo Grad su Ashkelon oggi alle 6 (le 5 italiane)», hanno affermato in un comunicato le Brigate dei Martiri di al Aqsa.
In seguito al lancio del razzo contro il proprio territorio, Israele ha chiuso due valichi di transito con la Striscia di Gaza. Il valico commerciale di Kerem Shalom, nel Sud della Striscia, sarà tenuto chiuso fino a nuovo ordine. A Nord, quello di Erez per le persone in transito è pure chiuso fino a nuovo ordine ma – precisa un portavoce militare – “viene fatta eccezione per i casi umanitari”.
(Fonte: Il Sole 24 Ore e Ansa, 26 Febbraio 2013)
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Nella foto in alto: la polizia israeliana mentre rileva i resti del missile Grad scagliato dalla Striscia di Gaza sul territorio israeliano
#1Emanuel Baroz
In Israele aborti in crescita a causa del lancio di razzi
Secondo uno studio dalla Ben-Gurion University of the Negev i razzi lanciati su Sderot in Israele aumentano significativamente il rischio di aborti spontanei nell’area.
La ricerca è stata pubblicata sullo Psychosomatic Medicine Journal of Bio-behavioral Medicine ed ha comparato l’esito di 1341 gravidanze di donne residenti a Sderot, area esposta a frequenti lanci di razzi, con quello di 2143 gravidanze di donne che vivono a Kiryat Gat, fuori dal raggio in cui arrivano generalmente i missili. Nella prima zona il rischio di aborto spontaneo è risultato maggiore.
Il rischio aborto per le donne di Sderot sottoposte a frequenti traumi per il lancio improvviso di razzi – preceduti da un segnale di avvertimento che informa della necessità di nascondersi in un rifugio sicuro – è maggiore del 59% rispetto alle donne israeliane non residenti nella zona. La città meridionale israeliana di Sderot è un obiettivo costante per il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza dal 2001. Tra l’aprile del 2001 e il dicembre del 2008 più di mille allarmi sono suonati nell’area, 500 solo nel 2008. L’impatto dei razzi sugli aborti spontanei, secondo i ricercatori, è determinato dalla disregolazione dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress.
(Fonte:L’Unione Sarda, 26 febbraio 2013)
#2Emanuel Baroz
27/02/2013 Esperti costruttori di missili inviati dalla Guardia Rivoluzionaria iraniana sarebbero arrivati nei giorni scorsi nella striscia di Gaza. Lo affermano alte fonti della sicurezza palestinese citate martedì dal sito di notizie israeliano Walla. Secondo il reportage, le fonti sostengono che gli esperti iraniani sono a Gaza per aiutare Hamas e Jihad Islamica a sviluppare missili a lunga gittata. Fonti diplomatiche e della sicurezza israeliana hanno confermato la notizia palestinese circa una presenza iraniana a Gaza, ma senza ulteriori dettagli.
27/02/2013 Il presidente Barack Obama non verrà a portare un nuovo piano di pace, con la sua visita in Israele e Autorità Palestinese del mese prossimo, ma verrà per ascoltare. Lo ha detto martedì il segretario di stato Usa, John Kerry, parlando con gli studenti tedeschi durante il suo primo viaggio all’estero come capo della diplomazia di Washington. ”Non abbiamo intenzione di far cadere dall’alto e andare a dire a tutti quello che devono fare”, ha spiegato Kerry.
27/02/2013 Ahmed Abu al-Ghayt, già ministro degli esteri egiziano durante il regime di Hosni Mubarak, ha affermato martedì che, a suo tempo, l’Egitto venne informato di una spedizione di armi dall’Iran al Libano attraverso il Canale di Suez, ma non la impedì. Secondo al-Ghayt, l’Egitto non fermò il carico “perché rafforzare i nemico di Israele serviva agli interessi egiziani”.
27/02/2013 Ehab al-Ghussein, portavoce di Hamas, citato martedì dall’agenzia palestinese Ma’an, ha negato che nella mattinata un razzo lanciato dalla striscia di Gaza sia esploso presso Ashkelon. “E’ solo una menzogna – ha dichiarato – Nessuna delle fazioni nella striscia di Gaza ha rivendicato il lancio di quel missile”. (Il lancio del Grad è stato rivendicato dalle Brigate Martiri di Al-Aqsa, gruppo affiliato a Fatah, la fazione rivale di Hamas).
27/02/2013 Furto, domenica notte, nell’abitazione a Beit Yitzhak di Shaul Horev, capo della commissione israeliana per l’energia atomica. I ladri hanno rubato una valigetta contenente un computer, documenti, un dispositivo di comunicazione e un portafogli.
