Siria: Hamas, Hezbollah ritiri suoi miliziani e combatta Israele
Il Cairo, 17 Giugno 2013 – Il movimento islamico palestinese di Hamas (manca la parola terrorista nella definizione dell’Adnkronos, ma non ci stupiamo più ormai…) ha chiesto al gruppo sciita libanese di Hezbollah di ritirare i suoi miliziani dalla Siria, dove stanno combattendo a fianco delle forze del presidente Bashar al-Assad e contro i ribelli. Gli uomini di Hezbollah dovrebbero concentrarsi a combattere Israele, ha sottolineato Hamas.
”Chiediamo a Hezbollah di ritirare le sue forze dalla Siria e di dirigere le proprie armi contro il nemico sionista’‘, ha scritto il leader di Hamas al Cairo Moussa Abu Marzouk sulla sua pagina Facebook, affermando anche di essere “solidale con il dolore e le ferite del popolo siriano”, ma ricordando che “quella palestinese rimarrà la questione centrale della nazione araba e islamica, la cui missione fondamentale è quella di lottare contro l’occupazione sionista, ed è lì che la bussola della resistenza dovrà puntare, a prescindere dalle circostanze”.
Un tempo alleato di Assad, il movimento palestinese che governa (governa?….)la Striscia di Gaza ha tolto il suo sostegno al regime di Damasco dopo la violenta repressione messa in atto dalle truppe governative contro i ribelli (e dopo i ripetuti bombardamenti dei campi profughi palestinesi in Siria, che hanno causato centinaia di morti).
(Fonte: Adnkronos, 17 Giugno 2013)
#1Emanuel Baroz
HAMAS FUORI DA BEIRUT. HEZBOLLAH ROMPE CON LA PALESTINA
Secondo il Partito di Dio Hamas avrebbe fornito informazioni su tattiche di combattimento e sull’esistenza di tunnel ai ribelli siriani sconfitti a Qusayr. Espulsi da Beirut circa 230 funzionari del movimento palestinese
Diventano sempre più tesi i rapporti tra Hezbollah e Hamas. Il 4 giugno circa 230 funzionari del movimento palestinese sono stati allontanati dall’area sud di Beirut e i loro uffici sono stati chiusi.
Pochi giorni più tardi, il 9 giugno, la Direzione generale della sicurezza nazionale libanese, notoriamente vicina al Partito di Dio, ha ritirato loro i visti impedendogli così di poter fare ritorno in Libano. Ufficialmente la decisione è stata presa perché alcuni di essi sarebbero stati trovati in possesso di documenti falsi.
In realtà si tratta della conferma della rottura dei legami tra i due movimenti, nonostante i tentativi di riavvicinamento messi in atto da Doha dal capo di Hamas Khaled Meshal, il quale ha provato a chiedere aiuto anche all’Egitto senza però ottenere alcun risultato.
Lo strappo si è consumato dopo la riconquista di Qusayr da parte delle truppe lealiste, supportate nell’impresa dai miliziani di Hezbollah. Allora i vertici del Partito di Dio scoprirono che i ribelli siriani erano a conoscenza di tattiche di combattimento e dell’esistenza di tunnel conosciuti solo dagli iraniani e, per l’appunto, da Hamas.
Considerato il patto di ferro tra Hezbollah e Teheran in nome dell’avanzata sciita in Siria contro il comune nemico sunnita, il sospetto di tradimento è caduto immediatamente su Hamas, accusato di fare il doppio gioco per tenere in piedi la resistenza dei ribelli e lavorare sottotraccia per l’indebolimento di Hezbollah e per iniettare germi di instabilità nel regime iraniano in vista delle elezioni presidenziali.
La tesi di Hezbollah, d’altronde, poggia su due elementi certi: da un anno Hamas ha tagliato definitivamente i rapporti con Teheran e, nel dicembre scorso, avrebbe anche dato una mano agli jihadisti di Jabhat al-Nusra permettendogli di scacciare i lealisti dal campo profughi siriano di Yarmouk, popolato per lo più da palestinesi.
Oltre a questi elementi, ve ne sarebbe un altro che avrebbe convinto Hezbollah della mancata lealtà di Hamas. Ultimamente il movimento Hamas si è avvicinato sempre di più ai leader religiosi che sostengono la missione jihadista in Siria. Come dimostra la presenza di Meshal, lo scorso 30 aprile, al sermone del Gran Mufti del Qatar Yusuf Al-Qaradawi, il quale ha chiamato tutti i miliziani jihadisti alla vittoria contro l’esercito siriano, definendo Hezbollah il “partito del diavolo”. Dieci giorni dopo Al Qaradawi è stato accolto a Gaza da eroe, e Hamas gli ha prontamente offerto in tributo la nazionalità palestinese.
In questo scenario, resta da decifrare l’azione di Al Qassam, l’ala militare di Hamas, in lotta con la brigata Al Tawhid, il braccio armato della Fratellanza Musulmana siriana.
Fatto sta che questo cambiamento di strategia politica da parte di Hamas, oltre che da Hezbollah, non è stato ben visto da molti elementi all’interno dello stesso partito. Una fazione guidata da Mahmoud Zahar è infatti rimasta fedele a Teheran, rimarcando l’ostilità nei confronti degli jihadisti che combattono in Siria. Si tratta comunque di una componente minoritaria, considerato che la maggioranza di Hamas è favorevole all’allineamento con il Qatar e con la Fratellanza Musulmana.
Con buona pace per i vecchi alleati di Hezbollah. Chissà cosa penserà di tutto ciò Israele?
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