La Turchia e il complotto della Diaspora ebraica
Per il vice-premier turco Besir Atalay, dietro alle manifestazioni di Gezi Park ci sarebbe la diaspora ebraica. Immediate le reazioni della comunità locale e internazionale
di Ilaria Myr
Ankara (Turchia), 7 Luglio 2013 – Come da copione, le accuse contro il complotto ebraico sono arrivate anche questa volta: a fare da sfondo è la Turchia, da qualche tempo incendiata da una forte protesta interna contro il governo islamista di Recep Tayyp Erdogan.
Prima il sindaco di Ankara, il 16 giugno, ha dichiarato che le proteste di Istanbul erano «un gioco della lobby ebraica», citando un articolo della stampa turca in cui si diceva che l’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) aveva preannunciato questi moti già un anno fa. E poi il vice primo ministro Besir Atalay, che ha accusato «i media internazionali e la diaspora ebraica di essere dietro le manifestazioni». Dichiarazioni, queste, smentite poi due giorni dopo dall’interessato, ma che hanno comunque, come era inevitabile, suscitato forti polemiche in Turchia e all’estero.
Immediata la replica della Comunità ebraica turca, che ha espresso la propria preoccupazione di fronte a dichiarazioni che incoraggiano lo sviluppo di atti antisemiti nel paese. « I cittadini ebrei turchi, così come gli ebrei che vivono sparsi nel mondo, potrebbero essere identificati come bersaglio di una tale generalizzazione – si legge nel comunicato della Comunità e del Grande Rabbinato di Turchia -. Vogliamo quindi esprimere la nostra preoccupazione e la nostra inquietudine nei confronti delle conseguenze che interpretazioni di questo tipo potrebbero avere».
Ma anche l’opinione pubblica ebraica internazionale non è rimasta inerte. Il Benè Berith di Francia , ad esempio, ha condannato apertamente le dichiarazioni del vice-premier, che incoraggiano la propagazione dell’odio antisemita in Turchia, invitando l’ambasciatore turco a Parigi a dare un chiarimento ufficiale sul loro significato.
Thanks to Progetto Dreyfus
Nella foto in alto: una manifestazione in Turchia contro i “diplomatici sionisti” (foto del 2009)
#1Emanuel Baroz
Israele chiede alla Russia il blocco della fornitura di missili S-300 alla Siria
Il Ministro della Giustizia Livni, in vista a Mosca, incontrerà Lavrov
GERUSALEMME 9 lug. – Il ministro della Giustizia israeliano Tzipi Livni si recherà oggi in Russia per cercare di ottenere il blocco delle forniture di missili antiaerei russi S-300 alla Siria: lo ha reso noto la radio di Stato israeliana, precisando che Livni incontrerà il ministro degli Esteri israeliano, Sergey Lavrov.
La fornitura del sistema di difesa aerea complicherebbe eventuali operazioni aeree sulla Siria e Israele teme inoltre che le armi possano finire nelle mani delle milizie sciite libanesi di Hezbollah o di altri gruppi terroristici. Il 4 giugno scorso il presidente russo Vladimir Putin aveva confermato che i missili non erano stati ancora consegnati a Damasco “per non alterare l’equilibrio delle forze”.
(Fonte: TMNews, 9 luglio 2013)