27/02/2013 Siria. Secondo Human Rights Watch, l’esercito ha sparato almeno quattro missili balistici sulla città settentrionale di Aleppo, la scorsa settimana, uccidendo più di 140 persone, tra cui 70 bambini.
27/02/2013 “Israele non tollererà lanci di razzi sul proprio territorio”. Lo ha detto martedì il presidente Shimon Peres, ed ha aggiunto: “Hamas sa che, se apre il fuoco, ne pagherà le conseguenze, e quindi evita di farlo. Questi sono episodi isolati, ma anche gli incidenti isolati deve essere affrontati”. Amos Gilad, capo del dipartimento diplomatico e sicurezza del ministero della difesa, ha dichiarato: “Nel complesso la deterrenza d’Israele nel sud funziona, grazie all’operazione condotta a suo tempo da esercito e aviazione. Ma bisogna mantenere la guardia alta se si vuole preservare la calma”.
27/02/2013 Le Brigate Martiri di Al-Aqsa, ala militare di Fatah, hanno rivendicato il lancio di un razzo Grad su Ashkelon. In una dichiarazione riportata dall’agenzia palestinese Ma’an, il gruppo terroristico afferma che “la libertà si realizza con il sacrificio e la sconfitta del nemico con tutti i mezzi possibili”.
27/02/2013 Per la prima volta dopo l’operazione “Colonna di nube difensiva” dello scorso novembre, un razzo Grad palestinese lanciato dalla striscia di Gaza si è abbattuto martedì mattina su una strada alle porte della città israeliana di Ashkelon. A seguito dell’attacco, il portavoce delle Forze di Difesa israeliane ha annunciato la chiusura temporanea del valico di Kerem Shalom fra Israele e striscia di Gaza al transito delle merci, mentre il valico di Erez resterà aperto solo per le esigenze umanitarie.
27/02/2013 Le Nazioni Unite hanno confermato la scomparsa di un membro della missione di peace-keeping che supervisiona la zona di separazione tra le forze israeliane e siriane sulle alture del Golan. Si tratterebbe di un consulente legale canadese.
26/02/2013 ”Argo”, premio Oscar come miglior film, che narra di una missione CIA per salvare dei diplomatici americani da Teheran dopo la rivoluzione khomeinista, è “anti-iraniano” ed è anche “brutto”. Lo ha detto lunedì il ministro iraniano della cultura Mohammad Hosseini, citato dall’agenzia di stampa semiufficiale Mehr. “Non ci aspettiamo niente di diverso dal nemico”, ha aggiunto il ministro. ”Argo” non è apparso in nessun cinema iraniano, ma il film è ampiamente disponibile su DVD al mercato nero nella capitale.
26/02/2013 ”Non abbiamo altra scelta che continuare la lotta popolare e l’escalation contro l’occupazione”. Lo ha dichiarato alla Reuters Mahmoud Aloul, un alto esponente del movimento Fatah.
26/02/2013 Il ministro della difesa israeliano Ehud Barak si è riunito lunedì con i vertici delle forze di sicurezza per un esame degli eventi in corso in Cisgiordania e dei mezzi possibili per ripristinare la calma. L’obiettivo, hanno ribadito le autorità israeliane, è quello di riportare la calma preservando i vitali interessi di sicurezza israeliani. Israele ha di nuovo fatto appello all’Autorità Palestinese perché contribuisca a fermare le violenze. ”Israele si aspetta che l’Autorità Palestinese agisca in modo responsabile evitando provocazioni e violenze che non fanno che esacerbare le tensioni” ha dichiarato Mark Regev, portavoce del primo ministro.
26/02/2013 Le Forze di Difesa israeliane hanno confermato il decesso per emorragia interna di un 13enne palestinese del campo di Aida, presso Betlemme, colpito martedì da un’arma tipo Ruger a proiettili di gomma, generalmente usata come estrema risorsa antisommossa. Secondo una prima indagine, gli spari erano stati autorizzati da un ufficiale sul posto quando, durante violenti scontri con manifestati palestinesi, ha visto i suoi uomini bersagliati da diversi ordigni artigianali. Stando a dati delle forze israeliane, altri sei palestinesi sono rimasti feriti da proiettili di gomma usati in alcune località della Cisgiordania per disperdere manifestazioni violente. Uno di loro faceva parte di un gruppo di giovani che cercavano di appiccare fuoco alla torretta di guardia alla Tomba di Rachele (Betlemme). Ferito anche un bambino israeliano di 5 anni dalle pietre lanciate da palestinesi contro l’auto in cui viaggiava, presso Beit Illit.
26/02/2013 “I palestinesi stanno cercando di trascinarci in una situazione in cui possano rimanere uccisi dei ragazzini”. Lo ha detto il ministro per la sicurezza nazionale israeliano Avi Dichter a Israel Radio, esprimendo la preoccupazione che un’ondata di proteste violente in Cisgiordania possa sfociare in una nuova “intifada”. ”Non credo che l’Autorità palestinese guadagnerà nulla da un’intifada – ha aggiunto Dichter – così come non ha ottenuto nulla dalle intifada prima e seconda. Ma direi che, dopo essersi condotti nel corso degli anni in base a un pensiero povero e distorto, non sempre sono in grado di capire cosa sia nel loro stesso interesse”.
26/02/2013 Israele “cerca deliberatamente di creare disordini” e di “uccidere bambini palestinesi” allo scopo “seminare la rabbia” tra i palestinesi di Cisgiordania. Lo ha dichiarato lunedì il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), citato da AFP.
26/02/2013 Israele ha testato con successo il missile Hetz-3. Lo ha annunciato lunedì il ministero della difesa. “Israele è sempre disposto alla pace – ha commentato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – ma siamo pronti per ogni altra eventualità. Questo test dimostra le capacità tecnologiche difensive di Israele. In qualsiasi scenario di pace o per difenderci da coloro che si oppongono alla pace, Hetz-3 ci permetterà di contribuire alla sicurezza dei cittadini di Israele”. Il missile intercettore Hetz-3, che dovrebbe entrare in servizio entro il 2016, è un sistema di difesa missilistica che opera nello spazio, viaggiando al doppio della velocità di una bomba di carro armato per uscire dall’atmosfera. È progettato per cercare e distruggere i missili iraniani Shihab 3, così come altri ordigni a lungo raggio.
26/02/2013 Qatar. Un poeta, incarcerato per un verso ritenuto offensivo verso il sovrano del Qatar, ha duramente denunciato lunedì i procedimenti giudiziari del suo paese dopo che una corte d’appello aveva ridotto a 15 anni di carcere la sua precedente condanna all’ergastolo.
26/02/2013 Combattimenti attorno a una miniera d’oro nella regione sudanese del Darfur hanno già causato da gennaio la morte di più di 500 persone e la distruzione di 68 villaggi. Lo ha detto lunedì il parlamentare sudanese Adam Sheikha. Tribù arabe della regione, molte dei quali armate sin dal 2003 dal governo di Khartoum per reprimere la rivolta del Darfur, hanno iniziato a combattersi fra di loro per il controllo delle risorse della regione.
26/02/2013 Salah al-Bardwil, un alto esponente di Hamas, ha esortato domenica i palestinesi a sequestrare altri cittadini israeliani per usarli come arma di ricatto, citando come esempio il rapimento di Gilad Shalit che portò alla scarcerazione nel 2011 di più di mille detenuti palestinesi. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Ma’an. ”Una nuova intifada sta per scoppiare a sostegno dei prigionieri”, ha detto al-Bardwil.
25/02/2013 Siria. Forze ribelli hanno conquistato il sito del sospetto reattore nucleare distrutto sei anni fa, verosimilmente da aerei israeliani. Lo hanno annunciato domenica fonti dell’opposizione nella parte orientale della Siria. Il sito, circa 60 km a ovest della città di Deir al-Zor, ospitava fino al 2007 un impianto di plutonio per uso militare che, secondo gli Stati Uniti, era stato progettato dalla Corea del Nord. La Siria ha sempre impedito l’accesso al sito all’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA).
25/02/2013 Non risultano segni di violenza o tortura dall’autopsia del detenuto palestinese Arafat Jaradat, morto sabato in un carcere israeliano. Ne ha dato notizia la tv Canale 10. Il ministro dell’Autorità Palestinese per i detenuti, Issa Qaraqe, ha invece dichiarato domenica che Arafat Jaradat è stato torturato a morte. Jibril Rajoub, membro del Comitato Centrale dell’Olp, ha dichiarato di ritenere Israele responsabile della morte di Jaradat.
25/02/2013 Yasser Abed Rabbo, stretto collaboratore di Mahmoud Abbas (Abu Mazen), non ha dato alcuna indicazione che l’Autorità Palestinese intenda emettere alcun invito alla calma, attribuendo a Israele tutta la responsabilità del deteriorarsi della situazione in Cisgiordania.
25/02/2013 Israele ha trasmesso all’Autorità Palestinese un messaggio, attraverso il collaboratore del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Yitzhak Molcho, in cui chiese di prendere le misure necessarie per riportare alla calma la situazione in Cisgiordania, dove si susseguono da sabato violenti disordini fra palestinesi e forze di sicurezza israeliane, con incendi e lanci di molotov e diversi feriti da entrambe le parti.
24/02/2013 Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dato disposizione al Tesoro di sbloccare i fondi fiscali di gennaio riscossi da Israele per conto dell’Autorità Palestinese.
24/02/2013 Siria. Unità dell’esercito del regime si sono ritirate dalla zona adiacente al confine con Israele e si sono mosse verso la capitale Damasco. Lo ha riferito sabato la tv al-Jazeera. L’Esercito Libero Siriano avrebbe preso il controllo di Jubata al-Khashab, una località vicina alla linea di cessate il fuoco tra la Siria e Israele. I Comitati di Coordinamento Locale, un gruppo dell’opposizione, hanno riferito che l’esercito ha reagito bombardando le città di frontiera di Jubata al-Khashab, Breiqa e Bir Ajam.
24/02/2013 Le autorità israeliane hanno invitato l’Autorità Palestinese a partecipare all’autopsia di Arafat Jaradat, palestinese detenuto per reati contro la sicurezza, deceduto sabato nel carcere di Megiddo per arresto cardiaco. Non era in sciopero della fame.
24/02/2013 Egitto. Il leader dell’opposizione egiziana Mohamed ElBaradei ha esortato sabato al boicottaggio delle elezioni parlamentari, attirandosi immediate critiche da parte di alcuni all’interno del suo movimento che hanno definito la sua decisione affrettata. “Ho chiesto il boicottaggio delle elezioni parlamentari nel 2010 – ha detto ElBaradei – per svelare la democrazia della vergogna. Oggi ripeto il mio appello: non farò parte di un atto di inganno”.
(Fonte: Israele.net)
#3Emanuel Baroz
Soffiare sul fuoco delle rivolte orchestrate
Ancora oggi è abbastanza diffusa la convinzione che la cosiddetta “Seconda Intifada” del 2000, scoppiò spontaneamente in seguito alla visita del leader del partito di opposizione al governo, Ariel Sharon, al Monte del Tempio, che i musulmani chiamano “spianata delle moschee” perché ospita fra l’alto la moschea della Cupola della Roccia, dalla quale Maometto sarebbe asceso al cielo in sella ad un cavallo alato dalla testa di donna e coda di pavone. In realtà, quella visita – una “provocazione” che avrebbe indotto la “sollevazione spontanea” dei palestinesi – era programmata da tempo: qualche giorno fa l’emittente televisiva Channel 10 ha mandato in onda un documentario in cui è stato testimoniato il consenso fornito da Jibril Rajoub, ministro allora dell’Autorità Palestinese, al ministro degli interni israeliano. Inoltre, Arafat aveva già deciso a luglio, quando fece saltare il tavolo di Camp David attorno al quale si discuteva di pace, di imbracciare la lotta armata come unico mezzo per perpetrare il suo potere mantenendo uno stato di perenne tensione. Era l’unico mezzo per custodire ricchezze e potere, e al tempo stesso evitando l’assalto dell’opposizione interna e dei rivali storici di Hamas; e pazienza se ciò comportava l’accantonamento dell’ipotesi di uno stato palestinese…
Il reportage di Channel 10 evidenzia il ruolo di Marwan Barghouti nel sobillare la popolazione palestinese, organizzando e alimentando le sommosse, che avrebbero provocato nei mesi successivi diverse migliaia di morti. Un copione che si sta tristemene ripetendo.
Da alcuni giorni i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, responsabili di diversi attentati, rifiutano sistematicamente gli alimenti forniti dall’amministrazione penitenziaria. La morte di un detenuto nel carcere di Meggido, arrestato per terrorismo e sofferente di cuore, è stata strumentalizzata per alimentare i disordini nelle principali città del West Bank. Una autopsia condotta da medici indipendenti in presenza di sanitari palestinesi ha escluso alcun maltrattamento, rivelando soltanto alcuni segni lasciati sulla pelle del petto dal defibrillatore usato per tentare una disperata rianimazione. Ma il governo di Abu Mazen sta soffiando sul fuoco, alimentando la falsità di una tortura che il detenuto avrebbe subito (e perché mai: stava scontando la sua pena, perché avrebbe dovuto subire questo trattamento?). Diversi gli assalti alle famiglie israeliane, con tentativi di vero e proprio linciaggio. Se non si registra il bagno di sangue degli attentati omicidi e suicidi del 2000, è solo grazie alla barriera difensiva che negli anni passati il governo israeliano ha costruito al confine, sollevando l’indignazione di chi desiderava una soluzione drastica alla questione arabo-israeliana: l’eliminazione fisica di tutti gli ebrei.
Un sondaggio condotto da Arab World for Research and Development evidenzia che il popolo palestinese non desideri affatto una terza Intifada; ma la burocrazia e il vertice dell’Autorità Palestinese sembrano di diverso avviso. Frustrati dall’empasse creatasi dopo il voto di novembre alle Nazioni Unite, e dal successo riscosso dagli odiati rivali di Hamas a Gaza, Abu Mazen sta giocando una partita molto pericolosa, esasperando gli animi nel tentativo di guadagnare credito in occasione del prossimo arrivo del presidente americano Obama in Israele; il quale si sentirebbe costretto, pressato dall’opinione pubblica, a sollecitare dolorose concessioni a Gerusalemme.
E’ un piano che si gioca sulla pelle della gente, e rischia di sfuggire di mano ai suoi organizzatori; a vantaggio di formazioni più radicali: Hamas scalpita per rovesciare la leadership di Abu Mazen nel West Bank, e in una eventuale elezione risulterebbe comunque vincente. Il tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale è finora fallito: complice una gestione grottesca delle sollevazioni. Ieri militanti filopalestinesi hanno dovuto ammettere con imbarazzo di aver diffuso immagini che ritraevano palestinesi in sommossa risalenti a quattro anni fa; ma soltanto dopo essere stati scoperti.
Come molti hanno previsto, il gesto unilaterale di Abu Mazen alle Nazioni Unite di tre mesi fa, lungi dall’avvicinare la pace, l’ha allontanata irrimediabilmente. Mentre Ramallah continua a rifiutare i colloqui con la controparte israeliana, accampando diverse scuse.
http://www.ilborghesino.blogspot.it/2013/02/soffiare-sul-fuoco-delle-rivolte.html
#4Emanuel Baroz
27/02/2013 Ehab al-Ghussein, portavoce di Hamas, citato martedì dall’agenzia palestinese Ma’an, ha negato che nella mattinata un razzo lanciato dalla striscia di Gaza sia esploso presso Ashkelon. “E’ solo una menzogna – ha dichiarato – Nessuna delle fazioni nella striscia di Gaza ha rivendicato il lancio di quel missile”. (Il lancio del Grad è stato rivendicato dalle Brigate Martiri di Al-Aqsa, gruppo affiliato a Fatah, la fazione rivale di Hamas).
(Fonte:Israele.net)
#5Emanuel Baroz
27/02/2013 “Israele non tollererà lanci di razzi sul proprio territorio”. Lo ha detto martedì il presidente Shimon Peres, ed ha aggiunto: “Hamas sa che, se apre il fuoco, ne pagherà le conseguenze, e quindi evita di farlo. Questi sono episodi isolati, ma anche gli incidenti isolati deve essere affrontati”. Amos Gilad, capo del dipartimento diplomatico e sicurezza del ministero della difesa, ha dichiarato: “Nel complesso la deterrenza d’Israele nel sud funziona, grazie all’operazione condotta a suo tempo da esercito e aviazione. Ma bisogna mantenere la guardia alta se si vuole preservare la calma”.
27/02/2013 Le Brigate Martiri di Al-Aqsa, ala militare di Fatah, hanno rivendicato il lancio di un razzo Grad su Ashkelon. In una dichiarazione riportata dall’agenzia palestinese Ma’an, il gruppo terroristico afferma che “la libertà si realizza con il sacrificio e la sconfitta del nemico con tutti i mezzi possibili”.
27/02/2013 Per la prima volta dopo l’operazione “Colonna di nube difensiva” dello scorso novembre, un razzo Grad palestinese lanciato dalla striscia di Gaza si è abbattuto martedì mattina su una strada alle porte della città israeliana di Ashkelon. A seguito dell’attacco, il portavoce delle Forze di Difesa israeliane ha annunciato la chiusura temporanea del valico di Kerem Shalom fra Israele e striscia di Gaza al transito delle merci, mentre il valico di Erez resterà aperto solo per le esigenze umanitarie.
(Fonte: Israele.net)